sabato 27 dicembre 2014

Domenica dopo il Natale di Cristo. Memoria dei santi e giusti Giuseppe, sposo della Vergine, Davide re e Giacomo fratello di Dio e Santi Martiri di Nicomedia (303) - 28/Dicembre/2014

Domenica dopo il Natale di Cristo. Memoria dei santi e giusti Giuseppe, sposo della Vergine, Davide re e Giacomo fratello di Dio.


Domenica dopo il Natale: San Giuseppe, sposo di Maria Vergine, San Davide, profeta e re e San Giacomo, Apostolo

 e Santi Martiri di Nicomedia (303)




Lettura della Domenica
28/12/2014
                                       


Apostolo
Gal 1, 11-19

Fratelli, vi rendo noto che il vangelo da me annunciato non è secondo l’uomo: infatti non l’ho ricevuto né l’ho imparato da un uomo, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Avete udito certamente della mia condotta d’un tempo nel giudai
smo: perseguitavo oltre ogni limite la Chiesa di Dio e la devastavo. 
Superavo nel giudaismo la maggior parte dei coetanei del mio popolo, essendo ben più di loro zelante delle tradizioni dei padri. Quando poi piacque a Dio - che mi aveva scelto fin dal ventre di mia madre e mi aveva chiamato con la sua grazia - di rivelare in me il Figlio suo affinché lo annunciassi ai pagani, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza salire a Gerusalemme da quelli che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per vedere Pietro e rimasi presso di lui quindici giorni. Degli apostoli non vidi nessun altro se non Giacomo, il fratello del Signore. 

Vangelo
Mt 2, 13-23

In quel tempo, appena i Magi partirono verso il loro paese, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò. Infatti Erode sta per cercare il bambino per ucciderlo”. Egli allora si alzò e prese con sé il bambino e sua madre e, nella notte, fuggì in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse quanto fu annunziato dal Signore per mezzo del profeta che dice: “Dall’Egitto ho chiamato mio figlio”. Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, secondo il tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia, che dice: “Un grido si è udito in Rama, pianto e lamento grande; Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata, perché non sono più”. Morto Erode, 
un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, e va’ in terra di Israele, perché sono morti quelli che insidiavano la vita del bambino”. Egli allora si alzò, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò in terra di Israele. Avendo saputo che Archelao era re di Giudea al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni 
della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse quel che era stato detto dai profeti: Sarà chiamato Nazareno

giovedì 25 dicembre 2014

NATALE 2014 - Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita


Messaggio di Sua Em.nza il Metropolita

Messaggio di Sua Eminenza il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d'Italia e Malta in occasione della Festa di Natale 2014




MESSAGGIO
DI SUA EMINENZA IL METROPOLITA GENNADIOS,
ARCIVESCOVO ORTODOSSO D'ITALIA E MALTA
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI NATALE 2014


Diletti e Amati figli
Della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta,
“Cristo è nato! Glorificate”

