Domenica del Pubblicano e del Fariseo
San Timoteo monaco
San Eustachio patriarca di Antiochia
San Eustachio patriarca di Antiochia
San Zaccaria di Gerusalemme
Lettura della Domenica
21 Febbraio 2016
Apolytìkion
Cantiamo, fedeli e adoriamo il Verbo coeterno al
Padre e allo Spirito, partorito dalla Vergine a nostra
salvezza: perché nella carne volle salire sulla croce,
sottoporsi alla morte e risuscitare i morti con la sua
risurrezione gloriosa.
Kontakion
Del Fariseo fuggiamo, la solennità, *e del Pubblicano impariamo, l’umiltà
nei lamenti,* gridando verso il Salvatore: * Purifica noi, o solo arrendevole.
Apostolo
II Tim 3, 10- 15
Diletto figlio Timoteo, tu hai seguito da vicino il mio insegnamento, la mia
condotta, i miei propositi, la mia fede, la mia magnanimità, l’amore del
prossimo, la pazienza, le persecuzioni e le sofferenze, quello che mi accadde
ad Antiochia, a Iconio, a Listra. Sai quali persecuzioni ho sopportato. Da tutte
mi ha liberato il Signore! Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente
in Cristo Gesù saranno perseguitati. Ma gli uomini malvagi invece e gli
impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri e venendo
ingannati. Tu invece rimani saldo nelle cose che hai imparato e di cui hai
acquisito certezza, sapendo bene da chi le hai apprese, e che fin dall’infanzia
hai avuto conoscenza delle sacre Scritture: esse possono darti la sapienza che
conduce alla salvezza per mezzo della fede in Cristo Gesù.
Vangelo
Lc 18, 10- 14
Il Signore ha detto questa parabola: “Due uomini salirono al tempio a
pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi,
pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri,
ingiusti, adulteri e neppure come questo esattore delle tasse; digiuno due volte la
settimana e pago la decima su tutto quanto guadagno. Il pubblicano, invece,
fermatosi a distanza, non osava neppure alzare gli occhi al cielo, ma si
batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore! Io vi dico che questi
tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chiunque si esalta
sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
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