III
DOMENICA DI QUARESIMA DELLA CROCE
<<
Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a
me >> (Gv 12.32)
L'elevazione
sulla croce significa e annuncia dell'Ascensione al cielo. Essa ne è
l'inizio. Gesù Cristo, l'unico Sacerdote della nuova ed eterna
Alleanza, <<non è entrato in un santuario fatto da
mani d'uomo..., ma nel cielo stesso, per comparire al cospetto di Dio
in nostro favore>>. (Eb 9,24).
La
croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo
<<mediatore tra Dio e gli uomini>> (1 Tim 2,5).
Ma poiché nella sua Persona divina incarnata <<si è
unito in certo modo ad ogni uomo>> egli offre <<
a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che
Dio conosce, con il mistero pasquale>>. Egli chiama i suoi
discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, poiché patì
per noi, lasciandoci un esempio, perché noi ne seguiamo le
orme.
Al
di fuori della croce non vì è altra scala per salire al
cielo.
Oggi,
di innamorati del suo regno celeste, Gesù Cristo ne trova
molti; pochi invece ne trova a portare la sua croce. Trova
molti desiderosi di consolazione , pochi desiderosi della
tribolazione; molti disposti a sedere a mensa, pochi disposti a
digiunare.
Tutti
desiderano godere con lui, pochi vogliono soffrire per lui. Molti
seguono Gesù Cristo fino alla distribuzione, pochi invece fino
al momento di bere il calice della passione. Molti guardano con
venerazioni ai suoi miracoli, pochi seguono l'ignominia della sua
croce. Molti amano Iddio fin tanto che non succedono avversità.
Molti lo lodano e lo benedicono soltanto mentre ricevono da lui
qualche consolazione; ma se Gesù Cristo si nasconde e li
abbandona per un poco, cadono in lamentazione e in grande
abbattimento.
Invece
coloro che amano Gesù Cristo per Gesù Cristo, non già
per una qualche consolazione propria, lo benedicono nella
tribolazione e nell'angustia del loro cuore, come nel maggior gaudio
spirituale. E anche se Gesù Cristo non volesse mai dare loro
una consolazione, ugualmente vorrebbero sempre lodarlo e
ringraziarlo. Anche se uno si spogliasse di tutte le sue sostanze
(Ct. 8,7), non è ancora nulla; anche se facesse grande
penitenza, è ancora poca cosa; anche se avesse appreso tanta
scienza, egli è ancora ben lungi dalla meta; anche se avesse
grande virtù e fervente devozione, ancora gli manca molto;
cioè la sola cosa che gli è massimamente necessaria.
Che cosa
dunque? Che abbandonato tutto, abbandoni anche sé ed esca
totalmente da sé, senza che gli rimanga un briciola di amore
per sé, che, dopo aver compiuto tutto quello che riconosco suo
dovere, sia persuaso di non aver fatto niente; che non faccia gran
conto di ciò che pur possa sembrare grande, ma sinceramente si
proclami servo inutile, come dice la Verità stessa: <<
Quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato
comandato, dite: siamo servi inutili>> (Lc 17,10).
Allora sì
che uno potrà essere davvero povero e nudo spiritualmente e
dire col profeta: <<Sono abbandonato e povero>> (Sal
24,16). Ma nessuno è più ricco, nessuno più
potente, nessuno più libero di costui, che sa abbandonare se
stesso e ogni cosa e porsi all'ultimo posto.
La
via maestra della santa Croce
Per
molti è questa una parola dura: rinnega te stesso, prendi la
tua croce e segui Gesù Cristo (Mt 16,24). Ma sarà molto
più duro sentire , alla fine questa parola : <<allontanatevi
da me maledetti, nel fuoco eterno (Mt 25,41). In verità coloro
che ora accolgono, volenterosamente la parola della croce avranno
timore di sentire, in quel momento, la condanna eterna.
Ci
sarà nel cielo questo segno, quando il Signore verrà a
giudicare. In quel momento si avvicineranno, con grande fiducia, a
Cristo giudice di tutti i servi della croce, quelli che in vita si
conformano al Croce di Gesù Cristo. Perché, dunque, hai
paura di prendere la croce, che è la via per il regno?
Nella
croce è la salvezza; nella croce è la vita; nella croce
è la difesa dal nemico; della croce è il dono
soprannaturale delle dolcezze del cielo; nella croce sta la forza
della mente e la letizia dello spirito; nella croce si assommano le
virtù e si fa perfetta la santità. Soltanto nella croce
si ha la salvezza dell'anima e la speranza della vita eterna.
Prendi,
dunque, la tua croce e segui Gesù Cristo; così entrerai
nella vita eterna. Ti ha preceduto lui stesso, portando la sua croce
(Gv 19,17) ed è morto in croce per te, affinché anche
tu portassi la tua croce e desiderassi di essere anche tu crocifisso.
Infatti, se sarai morto con lui, con lui e come lui vivrai. Se gli
sarai stato compagno nella sofferenza, gli sarai compagno anche nella
gloria.
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