“Oggi nasce Colui che  esiste da sempre e diviene ciò che non è mai stato”“E’ Dio e diventa uomo e pur tuttavia rimane Dio”, esclama a gran voce il Padre dell’amore e del dialogo, San Giovanni Crisostomo, Arcivescovo di Costantinopoli. Il “Grande e Paradossale Mistero dell’Incarnazione di Dio”, che l’uomo ammira e di cui rimane sorpreso, quando lo contempla, poiché non è mai accaduto un tale evento: “Guardo colei che ha generato.  Guardo anche quello che è nato. Pur tuttavia, non posso comprendere il modo con cui è nato”. Vediamo, dunque, diletti e carissimi Fratelli, che il modo della festa è inedito, come inedito è il motivo della nascita di Cristo.
         L’autore della nostra Divina Liturgia, San Giovanni Crisostomo, confessa con precisione che: “prima della comparsa di Cristo la nostra natura era dominata dal diavolo, dal peccato, dalla morte…”“mentre il diavolo ingannava e il peccato uccideva, la morte poi seppelliva”. Realmente, “il peccato è sorto come muro d’inimicizia tra Dio e l’uomo”, come riporta nella sua Catechesi San Nettario, vescovo di Pentapoli con la “conseguenza della fatale separazione dell’uomo dal benevolo Dio e la sua inevitabile sottomissione al demonio, che odia il bene”.
         E’ una chiara verità, uomini di Dio della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, che, quando lo vuole Dio, sono superate anche le leggi della natura. Lo stesso è accaduto anche nel“Mistero Soprannaturale” della Natività del Nostro Signore Gesù Cristo: l’ordine naturale è stato abbandonato ed ha agito il volere divino. La profonda misericordia di Dio non può essere espressa, ma il timore dell’uomo, la sua sorpresa di fronte al “Grande Miracolo” e anche la sua meraviglia sono tutte cose straordinarie. Lo ha generato, dunque, come Dio ha voluto. Certamente nella natura non esisteva la possibilità di una simile nascita. Dio, dominatore della natura e di tutte le cose, ha concepito questo modo della Natività, un modo paradossale. E’ un modo, che solo Dio poteva concepire e portare a termine. Mostrando così che per quanto sia divenuto Uomo, non è nato come uomo, ma lo ha fatto per unirlo all’unico Dio, che è Luce, Verità, Pace, Amore, Speranza e Vita Eterna. Anche questo modo paradossale della Nascita del nostro Salvatore Gesù Cristo avviene, così, poiché, sempre secondo il sapientissimo e ispirato araldo dell’amore e della solidarietà, Giovanni Crisostomo, qualora Dio fosse venuto come uomo da un comune matrimonio, i più avrebbero considerato un inganno la Sua nascita: Ecco perché nasce da una vergine, ecco perché conserva il suo utero intatto, ecco perché custodisce la sua verginità integra, ecco perché abbiamo un modo paradossale, un modo soprannaturale della Nascita di Cristo. Sono chiarele parole di San Giovanni Crisostomo a tal proposito: “Cristo è apparso nel mondo, come «uomo» per guidare gli uomini. E’ apparso nel mondo come «Dio», per salvare il mondo”.
Accorri a festeggiare, diletto popolo di Dio! Accorri a celebrare insieme la solennità! La preghiera della festa rafforza, da coraggio, protegge, guida, illumina, accresce la fede, aiuta il fedele a comprendere questo modo soprannaturale della Nascita di Gesù Cristo, modo paradossale che proprio solo della potenza e infinita sapienza di Dio.
         I dolcissimi e sublimi discorsi di San Giovanni Crisostomo:“il Regno dei cieli è stato trapiantato sulla terra, gli angeli conversano con gli uomini. Tutte le cose si sono unite, e ciò, poiché Dio è sceso sulla terra e l’uomo è salito nei cieli. Dio è venuto sulla terra, ma si trova ancora in cielo: è tutto in cielo e tutto sulla terra”. Il convincente e salvifico insegnamento del Santo del «Secolo d’Oro della Chiesa», Giovanni Crisostomo sorprende coloro che con zelo divino vi si sono applicati, che vivono la sua spiritualità, la sua verità dogmatica, divenendo uomini di Dio, secondo il detto del Santo Apostolo Paolo: “non vivo più io, ma Cristo in me vive” (Gal. 2,20).
