Domenica dopo il Natale
Santo Stefano protomartire e apostolo
Lettura della Domenica
27 dicembre 2015
Apostolo
At 6, 8 - 7, 5.47-60
In quei giorni Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva
miracoli e grandi prodigi tra il popolo. Sorsero allora alcuni
della sinagoga detta dei Liberti, Cirenei, Alessandrini e altri
della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, ma non
potevano resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava.
Perciò sobillarono alcuni che dissero: “Lo abbiamo udito dire
parole blasfeme contro Mosè e contro Dio”. E così eccitarono il
popolo, gli anziani e gli scribi; vennero, lo acciuffarono e lo
trascinarono nel sinedrio. Presentarono falsi testimoni che
dissero: “Costui non smette di dire parole contro questo luogo
sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il
Nazareno distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che ci
diede Mosè”. E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando
gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.
Disse allora il sommo sacerdote: “Queste cose stanno proprio
così?”. Ed egli rispose: “Fratelli e padri, ascoltate: il Dio della
gloria apparve al nostro padre Abramo quando era in
Mesopotamia, prima che egli abitasse in Charràn, e gli disse:
Esci dalla tua terra e dalla tua gente e va’ nella terra che io ti
indicherò. Allora, uscito dalla terra dei Caldei, si stabilì in
Charràn; di là, dopo la morte del padre, Dio lo fece emigrare in
questo paese dove voi ora abitate, ma non gli diede alcuna
proprietà in esso; neppure quanto l’orma di un piede, ma gli
promise di darlo in possesso a lui e alla sua discendenza dopo
di lui, sebbene non avesse ancora figli. Salomone poi gli edificò
una casa. Ma l`Altissimo non abita in manufatti, come dice il
Profeta: Il cielo è per me un trono e la terra sgabello dei miei
piedi. Quale casa costruirete per me - dice il Signore - o quale
sarà il luogo del mio riposo? La mia mano non ha creato tutte
queste cose? Teste dure, non circoncisi nel cuore e negli orecchi,
voi fate sempre resistenza allo Spirito Santo: come i vostri
padri, così anche voi. Quale profeta i vostri padri non hanno
perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunziavano la
venuta del Giusto, che voi ora avete tradito e ucciso; voi che
avete ricevuto la Legge per disposizione degli angeli e non
l'avete custodita”. All'udire queste cose, erano pieni di sdegno
nei loro cuori e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano,
pieno di Spirito Santo, guardando fissamente al cielo, vide la
gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio. E disse: “Ecco,
vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di
Dio”. Gridarono allora a gran voce turandosi gli orecchi e si
scagliarono tutti insieme su di lui, lo gettarono fuori della città e
lo prendevano a sassate. E i testimoni deposero le loro vesti ai
piedi di un giovane chiamato Saul. E così lapidavano Stefano
che pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. Poi
piegò le ginocchia e gridò a gran voce: “Signore, non imputar
loro questo peccato”. Detto questo, si addormentò.
Vangelo
Mt 2, 13-23
In quel tempo, appena i Magi partirono verso il loro paese, un angelo del Signore
apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua
madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò. Infatti Erode sta per
cercare il bambino per ucciderlo”. Egli allora si alzò e prese con sé il bambino e sua
madre e, nella notte, fuggì in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, perché si
adempisse quanto fu annunziato dal Signore per mezzo del profeta che dice:
“Dall’Egitto ho chiamato mio figlio”. Erode, accortosi che i Magi si erano presi
gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo
territorio dai due anni in giù, secondo il tempo su cui era stato informato dai Magi.
Allora si adempì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia, che dice:
“Un grido si è udito in Rama, pianto e lamento grande; Rachele piange i suoi figli, e
non vuole essere consolata, perché non sono più”. Morto Erode, un angelo del
Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e disse: “Alzati, prendi con te il
bambino e sua madre, e va’ in terra di Israele, perché sono morti quelli che
insidiavano la vita del bambino”. Egli allora si alzò, prese con sé il bambino e sua
madre, ed entrò in terra di Israele. Avendo saputo che Archelao era re di Giudea al
posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò
nelle regioni della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si
adempisse quel che era stato detto dai profeti: Sarà chiamato Nazareno.
Nessun commento:
Posta un commento