sabato 28 maggio 2022

29 maggio 2022 - Domenica di Pasqua del cieco nato

 Domenica di Pasqua del cieco nato 



ΑΚΤΙΝΕΣ: Κυριακή του Τυφλού - Ομολογητές του Χριστού

Κυριακή του Τυφλού - Χριστιανική Φοιτητική Δράση







Lettura della domenica
29 Maggio 2022


Apostolo
At 16, 16-34

 In quei giorni, mentre noi apostoli ci recavamo alla preghiera, ci venne incontro una schiava che era posseduta da uno spirito divinatorio e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l’indovina. Essa seguiva Paolo e gridava dicendo di noi: “Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunziano la via della salvezza”. Così fece per molti giorni finché Paolo, seccato, si rivolse allo spirito dicendo: “In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei!” E all’istante lo spirito uscì. Ma i padroni di lei, vedendo che era svanita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono in piazza davanti alle autorità; presentandoli ai magistrati dissero: “Questi uomini provocano disordine nella nostra città; sono Giudei e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare”. La folla allora insorse contro di loro; i magistrati, fatte strappare loro le vesti, ordinarono che fossero bastonati e, dopo aver dato loro molte vergate, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di sorvegliarli bene. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella cella più interna e assicurò i loro piedi nei ceppi. Verso mezzanotte, Paolo e Sila pregavano cantando inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte da scuotere le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si spezzarono le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: “Non farti del male, siamo tutti qui”. Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: “Signori, cosa devo fare per essere salvato?” Gli risposero: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato, tu e la tua famiglia”. E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese allora con sé e a quell’ora di notte lavò le loro piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi. Poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio. 

ΕΛΛΑΣ-ΟΡΘΟΔΟΞΙΑ: ΚΥΡΙΑΚΗ ΤΟΥ ΤΥΦΛΟΥ - Συ διδασκεις ημας;



Vangelo
Gv 9, 1-38

In quel tempo, passando, Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono dicendo: “Maestro, chi ha peccato: lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo fare le opere di chi mi ha inviato finché è giorno: poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe” (che si traduce inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che prima avevano visto che era cieco dicevano: "Non è quello che stava seduto a mendicare?" Alcuni dicevano: “È lui!” Altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!” Allora gli chiesero: “Come dunque ti si aprirono gli occhi?” Egli rispose: “Quell’uomo chiamato Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ alla piscina di Siloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ci ho visto”. Gli dissero: “Dov‘è quel tale?” Rispose: “Non lo so”. Allora condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato il giorno che Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse il loro: “Mi ha messo fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo”. Allora alcuni dei farisei dicevano: “Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato”. Altri dicevano: “Come può un uomo peccatore fare segni simili?” E c’era dissenso tra loro. Allora chiesero di nuovo al cieco: “Tu che dici di chi ti ha aperto gli occhi?” Egli rispose: “È un profeta!” Ma i Giudei non vollero credere che prima lui era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: ”È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?” I genitori risposero: “Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui di sé”. Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei si erano già accordati che, se qualcuno lo avesse riconosciuto come il Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: Ha l’età, chiedetelo a lui! Allora chiamarono una seconda volta l’uomo che era stato cieco e gli dissero: “Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore!” Quello: “Se sia peccatore, non lo so; una cosa sola so: ero cieco e ora ci vedo”. Allora gli dissero di nuovo: “Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?” Rispose loro: “Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Anche voi volete diventare suoi discepoli?” Allora lo insultarono e gli dissero: “Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia”. Rispose loro quell’uomo: “Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi! Noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo non si è mai sentito dire che Sesta Domenica di Pasqua, del cieco nato 8° Giovanni 20, 11-18. Atti 16, 16-34; Giovanni 9, 1-38 3 qualcuno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto fare nulla”. Gli replicarono: “Sei nato tutto nei peccati e pretendi di insegnare a noi?” E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori e trovatolo gli disse: “Tu credi nel Figlio di Dio?” Egli rispose “E chi è, Signore, perché io creda in lui?” Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: è colui che parla con te!” Ed egli disse: “Io credo, Signore!” E si prostrò dinanzi a lui.


sabato 21 maggio 2022

22 Maggio 2022 - V Domenica di Pasqua, della Samaritana

 V Domenica di Pasqua, della Samaritana 

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Lettura della Domenica
22 Maggio 2022


Apostolo
At 11, 19- 30

In quel tempo quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirene, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e, trovatolo, lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani. In quei giorni alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra, cosa che di fatto avvenne sotto l'impero di Claudio. Allora i discepoli si accordarono, ciascuno secondo quello che possedeva, di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e Saulo.

