Universale Esaltazione della Croce Preziosa e Vivificante
Lettura del giorno
14 Settembre 2015
Apostolo
I Cor 1, 18-24
Fratelli, la parola della croce è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma
per quelli che vengono salvati, per noi, è potenza di Dio; sta scritto infatti:
“Distruggerò la sapienza dei sapienti e annienterò l’intelligenza degli intelligenti”.
Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il sottile ragionatore della nostra epoca?
Non ha forse Dio reso stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel
disegno sapiente di Dio, il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria
sapienza, piacque a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E
mentre i Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, noi
predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per
quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di
Dio e sapienza di Dio.
Vangelo
Gv 19, 6-11; 13-20; 25-28; 30-35
In quel tempo, i capi dei sacerdoti e le guardie videro Gesù, con la corona
di spine e il mantello di porpora, e gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”
Pilato disse loro: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui alcuna
colpa”. I Giudei gli risposero: “Noi abbiamo una legge, e secondo questa
legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”. Quando Pilato udì
questo discorso, ebbe ancor più paura e, rientrato nel pretorio, disse a Gesù:
“Di dove sei tu?”. Ma Gesù non gli rispose. Allora Pilato gli disse: “Non mi
parli? Non sai che ho il potere di liberarti e il potere di metterti in croce?”.
Gesù gli rispose: “Tu non avresti alcuna autorità su di me, se non ti fosse
stato dato dall’alto; perciò chi mi ha consegnato nelle tue mani, ha una colpa
più grande”. Pilato condusse fuori Gesù, e sedette nel tribunale nel luogo
detto Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso
mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. Ma quelli gridarono:
“Via, via, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”.
Risposero i sommi sacerdoti: “Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare”.
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed
egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico
Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno
dall’altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre
sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Molti Giudei
lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino
alla città. Era scritta in ebraico, in latino e in greco. Stavano presso la croce di
Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria di
Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo:
“Ecco tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse
per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Dopo avere ricevuto l’aceto, Gesù
disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. Era il giorno della
Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il
sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero
loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e
spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme
con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono
le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì
sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è
vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
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