         Il «Grande e Soprannaturale Mistero dell’Incarnazione di Gesù Cristo» ha fatto sì che aumentasse il numero di coloro che partecipano a questo “miracolo” del ”Disegno di Dio”, così da giungere al punto di comporre meravigliosi inni, che arricchiscono i fedeli, li preparano e gli guidano a comprendere il Mistero dell’Incarnazione e della Salvezza dell’uomo. I commoventi e solenni canti particolari del Grande Vespro Solenne, questi sublimi inni della Nascita di Gesù Cristo, invitano il popolo di Dio a festeggiare il “Grande Mistero” e ad annunciare chiaramente che Cristo si è fatto uomo, perché lo ama: “Orsù, rallegriamoci nel Signore raccontando il presente mistero. Il muro della separazione è abbattuto… infatti, l’immagine immutabile del Padre, il Carattere della sua eternità assume la natura del servo, nascendo da una madre Vergine, senza subire mutamento; rimase ciò che era, poiché era vero Dio”.
         Gli Inni famosissimi e illuminati dalla Grazia di Dio invitano a vivere e a festeggiare con gioia solenne la “Metropoli delle Feste”, come anche con la sacralità e la pacifica glorificazione degli angeli, con la divina ammirazione dei pastori e la gioia di tutto il creato. L’innografo canta: “Orsù, fedeli …. guardiamo la divina condiscendenza scesa dall’alto a Betlemme verso di noi”“grazie a tale disegno, infatti, è stata conosciuta la tua infinita Misericordia…”, Colui che si è incarnato per opera dello Spirito Santo ed è divenuto uomo dalla Semprevergine Maria, ci ha acquistato e ci ha liberati dal peccato, ha rallegrato tutta la creazione, la terra gioisce con gli uomini ed essi sono condotti alla luce.
         “Sapienza, verbo e potenza, essendo Figlio del Padre e culmine Cristo Dio”, cantando l’innografo “il Verbo s’incarna, ma non si è separato dal Padre” offre all’uomo la salvezza e il Regno dei Cieli. Di fronte al “Grande e soprannaturale miracolo dell’Incarnazione di Gesù Cristo”, l’uomo e tutta la creazione, canta: “Cosa possiamo offrirti, Cristo, poiché sei apparso sulla terra come uomo per noi? Ogni tua creatura ti ringrazia: gli Angeli con l’inno, i cieli con la stella, i magi con i doni, i pastori con la meraviglia, la terra con la grotta, il deserto con la mangiatoia: mentre noi con la Madre Vergine: Dio, che sei prima dei Secoli, abbi misericordia di noi”.
         Colui “che è, esiste da prima di tutte le cose e risplende dalla Vergine come Dio” è il vero Dio, è la salvezza del mondo, l’unica speranza e forza dell’uomo per vincere le avversità della vita, le dure prove e avventure, l’ignoranza e la calunnia.
         A Lui, dunque, Vero Dio, Logos di Dio e Figlio della Vergine, rivolgiamo la nostra preghiera con devozione e speranza per quanti hanno necessità, per gl’infermi, per quanti sono nelle carceri, per quanti sono in prigione, per gli orfani, perché tacciano le armi, perché cessino gli scontri e le guerre, perché siano illuminati quanti tramano contro gli altri e in generale per il superamento della crisi spirituale, sociale e culturale dell’umanità. Preghiamo affinché Dio nato a Betlemme custodisca il mondo dalle insidie e dalla malvagità del nuovo Erode o da quella di molti altri suoi simili, che, purtroppo, esistono anche oggi con aspetto profetico e debolezza, negli ambienti in cui viviamo, sia nei piccoli ambienti, come anche nei grandi, nelle scuole e nei diversi centri, come anche in mezzo ai campi e agli stadi della vita.
         Preghiamo senza interruzione per i giovani, che costituiscono il nuovo cammino del mondo, la preziosissima forza della vita dell’uomo, donata da Dio per il futuro dell’umanità, la prosecuzione piena di grazia di tutte le cose. Non cessiamo di pregare per questo sublime dono di Dio.
         Insieme col precisissimo e illuminoso Padre della Chiesa di Cristo San Giovanni Crisostomo come nostro compagno di cammino dirigiamoci verso la “Grotta indicata da Dio” e veneriamo il Signore Dio-uomo che “è avvolto nelle fasce” per la nostra salvezza e Che è nato come uomo, affinché l’uomo potesse diventare Dio.
         Con questa nostra fede nell’Unico Vero Dio, Che veneremo anche come il Bambino che giace nella mangiatoia e di cui ammireremo il tesoro della povertà, per mezzo della quale risplende la ricchezza della divinità, che sia propizio e nostro benefattore, l’immutabile luce e la base della nostra vita, che sia l’aiuto perpetuo e il nostro saldo e invincibile protettore.
         “Cristo è nato, glorificate!
         Il Paradiso si è aperto!
Il peccato è stato rivelato!
L’errore è stato allontanato!
Dio è sulla terra e l’uomo nei cieli!
Cristo è nato, rendete gloria!”