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Vangelo
Gv 4, 5- 42

 In quel tempo, Gesù arrivò in una città della Samaria detta Sichar, vicino al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: là c’era la sorgente di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava a sedere presso il pozzo: era circa l’ora sesta. Venne una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli infatti erano andati in città a comprare da mangiare. Ma la donna samaritana gli disse: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?” Giudei e Samaritani infatti non hanno rapporti. Gesù rispose e le disse: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva”. Gli dice la donna: “Signore, tu non hai un vaso per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e da esso bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?” Rispose Gesù dicendole: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno”. Gli disse la donna: “Signore, dammi quest’acqua, perché non abbia sete e non venga qui ad attingere acqua”. Le rispose Gesù: “Va’, chiama tuo marito e vieni qui”. Rispose la donna e gli disse: “Non ho marito!” Le disse Gesù: “Hai detto bene: Non ho marito; hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. Gli disse la donna: “Signore, vedo che sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che il luogo in cui bisogna adorare è a Gerusalemme”. Gesù le disse: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora, ed è adesso, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Gli disse la donna: “So che viene il Messia chiamato Cristo: quando egli verrà ci annuncerà ogni cosa”. Le disse Gesù: “Sono io, che ti parlo”. In quel momento arrivarono i suoi discepoli e si meravigliarono che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: “Che cerchi?” oppure: “Perché parli con lei?” La donna intanto lasciò la giara, andò in città e disse agli uomini: “Venite a vedere l’uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Cristo?” Uscirono allora dalla città e andarono da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: “Maestro, mangia!” Ma egli rispose loro: “Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete”. E i discepoli si domandavano l’un l’altro: “Forse qualcuno gli ha portato da mangiare?” Gesù disse loro: “Mio cibo è fare la volontà di chi mi ha inviato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Alzate i vostri occhi e contemplate i campi che biondeggiano per la mietitura. Già il mietitore riceve salario e raccoglie il frutto per la vita eterna, affinché chi semina si rallegri insieme a chi miete. In questo, è vero il detto: Uno è chi semina e altro è chi miete. Io vi ho inviato a mietere ciò che voi non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica”. Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che attestava: “Mi ha detto tutto quello che ho fatto”. E quando i Samaritani vennero da lui, lo pregarono di rimanere con loro ed egli rimase lì due giorni. Credettero molto di più per la sua parola e dicevano alla donna: “Non è più per la tua parola che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è il vero salvatore del mondo, il Cristo”.

venerdì 13 maggio 2022

Domenica IV di Pasqua del Paralitico - 15/05/2022

     Domenica IV di Pasqua del Paralitico 



ΚΥΡΙΑΚΗ ΤΟΥ ΠΑΡΑΛΥΤΟΥ 29/4/2018 | Γέροντας Νεκτάριος Μουλατσιώτης






LETTURA DELLA DOMENICA

15 Maggio 2022





Apostolo

At 9,32-42

 In quel tempo, poiché Pietro andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che dimoravano a Lidda. Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su un lettuccio ed era paralitico. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto». E subito si alzò. Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore. A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità, nome che significa «Gazzella», la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni si ammalò e morì. La lavarono e la deposero in una stanza al piano superiore. E poiché Lidda era vicina a Giaffa i discepoli, udito che Pietro si trovava là, mandarono due uomini ad invitarlo: «Vieni subito da noi!». E Pietro subito andò con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: «Tabità, alzati!». Ed essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva. Si venne a sapere della cosa in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. 



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Vangelo

Gv 5,1-15

 In quel tempo, vi fu una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Bethesda, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. [Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.] Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualcun altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.

venerdì 6 maggio 2022

Domenica III di Pasqua delle Mirofore e del giusto Giuseppe - 8 maggio 2022

                              Domenica III di Pasqua 

                         delle Mirofore 




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e del giusto Giuseppe, 






Lettura della Domenica
08 maggio 2022

Apostolo
At 6, 1-7

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, fra gli Ellenisti ci fu mormorio contro gli Ebrei, perché nel quotidiano servizio venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono la moltitudine dei discepoli e dissero: “Non si può accettare che noi abbandoniamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Fratelli, prendete dunque in esame sette uomini tra di voi di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, che stabiliremo per questo bisogno. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della parola”. Il discorso piacque a tutti e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. La parola di Dio cresceva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti obbediva alla fede.


Vangelo
Mc 15, 43 – 16, 8

 In quel tempo, Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto, chiamò il centurione e lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce, lo avvolse nel lenzuolo e lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Iosì stavano ad osservare dove veniva deposto. Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?». Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.