sabato 27 maggio 2023

VI Domenica dopo Pasqua dei Padri del I Concilio Ecumenico (di Nicea) -28/05/2023 - Sant'Eftico Vescovo di Melitini

                          VI Domenica dopo Pasqua 


dei Padri del I Concilio Ecumenico
 
(di Nicea) 
 
 
 




Sant'Eftico Vescovo di Melitini
 




Lettura della Domenica

28/05/2023

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Apostolo 

At 20, 16-18; 28-36

 In quei giorni, Paolo aveva deciso di passare al largo di Efeso perché non gli capitasse di perdere tempo in Asia: si affrettava, per quanto gli era possibile, per essere a Gerusalemme nel giorno di Pentecoste. Da Mileto mandò a chiamare subito ad Efeso i presbiteri della Chiesa. Quando essi giunsero disse loro: “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno tra voi lupi crudeli, che non risparmieranno il gregge; perfino tra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose perverse per trascinare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi. E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedervi l’eredità di tutti i santificati. Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di Domenica dei Padri di Nicea X-Gv 21, 1-14. Atti 20, 16-18.28-36; Giovanni 17, 1-13 2 nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli, ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: ”É cosa più beata dare che ricevere!” Detto questo si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in un gran pianto e gettandosi al collo di Paolo lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave. 

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Vangelo

Gv 17, 1-13

 In quel tempo, Gesù alzò gli occhi al cielo e disse: “Padre, è giunta l’ora: glorifica il Figlio tuo affinché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni carne, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami presso di te, con la gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e hanno conosciuto veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te, Padre santo: custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, affinché siano uno, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro si è perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia”.

sabato 20 maggio 2023

21/05/2023 - Domenica del nato Cieco - San Costantino ed Elena isoapostoli

                                Domenica del cieco nato 


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Santi Costantino ed Elena, isoapostoli




LETTURA DELLA DOMENICA
21 Maggio 2023

Apolytikion

Tu sei stato il primo, in Vasileusi, la fonte divina della pietà, avendo ricevuto il dono dal cielo, donde hai rivelato la Croce di Cristo, e hai ispirato la fede ortodossa. Costantino, Isapostol, con Madre Elena di Dio, intercedi per le nostre anime.

Kontakion

Costantino oggi, insieme alla madre Elena, mostrano la Croce, il legno più venerabile, sempre debole creatura dei Giudei, ma arma dei fedeli, redenta contro i nemici, perché si è mostrata per noi, grande segno, e in guerre terribili.

Apostolo
At 26, 1,12-30
 In quei giorni, Agrippa disse a Paolo: “Ti è permesso parlare di te stesso”. Allora Paolo, stesa la mano, si difese così: “Andando verso Damasco, con l’autorizzazione e l’incarico dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno, o re, ho visto lungo la via una luce dal cielo più splendente del sole, la quale sfolgorò intorno a me e ai miei compagni di viaggio. Tutti cademmo per terra e io udii una voce che mi diceva in lingua ebraica: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ti è duro recalcitrare contro i pungoli! Io dissi: Chi sei, o Signore? Il Signore rispose: Io Sono, Gesù che tu perseguiti! Ora alzati e sta’ ritto in piedi; io ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone delle cose che hai visto e di quelle che ti farò vedere. Per questo ti libererò da questo popolo e dai gentili ai quali ti mando, per aprire loro gli occhi perché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, perché ricevano per la fede in me remissione dei peccati e parte tra i santificati. Pertanto, o re Agrippa, io non ho disubbidito alla visione celeste; anzi, prima a quelli di Damasco, poi a quelli di Gerusalemme e per tutta la regione della Giudea, infine ai gentili, ho predicato di pentirsi e di tornare a Dio, facendo opere di autentica conversione”.

Vangelo
Gv 9, 1-38
In quel tempo, passando, Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono dicendo: “Maestro, chi ha peccato: lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo fare le opere di chi mi ha inviato finché è giorno: poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe” (che si traduce inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che prima avevano visto che era cieco dicevano: "Non è quello che stava seduto a mendicare?" Alcuni dicevano: “È lui!” Altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!” Allora gli chiesero: “Come dunque ti si aprirono gli occhi?” Egli rispose: “Quell’uomo chiamato Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ alla piscina di Siloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ci ho visto”. Gli dissero: “Dov‘è quel tale?” Rispose: “Non lo so”. Allora condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato il giorno che Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse il loro: “Mi ha messo fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo”. Allora alcuni dei farisei dicevano: “Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato”. Altri dicevano: “Come può un uomo peccatore fare segni simili?” E c’era dissenso tra loro. Allora chiesero di nuovo al cieco: “Tu che dici di chi ti ha aperto gli occhi?” Egli rispose: “È un profeta!” Ma i Giudei non vollero credere che prima lui era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: ”È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?” I genitori risposero: “Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui di sé”. Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei si erano già accordati che, se qualcuno lo avesse riconosciuto come il Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: Ha l’età, chiedetelo a lui! Allora chiamarono una seconda volta l’uomo che era stato cieco e gli dissero: “Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore!” Quello: “Se sia peccatore, non lo so; una cosa sola so: ero cieco e ora ci vedo”. Allora gli dissero di nuovo: “Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?” Rispose loro: “Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Anche voi volete diventare suoi discepoli?” Allora lo insultarono e gli dissero: “Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia”. Rispose loro quell’uomo: “Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi! Noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo non si è mai sentito dire che qualcuno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto fare nulla”. Gli replicarono: “Sei nato tutto nei peccati e pretendi di insegnare a noi?” E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori e trovatolo gli disse: “Tu credi nel Figlio di Dio?” Egli rispose “E chi è, Signore, perché io creda in lui?” Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: è colui che parla con te!” Ed egli disse: “Io credo, Signore!” E si prostrò dinanzi a lui.

