Domenica del Dissoluto
San Basilio il Confessore, monaco;
San Kiranna, martire;
San Barso, martire
Lettura della Domenica
28 febbraio 2016
Apolitikion
Kontakion
Apostolo
Apolitikion
Le potenze angeliche * erano vicino al tuo sepolcro * ed i custodi *
divennero come morti * e stava Maria alla tomba * cercando il tuo corpo
immacolato: * Hai spogliato l’Ade, * senza esserne tentato, * sei andato
incontro alla Vergine, * donando la vita. * O risorto dai morti, * Signore, gloria
a Te.
Kontakion
Dalla tua gloria paterna,* esclusomi stoltamente,* nei mali ho dissipato,
* la ricchezza che desti a me, * per questo – con la voce, * del Pubblicano
grido:* Ho peccato, davanti a te Padre clemente: * Ricevimi convertito, - e
fammi, come uno dei salariati tuoi.
Apostolo
I Cor 6, 12- 20
Fratelli, “tutto mi è lecito”, ma non tutto giova; “tutto mi è lecito”, ma io non mi
lascerò dominare da nulla. “I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi”, ma Dio
distruggerà questo e quelli! Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il
Signore è per il corpo. Dio, poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi
con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò
Domenica 28.2.2016- del Dissoluto Lc 24,36-53 (VI). ICor 6,12-20; Lc 15, 11-32 2
dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O
non sapete voi che chi si unisce a una prostituta forma con essa un corpo solo? I due
saranno –è detto- un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo
spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori dal suo
corpo; ma chi si dà all’impudicizia pecca contro il proprio corpo. O non sapete che
il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che
non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo! Glorificate
dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che sono di Dio!
Vangelo
Lc 15, 11- 32
Il Signore ha detto questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane
disse al padre: Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta. E il padre divise fra loro il
patrimonio. Dopo non molti giorni, il figlio minore raccolse le sue cose, partì per un
paese lontano e là sperperò le sue sostanze, vivendo da dissoluto. Quando ebbe
speso tutto, in quel paese ci fu una forte carestia ed egli cominciò a trovarsi nel
bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quel paese, che lo
mandò nelle sue campagne a pascolare i porci. Avrebbe voluto sfamarsi con le
carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso
e pensò: Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di
fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e
contro di te, non sono più degno di essere chiamato figlio tuo. Trattami come
uno dei tuoi garzoni! Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora
lontano, suo padre lo vide e si commosse, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo
coprì di baci. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te, non sono
più degno di essere chiamato figlio tuo. Ma il padre disse ai suoi servi: Presto, portate qui
il vestito più bello, e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello
grasso, macellatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio
maggiore era in campagna. Al ritorno, quando fu vicino casa, udì la musica e le
danze; chiamò uno dei servi e s’informò di cosa stesse accadendo. Quello gli disse:
Tuo fratello è tornato e tuo padre ha macellato il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e
salvo. Egli si indignò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui
rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo
comando, e mai mi hai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo
figlio che ha dissipato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello
grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me, e tutto ciò che è mio è tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era
perduto ed è stato ritrovato”.
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