LETTURA DELLA DOMENICA
20/05/2012
APOSTOLO
Atti 16:16-34
Fratelli
....mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane
schiava, che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto
guadagno ai suoi padroni facendo l'indovina. Essa seguiva Paolo
e noi gridando: «Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e
vi annunziano la via della salvezza». Questo fece per
molti giorni finché Paolo, mal sopportando la cosa, si volse e
disse allo spirito: «In nome di Gesù Cristo ti ordino di
partire da lei». E lo spirito partì all'istante. Ma
vedendo i padroni che era partita anche la speranza del loro
guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza
principale davanti ai capi della città; presentandoli ai
magistrati dissero: «Questi uomini gettano il disordine nella
nostra città; sono Giudei e predicano usanze che a noi
Romani non è lecito accogliere né praticare». La
folla allora insorse contro di loro, mentre i magistrati, fatti
strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e dopo
averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al
carceriere di far buona guardia. Egli, ricevuto quest'ordine,
li gettò nella cella più interna della prigione e
strinse i loro piedi nei ceppi.
Verso
mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i
carcerati stavano ad ascoltarli. D'improvviso venne un
terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della
prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene
di tutti. Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le
porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi,
pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gli gridò
forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quegli
allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò
ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse:
«Signori, cosa devo fare per esser salvato?». Risposero:
«Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua
famiglia». E annunziarono la parola del Signore a lui e a
tutti quelli della sua casa. Egli li prese allora in disparte a
quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si
fece battezzare con tutti i suoi; poi li fece salire in casa,
apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i
suoi per avere creduto in Dio.
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VANGELO
Passando
vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo
interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi
genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose
Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi
genitori, ma è così perché si manifestassero in
lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi
ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando
nessuno può più operare. Finché sono nel
mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò
per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli
occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina
di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò,
si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e
quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante,
dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere
l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»;
altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva:
«Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque
ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo
che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli
occhi e mi ha detto: Va' a Sìloe e lavati! Io sono andato e,
dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». Gli
dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non
lo so».
Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.
Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.
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