venerdì 25 maggio 2012

DOMENICA DEI SANTI PADRI DEL PRIMO CONCILIO DI NICEA

DOMENICA DEI SANTI PADRI DEL PRIMO CONCILIO DI NICEA 






LETTURA DELLA DOMENICA

27/05/2012




 Apostolo


Dagli Atti degli Apostoli 20, 16-18; 28-36



 

Fratelli ....Paolo aveva deciso di passare al largo di Efeso per evitare di subire ritardi nella provincia d'Asia: gli premeva di essere a Gerusalemme, se possibile, per il giorno della Pentecoste. Da Milèto mandò a chiamare subito ad Efeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo:Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue. Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi.
Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l'eredità con tutti i santificati. Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!
».
Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò.



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Vangelo

Dal Vangelo di Giovanni 17, 1-13

 

Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia».










giovedì 24 maggio 2012

ASCENSIONE DEL NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO

ASCENSIONE DEL NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO




      Kontachio

      Dopo aver compiuto l’economia in nostro favore e unito le creature celesti alle terrestri, sei asceso al cielo in gloria, o Cristo Dio nostro, senza separarti da nessuna parte, ma rimanendo sempre unito e dicendo a coloro che ti amano: Io sono con voi e nessuno contro di voi.


    Nella festa di Pasqua la risurrezione del Signore è stata per noi motivo di grande letizia. Così ora è causa di ineffabile gioia la sua ascensione al cielo. Oggi infatti ricordiamo e celebriamo il giorno in cui la nostra povera natura è stata elevata in Cristo fino al trono di Dio Padre, al di sopra di tutte le milizie celesti, sopra tutte le gerarchie angeliche, sopra l'altezza di tutte le potestà. L'intera esistenza cristiana si fonda e si eleva su una arcana serie di azioni divine per le quali l'amore di Dio rivela maggiormente tutti i suoi prodigi. Pur trattandosi di misteri che trascendono la percezione umana e che ispirano un profondo timore riverenziale, non per questo vien meno la fede, vacilla la speranza e si raffredda la carità.


    Credere senza esitare a ciò che sfugge alla vista materiale e fissare il desiderio là dove non si può arrivare con lo sguardo, è forza di cuori veramente grandi e luce di anime salde. Del resto, come potrebbe nascere nei nostri cuori la carità, come potrebbe l'uomo essere giustificato per mezzo della fede, se il mondo della salvezza dovesse consistere solo in quelle cose che cadono sotto i nostri sensi?
    Perciò quello che era visibile del nostro Redentore è passato nei riti sacramentali. Perché poi la fede risultasse più autentica e ferma, alla osservazione diretta è succeduto il magistero, la cui autorità avrebbero ormai seguito i cuori dei fedeli, rischiarati dalla luce suprema.
    Questa fede si accrebbe con l'ascensione del Signore e fu resa ancor più salda dal dono dello Spirito Santo. Non riuscirono ad eliminarla con il loro spavento né le catene, né il carcere, né l'esilio, né la fame o il fuoco, né i morsi delle fiere, né i supplizi più raffinati, escogitati dalla crudeltà dei persecutori. Per questa fede in ogni parte del mondo hanno combattuto fino a versare il sangue, non solo uomini, ma anche donne; non solo fanciulli, ma anche tenere fanciulle. Questa fede ha messo in fuga i demoni, ha vinto le malattie, ha risuscitato i morti.


