sabato 2 febbraio 2019

Domenica XVI di Matteo - 3 febbraio 2019 - Santi Simeone e Anna profeti; San Stamatio, San Giovanni Nicola nm.

 Domenica XVI di Matteo 

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 Santi Simeone e Anna profeti;

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 San Stamatio,
San Giovanni Nicola nm.

Lettura della Domenica
3 febbraio 2019


Apostolo
II Cor 6, 1-10
 Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Nel tempo favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ecco adesso il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! A nessuno diamo motivo di scandalo, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta pazienza, nelle tribolazioni, nei bisogni, nelle angustie, nelle percosse, nelle prigionie, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, longanimità, bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero; con la parola di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia nella destra e nella sinistra; nella gloria e nella umiliazione, nella cattiva e nella buona fama; ritenuti impostori e invece veritieri; come sconosciuti, eppure ben conosciuti; moribondi, eppure viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, eppure sempre lieti; poveri, mentre arricchiamo molti; nullatenenti, ma eppure possedendo ogni cosa!

 Vangelo
Mt 25, 14-30
 Il Signore ha detto questa parabola: "Un uomo in procinto di partire, chiamò i propri servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti; a un altro due; a un altro uno: a ciascuno secondo la propria capacità, e partì. Senza perdere tempo, quello che aveva ricevuto cinque talenti trafficò con essi e ne guadagnò altri cinque. Allo stesso modo quello dei due talenti ne guadagnò altri due. Ma quello che ne aveva ricevuto uno solo andò a scavare in terra e nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo viene il padrone di quei servi e regola i conti con loro. Si presentò quello che aveva ricevuto cinque talenti e portò altri cinque talenti, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ho guadagnato altri cinque talenti. Gli disse il padrone: Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nella gioia del tuo signore. Si presentò poi quello dei due talenti e disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ho guadagnato altri due talenti. Gli disse il padrone: Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nella gioia del tuo signore. Infine si presentò anche quello che aveva ricevuto l'unico talento e disse: Signore, so che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per questo ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra. Ecco, prendi ciò che è tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e pigro! Sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso? Dovevi dunque consegnare il mio denaro ai banchieri e alla mia venuta avrei recuperato il mio con l'interesse. Toglietegli il talento e datelo a chi ha dieci talenti. Infatti a chi ha, sarà dato e sarà nell'abbondanza e a chi non ha, sarà tolto anche quel che ha. E gettate il servo inutile nella tenebra esterna: là sarà pianto e stridore di denti." E ad alta voce aggiunse: “Chi ha orecchie per intendere, intenda!”.

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