Domenica di Pentecoste
LETTURA DELLA DOMENICA
31 MAGGIO 2015
Apolitikion
Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro, che
sapientissimi hai reso i pescatori,
mandando loro lo Spirito Santo e per
mezzo loro hai pescato l’universo. Amico
degli uomini, gloria a te.
Kontakion
Quando discese a confondere le lingue,
l’Altissimo divise le genti; quando
distribuì le lingue di fuoco convocò
tutti all’unità. E noi glorifichiamo ad una
sola voce lo Spirito Santissimo.
Ikos
Dà conforto pronto e stabile, o Gesù, ai
tuoi servi quando i nostri spiriti sono
prostrati; dalle anime nostre non separarti
nelle tribolazioni; dai nostri cuori nelle
avversità non allontanarti, ma previenici
sempre; avvicinati a noi, avvicinati, tu che
sei ovunque; come stavi sempre coi tuoi
apostoli, così unisciti anche a quelli che ti
amano, o misericordioso, affinché, uniti a
te, celebriamo e glorifichiamo lo Spirito
tuo santissimo.
Apostolo
At 2, 1-11
Al compiersi del giorno della Pentecoste, tutti gli apostoli
erano insieme nello stesso luogo. D’improvviso ci fu dal cielo
un suono, come l’irrompere di un soffio violento, che riempì
tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di
fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro.
Tutti furono ripieni di Spirito santo e cominciarono a parlare
in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si
trovavano allora in Gerusalemme Giudei e uomini devoti da
tutte le nazioni che sono sotto il cielo. Al prodursi di quella
voce, si radunò una gran folla, turbata perché ognuno li udiva
parlare nella propria lingua. Fuori di sé per la meraviglia,
dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono Galilei? Come
mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua nativa?
Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea,
della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della
Panfilia, dell’Egitto e delle regioni della Libia presso Cirene,
Romani residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li
sentiamo parlare nelle nostre lingue della grandezza di Dio?”
Vangelo
Gv 7, 37- 8, 12
Nell’ultimo giorno, quello della grande festa, Gesù levatosi in
piedi esclamò ad alta voce: “Se qualcuno ha sete venga a me e
beva, chi crede in me; come ha detto la Scrittura: fiumi di
acqua viva sgorgheranno dal suo grembo”. Questo egli disse
dello Spirito che i credenti in lui stavano per ricevere: infatti
non c’era ancora lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato
ancora glorificato. All’udire queste parole, alcuni tra la folla
dicevano: “Questi è davvero il profeta!”; altri dicevano:
“Questi è il Cristo!”; altri invece dicevano: “Ma il Cristo viene
dalla Galilea? Non ha detto la Scrittura che il Cristo viene dal
seme di Davide?” E ci fu dissenso tra la folla a causa di lui.
Alcuni di loro volevano prenderlo, ma nessuno gli mise le
mani addosso. Le guardie tornarono allora dai sommi
sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: ”Perché non lo
avete condotto?” Risposero le guardie: “Mai un uomo ha
parlato così!” Ma i farisei replicarono loro: “Anche voi siete
stati ingannati? Gli ha creduto qualcuno fra i capi o fra i
farisei? Ma questa folla che non conosce la Legge, è
maledetta!” Nicodemo, uno di loro, che era andato da Gesù di
notte, disse loro: “La nostra legge giudica forse un uomo
prima di averlo ascoltato e di sapere cosa fa?” Gli risposero: “Sei forse anche tu della
Galilea? Studia e vedi che non sorge profeta dalla Galilea!” E Gesù parlava di
nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina
nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.
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