sabato 13 maggio 2023

Domenica V di Pasqua della Samaritana -14/05/2023

                Domenica V di Pasqua, 

                     della Samaritana 


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Lettura della Domenica
14 Maggio 2023

Apostolo
At 11, 19- 30

 In quel tempo quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e, trovatolo, lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani. In quei giorni alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra, cosa che di fatto avvenne sotto l'impero di Claudio. Allora i discepoli si accordarono, ciascuno secondo quello che possedeva, di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e Saulo.


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Vangelo
Gv 4, 5- 42

 In quel tempo, Gesù arrivò in una città della Samaria detta Sichar, vicino al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: là c’era la sorgente di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava a sedere presso il pozzo: era circa l’ora sesta. Venne una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli infatti erano andati in città a comprare da mangiare. Ma la donna samaritana gli disse: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?” Giudei e Samaritani infatti non hanno rapporti. Gesù rispose e le disse: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva”. Gli dice la donna: “Signore, tu non hai un vaso per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e da esso bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?” Rispose Gesù dicendole: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno”. Gli disse la donna: “Signore, dammi quest’acqua, perché non abbia sete e non venga qui ad attingere acqua”. Le rispose Gesù: “Va’, chiama tuo marito e vieni qui”. Rispose la donna e gli disse: “Non ho marito!” Le disse Gesù: “Hai detto bene: Non ho marito; hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. Gli disse la donna: “Signore, vedo che sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che il luogo in cui bisogna adorare è a Gerusalemme”. Gesù le disse: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora, ed è adesso, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Gli disse la donna: “So che viene il Messia chiamato Cristo: quando egli verrà ci annuncerà ogni cosa”. Le disse Gesù: “Sono io, che ti parlo”. In quel momento arrivarono i suoi discepoli e si meravigliarono che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: “Che cerchi?” oppure: “Perché parli con lei?” La donna intanto lasciò la giara, andò in città e disse agli uomini: “Venite a vedere l’uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Cristo?” Uscirono allora dalla città e andarono da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: “Maestro, mangia!” Ma egli rispose loro: “Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete”. E i discepoli si domandavano l’un l’altro: “Forse qualcuno gli ha portato da mangiare?” Gesù disse loro: “Mio cibo è fare la volontà di chi mi ha inviato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Alzate i vostri occhi e contemplate i campi che biondeggiano per la mietitura. Già il mietitore riceve salario e raccoglie il frutto per la vita eterna, affinché chi semina si rallegri insieme a chi miete. In questo, è vero il detto: Uno è chi semina e altro è chi miete. Io vi ho inviato a mietere ciò che voi non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica”. Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che attestava: “Mi ha detto tutto quello che ho fatto”. E quando i Samaritani vennero da lui, lo pregarono di rimanere con loro ed egli rimase lì due giorni. Credettero molto di più per la sua parola e dicevano alla donna: “Non è più per la tua parola che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è il vero salvatore del mondo, il Cristo”.

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martedì 9 maggio 2023

Domenica IV di Paqua del Paralitico - 07/05/2023

                               Domenica IV di Pasqua 

                          del Paralitico 

 

 

Lettura della domenica
07 Maggio 2023

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Apostolo
At 9,32-42

 In quel tempo, poiché Pietro andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che dimoravano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su un lettuccio ed era paralitico. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore. A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità, nome che significa «Gazzella», la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni si ammalò e morì. La lavarono e la deposero in una stanza al piano superiore. E poiché Lidda era vicina a Giaffa i discepoli, udito che Pietro si trovava là, mandarono due uomini ad invitarlo: «Vieni subito da noi!». E Pietro subito andò con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: «Tabità, alzati!». Ed essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva. Si venne a sapere della cosa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. 

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Vangelo
Gv 5,1-15

 In quel tempo, vi fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Bethesda, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. [Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.] Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualcun altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.