Venezia, Campo dei Greci, 25 dicembre 2014



+ Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia a Malta ed
Esarca per l’Europa Meridionale 



Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta

NATALE 2014 - Messaggio del S.S. Patriarca Ecumenico


Messaggio del S.S. Patriarca Ecumenico

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Prot. N. 1377

MESSAGGIO PATRIARCALE
PER IL NATALE

+ B A R T O L O M E O
PER MISERICORDIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA, MISERICORDIA E PACE DA CRISTO SALVATORE
NATO A BETLEMME

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Fratelli e Figli amati nel Signore,

“Cristo scende dai cieli, andategli incontro!”


E’ apparso sulla terra Dio, e si è manifestato allo stesso tempo l’uomo perfetto  e il valore inalienabile della persona umana.  Noi uomini di oggi, particolarmente viviamo  la condizione mutevole, secondo la quale giornalmente constatiamo con il Salmista che “tutti hanno traviato, e si sono pervertiti; non c’è chi compia il bene, non ce n’è neppure uno”. (Sal 13,3 – Rom. 3,12-13).
Prima della incarnazione di Cristo, l’uomo non poteva immaginare il valore inalienabile della persona  umana, poiché dopo la caduta  si era ammalato ed si era deturpato. Solo gli uomini assai illuminati avevano intuito,  anche prima di Cristo, il valore della persona umana e nel dubbio del Salmista “cos’è l’uomo, perché te ne ricordi?” (Sal. 5,5), hanno proclamato: “l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” (Sal.8,6).
            Tale estremo valore della persona umana è stato rivelato dal Signore Teantropo, e da allora, anno per anno, lo hanno ripetuto proclamazioni di stati, governi, gruppi sociali, e convenzioni internazionali dedicate al rispetto della persona umana e dei suoi diritti.
            Nonostante ciò, ai nostri tempi vediamo giornalmente la più infima degradazione della persona umana, l’oltraggio e la sua umiliazione. C’è bisogno dunque, se vogliamo essere degni della gloria e dell’onore,  con cui il Creatore “fatto per noi attraverso di noi”, ha circondato la persona umana, - di fare tutto il possibile per far cessare il comportamento degradante ultimamente aumentato verso la persona umana.
Seguiamo  sbalorditi il ripetersi continuamente “del dramma di Betlemme”. Poiché si tratta di un dramma e non di un avvenimento gioioso, per quanto si ignori il Figlio posto in una mangiatoia e Logos di Dio, e la sua creazione, l’uomo, non viene trattato come “immagine di Dio”.
La nostra Santa Chiesa Ortodossa e la sua teologia insegnano che l’uomo ed il corpo umano sono degni di completo rispetto, poiché si sono uniti con Dio, nel Signore incarnato. Perciò bisogna che tutti intensifichiamo i nostri sforzi, affinché tutti rispettino il  valore estremo dell’essere umano.

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Con molto restringimento di cuore e  profonda afflizione, il Patriarcato Ecumenico e la nostra Umiltà seguono  giorno per giorno queste onde crescenti  di violenza e di barbarie, che continuano a devastare diverse aree del nostro pianeta, e particolarmente in Medio Oriente, e specialmente  i cristiani nativi del posto, nel nome spesso della religione.
Non cesseremo di proclamare da questo Sacro Centro dell’Ortodossia, a tutti, ai fratelli Primati  delle Chiese Ortodosse e delle altre Chiese Cristiane, ai rappresentanti delle religioni, ai Capi di Stato, a ogni uomo di buona volontà, e specialmente ai quei nostri prossimi, dietro incitamento o non mettendo la loro stessa vita in pericolo per strappare vite umane, - opere anche queste di Dio, - ed in ogni direzione, che non è possibile che esista alcuna forma di vera e autentica religiosità o spiritualità senza amore per la persona umana.  Qualsivoglia formazione ideologica, sociale o religiosa disprezzi l’uomo creato ad immagine di Dio e insegni o permetta la morte di un nostro prossimo e soprattutto in modo brutale e primitivo, non ha certamente alcuna relazione col Dio dell’amore.

