Domenica I dei Digiuni
Chiesa Ortodossa in Abruzzo e Molise
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sabato 23 marzo 2024
24 Marzo 2024 - Domenica I dei Digiuni del trionfo dell’Ortodossia in questa domenica si fa memoria del ripristino del culto delle sante icone - San Partenio di Costantinopoli
sabato 16 marzo 2024
Domenica dei latticini - 17 marzo 2024 - San Alessio uomo di Dio
Domenica dei latticini
domenica 10 marzo 2024
DOMENICA DI CARNEVALE - 10 marzo 2024
Domenica di Carnevale
sabato 2 marzo 2024
Domenica XVII di Luca il Figlio Prodigo - 03/03/2024 - Santi Eutropio, Cleonikos e Basiliskos
Domenica XVII di Luca
il Figlio Prodigo
Lettura della Domenica
03 Marzo 2024
Apostolo
I Cor 6, 12 – 20
Fratelli, “tutto mi è lecito”, ma non tutto giova; “tutto mi è lecito”, ma io non mi lascerò dominare da nulla. “I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi”, ma Dio distruggerà questo e quelli! Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete voi che chi si unisce a una prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno – è detto -un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori dal suo corpo; ma chi si dà all’impudicizia pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo! Glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che sono di Dio!
Vangelo
Lc 15, 11-32
Il Signore ha detto questa parabola: "Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
sabato 24 febbraio 2024
Domenica XVI di Luca- del Pubblicano e del Fariseo - 25/02/2024 - del Pubblicano e de Fariseo - San Tarasios di Costantinopoli
Domenica XVI di Luca- del Pubblicano e del Fariseo
sabato 17 febbraio 2024
XVII DI MATTEO (CANANEA) - 18 Febbraio 2024 - San Leone di Roma
XVII DI MATTEO (CANANEA)
LETTURA
DELLA DOMENICA
18 Febbraio 2024
APOLITIKION
Di fede divina, di ortodossia, hai sostenuto la Chiesa, come
organo plurivocale dello spirito, perché ardivi come il sole
ai mali, di eretici l'hai ridotta, Leone Osea, supplicando
Cristo Dio, concedici a grande misericordia
APOSTOLO
2 COR 6,16 7,1
Fratelli … quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi
siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso
ha detto:
Abiterò
in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed
essi saranno il mio popolo.
In possesso dunque di queste promesse, carissimi,
purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello
spirito, portando a compimento la santificazione, nel
timore di Dio.
VANGELO
MT 15, 21-28
Partito
di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una
donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare:
«Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente
tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una
parola.
Allora i discepoli gli si accostarono implorando:
«Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». Ma egli rispose: «Non
sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele».
Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore,
aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli
per gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, disse la donna, ma
anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola
dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande
è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua
figlia fu guarita.
sabato 10 febbraio 2024
DOMENICA XVI DI MATTEO - dei talenti - 11/02/2024 - SAN BIAGIO vescovo di SEBASTIA E SANTA TEODORA imperatrice
SAN BIAGIO VESCOVO DI SEBASTIA
SANTA TEODORA imperatrice
LETTURA DELLA DOMENICA
11 FEBBRAIO 2024
APOSTOLO
2 Cor. 6, 1-10
Fratelli .....e poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!
Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!
VANGELO
Mt 25, 14-30
«Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì.Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque". Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti".