Domenica V di Luca
San Marciano di Siracusa (2° secolo);
Santi Zenobio e sua sorella Zenobia (285)
LETTURA DELLA DOMENICA
30 Ottobre 2016
Apostolo
II Cor 11, 31-33. 12, 1-9
Fratelli, Dio, Padre del Signore Gesù – sia benedetto nei
secoli – sa che non mento. A Damasco, il governatore del re
Areta montava la guardia alla città, volendomi catturare;
ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro,
e sfuggii dalle sue mani. Bisogna vantarsi, ma non mi giova;
verrò allora alle visioni e alle rivelazioni del Signore.
Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (non so
se col corpo, non so se fuori del corpo: lo sa Dio) fu rapito
fino al terzo cielo. E so che quell’uomo (non so se nel corpo
o fuori del corpo: lo sa Dio) fu rapito in paradiso e udì parole
ineffabili che un uomo non può dire. Di lui mi vanterò, di
me invece non mi darò vanto, se non delle mie debolezze.
Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi
la verità; ma evito di farlo, affinché nessuno mi giudichi di
più di quello che vede o sente da me. E perché non
insuperbisca per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata
data una spina nella carne, un angelo di Satana che mi
schiaffeggi, perché non insuperbisca. Tre volte ho pregato il
Signore che si allontanasse da me. Mi rispose: “Ti basta la
mia grazia; la mia potenza si completa nella debolezza”.
Molto volentieri mi vanterò quindi ancor più delle mie
debolezze, perché su di me si impianti la potenza di Cristo.
Vangelo
Lc 16, 19-31
Il Signore ha detto: "C'era un uomo ricco, che indossava
vesti di porpora e di lino finissimo e ogni giorno teneva
splendide feste. Un povero, di nome Lazzaro, giaceva alla
sua porta, tutto coperto di piaghe, e desiderava sfamarsi con
quello che cadeva dalla tavola del ricco, ma anche i cani
venivano a leccargli le ferite. Un giorno il povero morì e fu
portato dagli angeli nel grembo di Abramo. Poi morì anche
il ricco, e fu sepolto; e alzando negli inferi i suoi occhi,
trovandosi tra tormenti, vide di lontano Abramo, e Lazzaro
accanto a lui. Allora gridando disse: ‘Padre Abramo! Abbi
pietà di me e manda Lazzaro perché immerga la punta del
suo dito nell'acqua e mi rinfreschi la lingua, perché sono
tormentato in questa fiamma!’. Ma Abramo rispose: ‘Figlio!
Ricordati che in vita tu hai ricevuto i tuoi beni, e parimenti
Lazzaro i suoi mali. Ma ora lui qui è consolato e tu invece
sei tormentato. Per di più, tra noi e voi è stato posto un
grande abisso; coloro che di qui vogliono passare da voi,
non possono, e chi da voi vuole venire di qua, non può’. E
quello replicò: ‘Ti prego, padre! Manda Lazzaro a casa di
mio padre, perché ho cinque fratelli: li ammonisca, perché
non vengano anch'essi in questo luogo di tormento!’.
Abramo rispose: ‘Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro!’.
Egli replicò: ‘No, padre Abramo! Ma se qualcuno dai morti
andrà da loro, si convertiranno’. Abramo rispose: ‘Se non
ascoltano Mosè e i Profeti, non si lascerebbero convincere
neppure se qualcuno risorgesse dai morti’.”
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