Domenica III di Matteo
San Giuliano di Tarso, martire
San Terenzio ieromonacoSan Niceta nm.
Lettura della Domenica
21 Giugno 2015
Apostolo
Rm 5, 1-11
Fratelli, giustificàti per la fede, abbiamo pace con Dio
per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. Grazie a lui
abbiamo avuto nella fede l’accesso a questa grazia
nella quale ci troviamo e ci gloriamo, nella speranza
della gloria di Dio. Non solo: ci gloriamo perfino nelle
tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce
pazienza, la pazienza una fedeltà a tutta prova, la
fedeltà provata la speranza. La speranza poi non
delude, poiché l’amore di Dio è stato riversato nei
nostri cuori per mezzo dello Spirito santo che ci è stato
dato. Inoltre, infatti, quando eravamo ancora infermi,
al tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, è
difficile che qualcuno sia disposto a morire per un
giusto; per un buono forse uno osa anche morire. Ma
Dio dimostra il suo amore per noi perché, essendo
ancora peccatori, Cristo morì per noi. A maggior
ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati
dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, da nemici, siamo
stati riconciliati con Dio in virtù della morte del Figlio
suo, quanto più, da riconciliati, saremo salvati
mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in
Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie
al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.
Vangelo
Mt 6, 22-33
Il Signore ha detto: "Lampada del corpo è l'occhio; se
dunque il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà
luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo
sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra,
quanta tenebra! Nessuno può servire a due padroni: o
odierà uno e amerà l'altro, o si attaccherà a uno e
disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mamonà.
Perciò vi dico: non affannatevi per la vostra vita, cosa
mangiare o cosa bere, e neanche per il vostro corpo, cosa
indossare; la vita non vale più del cibo e il corpo più del
vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né
mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro
celeste li nutre. Voi non contate più di loro? E chi di voi,
per quanto si affanni, può aggiungere un solo cubito alla
sua statura? E perché vi affannate per il vestito? Osservate
come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano.
Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua
gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così
l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel
forno, quanto più voi, gente di poca fede! Non affannatevi
dunque dicendo: Che mangiamo? Che beviamo? Che
indossiamo? Tutte queste cose le cercano i gentili; il Padre
vostro celeste infatti sa che avete bisogno di tutte queste
cose. Cercate invece prima il regno di Dio e la sua
giustizia, e tutte queste cose vi saranno messe davanti"
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