sabato 26 maggio 2018

Domenica di Pentecoste - 27/05/2018

Domenica di Pentecoste






LETTURA DELLA DOMENICA

27/05/2018

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Apolitikion

Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro, che sapientissimi hai reso i pescatori, mandando loro lo Spirito Santo e per mezzo loro hai pescato l’universo. Amico degli uomini, gloria a te.

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Kontakion

Quando discese a confondere le lingue, l’Altissimo divise le genti; quando distribuì le lingue di fuoco convocò tutti all’unità. E noi glorifichiamo ad una sola voce lo Spirito Santissimo. 

Ikos

 Dà conforto pronto e stabile, o Gesù, ai tuoi servi quando i nostri spiriti sono prostrati; dalle anime nostre non separarti nelle tribolazioni; dai nostri cuori nelle avversità non allontanarti, ma previenici sempre; avvicinati a noi, avvicinati, tu che sei ovunque; come stavi sempre coi tuoi apostoli, così unisciti anche a quelli che ti amano, o misericordioso, affinché, uniti a te, celebriamo e glorifichiamo lo Spirito tuo santissimo.

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Apostolo

 At 2, 1-11

Al compiersi del giorno della Pentecoste, tutti gli apostoli erano insieme nello stesso luogo. D’improvviso ci fu dal cielo un suono, come l’irrompere di un soffio violento, che riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro. Tutti furono ripieni di Spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei e uomini devoti da tutte le nazioni che sono sotto il cielo. Al prodursi di quella voce, si radunò una gran folla, turbata perché ognuno li udiva parlare nella propria lingua. Fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono Galilei? Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua nativa? Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle regioni della Libia presso Cirene, Romani residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li sentiamo parlare nelle nostre lingue della grandezza di Dio?” 


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Vangelo 

Gv 7, 37- 8, 12

 Nell’ultimo giorno, quello della grande festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: “Se qualcuno ha sete venga a me e beva, chi crede in me; come ha detto la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo grembo”. Questo egli disse dello Spirito che i credenti in lui stavano per ricevere: infatti non c’era ancora lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato ancora glorificato. All’udire queste parole, alcuni tra la folla dicevano: “Questi è davvero il profeta!”; altri dicevano: “Questi è il Cristo!”; altri invece dicevano: “Ma il Cristo viene dalla Galilea? Non ha detto la Scrittura che il Cristo viene dal seme di Davide?” E ci fu dissenso tra la folla a causa di lui. Alcuni di loro volevano prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono allora dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: ”Perché non lo avete condotto?” Risposero le guardie: “Mai un uomo ha parlato così!” Ma i farisei replicarono loro: “Anche voi siete stati ingannati? Gli ha creduto qualcuno fra i capi o fra i farisei? Ma questa folla che non conosce la Legge, è maledetta!” Nicodemo, uno di loro, che era andato da Gesù di notte, disse loro: “La nostra legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere cosa fa?” Gli risposero: “Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedi che non sorge profeta dalla Galilea!” E Gesù parlava di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

                                    

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