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Volgendo, fratelli e figli, i nostri occhi alla situazione che oggi si presenta nel mondo, distogliamo il nostro volto dai fatti penosi di intolleranza ed inimicizia, che devastano l’umanità e arrivano oltre, attraverso gli attuali mezzi di comunicazione di massa, che provocano un più facile spavento alle orecchie e alla nostra vista,  attraverso gli orrori che accadono e opponiamo come valido antidoto alla attuale violenza , la “povertà  estrema“ di Dio, che ha stupito i magi ed il mondo, e che sempre agisce come amore. Questa è la forza segreta di Dio,  la forza mistica della Chiesa Ortodossa, la forza segreta della stirpe dei Cristiani. La forza che vince e supera con l’amore ogni sorta di violenza e di malvagità.
Così valutando la situazione delle azioni umane, durante il Natale di quest’anno, auguriamo che tutti possano vivere la grazia del rispetto assoluto del valore della persona, del prossimo, e  la cessazione della violenza in ogni forma, su cui,  attraverso l’amore, promuove e offre la vittoria,  colui che ha preso carne l’“Angelo del gran consiglio”, il “Principe della Pace”, il Salvatore nostro Gesù Cristo.
La grazia e la misericordia infinita e la benevolenza del Signore della gloria, della pace e dell'amore, partorito e fattosi uomo, siano con tutti.

Natale 2014

Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
Fervente intercessore presso Dio per tutti voi

 + Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo,
diletto fratello in Cristo e fervente intercessore presso Dio


mercoledì 24 dicembre 2014

Natività del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo - 25 Dicembre 2014

Natività del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo 






icona scritta da Nevena Nedelcheva




LETTURA DI NATIVITA' DEL SIGNORE

25 DICEMBRE 2014


Apolitikion


La tua Natività, o Cristo Dio nostro, fece spuntare nel mondo la luce della verità. Per essa infatti gli adoratori degli astri vennero ammaestrati da una stella ad adorare Te, sole di giustizia, e a riconoscere Te aurora celeste; o Signore, gloria a Te.


Kontakion



Oggi la Vergine dà alla luce l’Eterno e la terra offre una spelonca all’Inaccessibile. Gli Angeli con i Pastori cantano gloria, i Magi camminano seguendo la guida della stella; poiché per noi è nato un tenero Bambino, il Dio eterno



Apostolo
 Gal 4, 4-7

Fratelli, quando giunse la pienezza del tempo, Dio inviò il Figlio suo, fatto da donna, fatto sotto la legge, per riscattare quelli che sono sotto la legge, affinché ricevessimo l’adozione a figli. Poiché siete figli, Dio ha inviato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, il quale grida Abbà, Padre! Così non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, anche erede di Dio per grazia di Cristo. 

Vangelo
 Mt 2, 1-12 
Nato Gesù a Betlemme in Giudea, al tempo del re Erode, ecco giungere a Gerusalemme 
dall’oriente dei magi, i quali domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire ciò il re Erode fu turbato, e con lui tutta Gerusalemme. Convocò tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo e si informava da loro dove dovesse nascere il Cristo. Essi gli dissero: “A Betlemme di Giudea. 
Infatti così è stato scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei lapiù piccola tra i capoluoghi di Giuda; da te uscirà un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode chiamò di nascosto i magi e chiese loro informazioni sul tempo esatto del’apparizione della stella; quindi li inviò a Betlemme dicendo: Andate e fate accurata ricerca del bambino; quando poi lo trovate, fatemelo sapere, in modo che anch’io possa andare ad adorarlo”. Essi, dopo avere ascoltato il re, si misero in cammino. Ed ecco: la stella che avevano visto in oriente li precedeva finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella si rallegrarono assai di gioia grande; ed entrati in casa videro il bambino con Maria sua madre e caddero a terra per adorarlo. Poi aprirono i loro tesori e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. 