    Credere senza esitare a ciò che sfugge alla vista materiale e fissare il desiderio là dove non si può arrivare con lo sguardo, è forza di cuori veramente grandi e luce di anime salde. Del resto, come potrebbe nascere nei nostri cuori la carità, come potrebbe l'uomo essere giustificato per mezzo della fede, se il mondo della salvezza dovesse consistere solo in quelle cose che cadono sotto i nostri sensi?
    Perciò quello che era visibile del nostro Redentore è passato nei riti sacramentali. Perché poi la fede risultasse più autentica e ferma, alla osservazione diretta è succeduto il magistero, la cui autorità avrebbero ormai seguito i cuori dei fedeli, rischiarati dalla luce suprema.
    Questa fede si accrebbe con l'ascensione del Signore e fu resa ancor più salda dal dono dello Spirito Santo. Non riuscirono ad eliminarla con il loro spavento né le catene, né il carcere, né l'esilio, né la fame o il fuoco, né i morsi delle fiere, né i supplizi più raffinati, escogitati dalla crudeltà dei persecutori. Per questa fede in ogni parte del mondo hanno combattuto fino a versare il sangue, non solo uomini, ma anche donne; non solo fanciulli, ma anche tenere fanciulle. Questa fede ha messo in fuga i demoni, ha vinto le malattie, ha risuscitato i morti.
    Gli stessi santi apostoli, nonostante la conferma di numerosi miracoli e benché istruiti da tanti discorsi, s'erano lasciati atterrire dalla tremenda passione del Signore ed avevano accolto, non senza esitazione, la realtà della sua risurrezione. Però dopo seppero trarre tanto vantaggio dall'ascensione del Signore, da mutare in letizia tutto ciò che prima aveva causato loro timore. La loro anima era tutta rivolta a contemplare la
    divinità del Cristo, assiso alla destra del Padre. Non erano più impediti, per la presenza visibile del suo corpo, dal fissare lo sguardo della mente nel Verbo, che, pur discendendo dal Padre, non l'aveva mai lasciato, e, pur risalendo al Padre, non si era allontanato dai discepoli.

    Proprio allora, o dilettissimi, il Figlio dell'uomo si diede a conoscere nella maniera più sublime e più santa come Figlio di Dio, quando rientrò nella gloria della maestà del Padre, e cominciò in modo ineffabile a farsi più presente per la sua divinità, lui che, nella sua umanità visibile, si era fatto più distante da noi.
    Allora la fede, più illuminata, fu in condizione di percepire in misura sempre maggiore l'identità del Figlio con il Padre, e cominciò a non aver più bisogno di toccare nel Cristo quella sostanza corporea, secondo la quale è inferiore al Padre. Infatti, pur rimanendo nel Cristo glorificato la natura del corpo, la fede dei credenti era condotta in quella sfera in cui avrebbe potuto toccare l'Unigenito uguale al Padre, non più per contatto fisico, ma per la contemplazione dello spirito.





ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO


               ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO


                             LETTURE del 24/05/2012




Tropario

Ascendesti nella gloria, o Cristo Dio nostro, e rallegrasti i discepoli con la promessa del Santo Spirito, essendo essi confermati per la tua benedizione, che tu sei il Figlio di Dio, il Redentore del mondo.








                                            Apostolo



 Dagli Atti degli Apostoli 1, 1-12



Fratelli ..... nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».
Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».
Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.

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Vangelo

Dal Vangelo di Luca 24,36-53

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.




martedì 22 maggio 2012

22 MAGGIO TRASLAZIONE DI SAN NICOLA

22 MAGGIO TRASLAZIONE
DI SAN NICOLA

LA CHIESA DI CHIETI
 DEDICATA  A  SAN NICOLA




INNO ACATISTO DEDICA A SAN NICOLA ARCIVESCOVO DI MIRA IN LICIA TAUMATURGO
KONTACHIO 1
Invincibile taumaturgo e straordinario adoratore di Cristo, che stilli in tutto il
mondo il prezioso miro della grazia e unmare inesauribile di miracoli,

con tutto il mio amore ti lodo, San Nicola: e invoco te,

che hai slancio ardito verso il Signore,
affinché tu mi liberi da ogni pericolo: Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.
INNO 1
Il Creatore di ogni cosa si è manifestato a te,

 immagine di angelo e natura di essere
terreno; e poiché alla tua anima è stata profetizzata una fertile

 bontà, o beatissimo
Nicola, insegna a tutti a cantare a te così: Gioisci, tu che sei stato purificato fin

dal grembo materno; gioisci, tu che sei stato santificato per sempre.
Gioisci, tu che con la tua nascita hai stupito i tuoi genitori;
gioisci, tu che dopo la nascita hai manifestato la forza dell’anima.
Gioisci, giardino della terra promessa; gioisci, fiore del giardino divino.
Gioisci, tralcio della virtuosa vite di Cristo, gioisci, albero taumaturgo

del paradiso di Gesù.
Gioisci, giglio delle piante del paradiso; gioisci, miro del profumo di Cristo.
Gioisci, poiché per mezzo tuo è scacciato il pianto; gioisci, poiché per mezzo tuo è

portata la gioia.   Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.

 
KONTACHIO 2

Dopo avere visto lo scorrere del tuo miro, o sapiente in Dio,

 le anime sono illuminate e i
corpi incominciano a comprendere, o Nicola, che tu sei un santo mirabile da cui
scaturisce miro portatore di vita; riversando la grazia di Dio

come acqua miracolosa,  sazia quelli che cantano a Dio: Alleluia.
INNO 2
A Nicea, assieme ai santi padri, sei stato difensore della confessione di fede
ortodossa, insegnando che la Santa Trinità non si comprende con l’intelletto;

hai confessato che il Figlio è uguale al Padre, e con lui condivide

 la sostanza e il regno, e hai smascherato la follia di Ario.

Per questo, insegna ai fedeli  a innalzare a te il canto:
Gioisci, somma colonna di devozione; gioisci, città, rifugio dei fedeli.
Gioisci, solida fortificazione dell’Ortodossia; gioisci, grembo onorato e lode della
tuttasanta Trinità. Gioisci, tu che hai predicato uguale onore per il Padre

 e per il Figlio;
gioisci, tu che hai scacciato Ario l’indemoniato dal Concilio dei santi.
Gioisci, padre, gloriosa bellezza dei padri, gioisci, sapientissimo

 bene di tutti i sapienti in Dio.
 Gioisci, tu che pronunci parole infuocate; gioisci,

 tu che insegni il bene al tuo gregge

Gioisci, poiché per mezzo tuo è rafforzata la fede; gioisci, poiché per mezzo
 tuo è spodestata l’eresia.
Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.

KONTACHIO 3

Con la forza che ti è stata donata dall’alto, asciuga ogni lacrima dal viso

di chi soffre crudelmente, padre teoforo Nicola: tu che nutri gli affamati e

 sai una valida guida tra gli abissi del mare, sei la guarigione di quelli che

soffrono e ti sei mostrato un aiuto in ogni circostanza per tutti quelli che

cantano a Dio: Alleluia.
INNO 3
Per te, padre Nicola, un canto si eleva dal cielo, e non dalla terra:

quale uomo infatti potrebbe annunciare la tua immensa santitа?

Noi però, vinti dal tuo amore, ti cantiamo così:
Gioisci, modello degli agnelli e dei pastori; gioisci,

 santa purificazione delle abitudini.
 Gioisci, ricettacolo di somme virtù; gioisci, dimora pura e onorata

 di cose sante.
Gioisci, lume amatissimo e luminosissimo; gioisci, luce

brillantissima e immacolata.
Gioisci, degno interlocutore degli angeli; gioisci, maestro buono degli uomini.
Gioisci, regola devota di fede; gioisci, modello di umiltа spirituale.
Gioisci, poichè per mezzo tuo siamo liberati dalle passioni corporali;
gioisci, poichè per mezzo tuo siamo ricolmati di dolcezze spirituali.
Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.
KONTACHIO 4
La tempesta del dubbio mi turba la mente, come posso essere degno di

 cantare i tuoi
miracoli, o beato Nicola; infatti non potrei enumerarne

 nessuno, anche se conoscessi  molte lingue e volessi parlarle;

pero con meraviglia glorifichiamo Dio in te e osiamo cantare: Alleluia.
INNO 4
Sentendo, o Nicola saggio in Dio, vicina e lontana la

 grandezza dei tuoi miracoli,
poichè nell’aria con ali leggere di grazia tu sei abituato a

preavvisare chi si trova

in pericolo, e da questo prontamente liberi tutti quelli che così ti cantano:
Gioisci, liberazione dalla tristezza; gioisci, dono di grazia.
Gioisci, tu che scacci i mali indesiderati; gioisci,

 tu che ci ricolmi dei beni desiderati.
Gioisci, rapido conforto di chi è in pericolo; gioisci,

terribile castigo di chi offende.
Gioisci, abisso di miracoli, ricolmato da Dio;gioisci,

 tavola della legge di Cristo, scritta da Dio.
Gioisci, forte sostegno di chi cade; gioisci, fondamento di

 chi sta nella rettitudine.
Gioisci, poichè per mezzo tuo  è smascherata ogni tentazione;
gioisci, poichè per mezzo tuo e realizzata ogni veritа.
Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.
KONTACHIO 5
Ti sei manifestato come stella mandata da Dio, maestro per chi

solca il mare crudele, e
si troverebbero subito di fronte alla morte se tu non ti

presentassi in loro aiuto quando
ti invocano, san Nicola taumaturgo: infatti tu senza

timore impedisci al demonio in
volo di minacciare il vascello e lo scacci, e insegni ai fedeli

 da te salvati a innalzare a
Dio il canto: Alleluia.
INNO 5
Vedendo le giovani costrette a un’impura unione a causa della povertà,

per la tua grande misericordia nei confronti dei poveri,

beatissimo padre Nicola, sei andato
 di nascosto la notte a portare al vecchio genitore tre sacchetti d’oro,

liberandolo assieme alle figlie dalla caduta nel peccato:
Perciò da tutti senti cantare: Gioisci, tesoro immenso di misericordia;
gioisci, rifugio provvidenziale per le persone.
Gioisci, nutrimento e ricompensa di quelli che si rivolgono a te;
gioisci, pane inesauribile per gli affamati.
Gioisci, ricchezza donata da Dio ai poveri che vivono sulla terra;
gioisci, solerte appoggio dei miseri.
Gioisci, tu che ascolti subito i poveri; gioisci, gradita protezione dei sofferenti.
Gioisci, immacolato compagno delle tre vergini;

gioisci, custode zelante della purezza.
Gioisci, speranza dei disperati; gioisci, ricompensa del mondo intero.
Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.
KONTACHIO 6
Tutto il mondo racconta di te, beatissimo Nicola, di quanto tu sia sollecito a
soccorrere chi è in disgrazia, poichè molte volte nello stesso momento hai messo

in guardia e hai aiutato chi viaggiava per terra e chi navigava

per mare, soccorrendo e
custodendo dalle insidie quelli che cantanoa Dio: Alleluia.
 INNO 6
Luce vivificante che illumina, tu salvi da morte ingiusta i

condottieri che invocandoti
ottengono il tuo favore, o Nicola buon pastore; essi si rivolgono a te non appena
un brutto sogno li spaventa e tu ordini che niente faccia loro

 del male e che rimangano
incolumi. Per questo anche noi con loro ti cantiamo con gratitudine:
Gioisci, tu che aiuti con zelo chi ti invoca; gioisci, tu che liberi       

 dalla morte ingiusta.
Gioisci, tu che custodisci dalle calunnie adulatrici; gioisci,

 tu che rendi vani i consigli ingiusti.
Gioisci, tu che strappi la menzogna come una ragnatela;
gioisci, tu che innalzi gloriosamente la veritа.
Gioisci, tu che sciogli gli innocenti dallecatene; gioisci, tu che vivifichi i morti.
Gioisci, tu che porti alla luce la veritа; gioisci, tu che getti nelle tenebre la
menzogna.
Gioisci, poichè per mezzo tuo l’innocente e liberato dalla spada;
gioisci, poichè per mezzo tuo ci saziamo di luce.
Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.
KONTACHIO 7
Volendo, o Nicola, scacciare il fetore dell’eretica bestemmia, hai manifestato il
miro misterioso dal buon profumo; hai salvato le genti di tutto il mondo,
ricolmandolo del miro della grazia. E noi, che non siamo stati bruciati

dal fetore delle
bestemmie peccaminose, con gratitudine contiamo a Dio: Alleluia.
INNO 7
Vediamo te come nuovo Noè, nocchiero dell’arca della salvezza, che con perizia
guidi attraverso le asperitа delle tempeste verso la quiete divina,

o santo padre Nicola, e ti cantiamo così:
Gioisci, quieto rifugio dalle tempeste; gioisci, riparo sicuro dei naufraghi.
Gioisci, buon nocchiero di quelli che navigano tra gli abissi;
gioisci, tu che dissipi le preoccupazioni del mare.
Gioisci, sostegno di chi si trova in un vortice;
gioisci, calore che riscalda chi si trova al freddo.
Gioisci, luce che dissipa le tenebre dolorose;
gioisci, faro che illumina tutti i confini della terra.
Gioisci, tu che liberi gli uomini dall’abisso del peccato;
gioisci, tu che ricacci satana nell’abisso dell’inferno.
Gioisci, perchè per mezzo tuo possiamo attingere all’infinita

misericordia di Dio;
gioisci, poichè per mezzo tuo siamo salvi dal diluvio dell’ira e

riconciliati con Dio.
Gioisci, Nicola, sommo taumaturgo.