VII Domenica dopo Pasqua
dei Padri del I Concilio Ecumenico
(di Nicea)
Lettura della Domenica
9 Giugno 2019
Apostolo
At 20, 16-18; 28-36
In quei giorni, Paolo aveva deciso di passare al largo di Efeso perché non gli capitasse di
perdere tempo in Asia: si affrettava, per quanto gli era possibile, per essere a Gerusalemme
nel giorno di Pentecoste. Da Mileto mandò a chiamare subito ad Efeso i presbiteri della
Chiesa. Quando essi giunsero disse loro: “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo
al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è
acquistata con il suo sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno tra voi lupi
crudeli, che non risparmieranno il gregge; perfino tra voi stessi sorgeranno uomini che
diranno cose perverse per trascinare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando
che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi.
E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedervi l’eredità di tutti i santificati. Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di nessuno.
Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie
mani. In tutte le maniere vi ho dimostrato che lavorando così si devono soccorrere i deboli,
ricordandoci delle parole del Signore Gesù, che disse: ”É cosa più beata dare che ricevere!”
Detto questo si inginocchiò con tutti loro e pregò.
Vangelo
Gv 17, 1-13
In quel tempo, Gesù alzò gli occhi al cielo e disse: “Padre, è giunta l’ora: glorifica il Figlio
tuo affinché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni carne, perché egli
dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te,
l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra,
compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami presso di te, con la
gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli
uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la
tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole
che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e hanno conosciuto veramente
che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego
per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e
tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece
sono nel mondo, e io vengo a te, Padre santo: custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato,
affinché siano uno, come noi. Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che
mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro si è perduto, tranne il figlio della perdizione,
perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora
nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia”.
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