venerdì 19 dicembre 2014

Domenica prima di Natale - 21 dicembre 2014 - Si fa memoria di tutti i padri che dall’inizio del mondo si sono resi graditi a Dio, da Adamo sino a Giuseppe, sposo della Santissima Theotokos, e Santa Giuliana martire e con lei altri 500.


Domenica prima di Natale  

Si fa memoria di tutti i padri che dall’inizio del mondo si sono resi graditi a Dio, da Adamo sino a Giuseppe, sposo della Santissima Theotokos, e Santa Giuliana martire  e con lei altri 500.


Domenica prima del Natale - dei S.s. Padri: da Abramo fino a Giuseppe, sposo di Maria Vergine


Lettura della Domenica
21 dicembre 2014 


Santa Giuliana martire.

Apostolo 
Eb 11, 9-10;  17-23; 32-40

 Fratelli .....per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa.  Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future.
Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi all'estremità del bastone.
Per fede Giuseppe, alla fine della vita, parlò dell'esodo dei figli d'Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa.
Per fede Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell'editto del re.E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo, se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti,  i quali per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni,  spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trovarono forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri.  Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione.  Altri, infine, subirono scherni e flagelli, catene e prigionia.  Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati -  di loro il mondo non era degno! -, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.
 Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa:  Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

                                 Vangelo
 Matteo 1, 1-25 


Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Farès e Zara da Tamar, Farès generò Esrom, Esrom generò Aràm, Aràm generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Boòz da Racàb, Boòz generò Obed da Ruth, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboàmo, Roboàmo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafàt, Giosafàt generò Ioràm, Ioràm generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 
Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliakìm, Eliakim generò Azòr, Azòr generò Sadòk, Sadòk generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattàn, Mattàn generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale fu generato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a David è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo è, infine, di quattordici. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe il suo sposo era giusto e non voleva ripudiarla, e così decise di rimandarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei è dallo 
Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio. E gli diede nome Gesù. 

sabato 13 dicembre 2014

Domenica XI di Luca- dei Progenitori Tirso, Apollo e Leucio, martiri (287)

Domenica XI di Luca- dei Progenitori 
 Tirso, Apollo e Leucio, martiri (287) 


XI Domenica di Luca: dei Progenitori del Signore
                                                               

 Lettura della Domenica
14 Dicembre 2014

 
Apostolo 
Col 3, 4-11


Fratelli, quando Cristo, la nostra vita, apparirà, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate dunque morire ciò che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, pass
ione, desideri sfrenati e quell’avidità di guadagno che è idolatria; a motivo di questi vizi l’ira di Dio viene sui figli della disobbedienza. Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora però deponete anche voi tutte queste cose: ira, sdegno, malizia, maldicenza, parole oltraggiose che escono dalla bocca. Non mentitevi gli uni gli altri, poiché vi siete spogliati dell’uomo vecchio e del suo modo di agire e vi siete rivestiti del nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, a immagine del suo Creatore: in questa condizione non c’è più Greco o Giudeo, circonciso o incirconciso, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. 


Vangelo 
Lc 14,16-24, Mt 22,14 
Il Signore ha detto questa parabola: "Un uomo diede un grande banchetto, e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, tutto è pronto. Ma essi, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Ho comprato un campo e ho necessità di andare a vederlo; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho preso moglie, e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì queste cose al suo signore. Allora il 
padrone di casa, pieno di sdegno, disse al suo servo: Esci subito per le piazze e le vie della 
città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare perché la mia casa sia piena. Vi dico infatti: nessuno di quegli uomini che erano stati invitati gusterà la mia cena, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti ".