sabato 25 giugno 2016

Domenica I di Matteo - 26/06/2016 - di tutti i Santi, San Davide di Tessalonica

Domenica I di Matteo

di tutti i Santi,


San David di Tessalonica

Lettura della Domenica
26 giugno 2016

Apostolo
Eb 11, 33 - 12, 2

Fratelli, tutti i santi per mezzo della fede hanno conquistato regni, hanno esercitato la giustizia, hanno conseguito le promesse, hanno chiuso le fauci dei leoni, hanno spento la violenza del fuoco, sono sfuggiti al taglio della spada, sono stati rinvigoriti dalla malattia, sono diventati forti in guerra, hanno messo in fuga le schiere degli stranieri, alcune donne riebbero per risurrezione i loro morti. Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una risurrezione migliore. Altri subirono scherni e flagelli, catene e prigionia. Furono lapidati, torturati, segati, furono uccisi di spada, vagarono coperti di pelli di pecore e capre, bisognosi, tribolati, maltrattati – di loro il mondo non era degno!- errando nei deserti e sui monti, tra le grotte e le spelonche della terra. Tutti questi, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa, avendo Dio predisposto qualcosa di meglio per noi, perché non ottenessero la perfezione senza di noi. Anche noi dunque, circondati da un così gran numero di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. 

Vangelo
Mt 10, 32-33, 37-38 e 19, 27-30
 In quel tempo, il Signore disse ai suoi discepoli: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me”. Allora Pietro disse: “Ecco, noi abbiamo abbandonato tutto e ti abbiamo seguito; che ne sarà dunque di noi?” E Gesù disse loro: “In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo siederà sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chi ha lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o moglie, o figli, o campi per il mio nome, riceverà il centuplo e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi”.

sabato 18 giugno 2016

DOMENICA DI PENTECOSTE - 19/06/2016 - UFFICIO DELLA GENUFLESSIONE




DOMENICA DI PENTECOSTE



UFFICIO DELLA GENUFLESSIONE


In pace preghiamo il Signore.
Per la pace dall’alto e la salvezza delle anime nostre, preghiamo il Signore.
Per la pace del mondo intero, la saldezza delle sante Chiese di Dio e l’unione di tutti, preghiamo il Signore.
Per il popolo qui presente che attende la grazia del santo Spirito, preghiamo il Signore.
Per quanti piegano il cuore e le ginocchia davanti al Signore, preghiamo il Signore.
Perché ci sia data la forza di giungere a perfezione in modo a Dio gradito, preghiamo il Signore.
Perché la sua misericordia sia copiosamente mandata su di noi, preghiamo il Signore.
Perché le nostre genuflessioni gli siano accette, come incenso davanti a lui, preghiamo il Signore.
Per quanti hanno bisogno del suo aiuto, preghiamo il Signore.
Perché siamo liberati da ogni tribolazione, ira, pericolo e angustia, preghiamo il Signore.
Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e custodiscici, o Dio con la tua grazia.
Facendo memoria della tutta santa, immacolata, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, insieme a tutti i santi, affidiamo noi stessi, gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
Ekfònisis del sacerdote.
Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione, Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli.  Amìn.
Al Signore, a te ho gridato,  6 stichi e i 3 seguenti stichirá  idiòmela, ripetendoli 2 volte.
Tono 4.
Fatti straordinari hanno veduto oggi tutte le genti nella città di Davide, quando lo Spirito santo è disceso in lingue di fuoco, come ha dichiarato l’ispirato Luca; egli dice infatti: Mentre tutti i discepoli di Cristo erano riuniti insieme, ecco un rombo come di vento che soffia impetuoso e riempì la casa dove erano seduti; e tutti cominciarono a parlare della santa Trinità in termini stranieri, con dogmi e dottrine singolari (2). Lo Spirito santo da sempre era, è e sarà, perché mai ha avuto principio, né mai cesserà d’essere, ma sempre è posto con il Padre e il Figlio e con loro annoverato: vita e creatore di vita, luce e illuminatore, buono per essenza e fonte di bontà; per lui è conosciuto il Padre e glorificato il Figlio, per lui da tutti è riconosciuta l’unica potenza, l’unica unione, l’unica adorazione della Trinità santa (2).
Lo Spirito santo è luce, vita e viva sorgente spirituale; Spirito di sapienza, Spirito di intelligenza, buono, retto, intelligente, Spirito che ci guida e ci purifica dalle colpe; Dio e deificante; fuoco che procede dal fuoco, Spirito che parla, opera e distribuisce i carismi; Spirito mediante il quale tutti i profeti, gli apostoli di Dio e i martiri, sono stati corroborati; straordinaria novella, straordinaria visione, fuoco che si divide per distribuire carismi (2).
Gloria. E ora e sempre. Tono pl. 2.
Re celeste, Paràclito, Spirito di verità, che sei presente ovunque e tutto riempi, tesoro dei beni e datore di vita, vieni e abita in noi, purificaci da ogni macchia e salva, o buono, le nostre anime.

Ingresso con l’incenso.
Luce gioiosa.
Luce gioiosa della santa gloria del Padre immortale, celeste, santo, beato, o Cristo Gesù! Giunti al tramonto del sole, e vista la luce vespertina, cantiamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, Dio. E’ cosa degna cantarti in ogni tempo con voci armoniose, o Figlio di Dio, tu che dai la vita: perciò a te dà gloria il mondo.
Prokìmenon. Tono grave.
Qual Dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che, solo, compie meraviglie.
Stico. Hai fatto conoscere fra i popoli la tua potenza.
Stico. E ho detto: Ora ho cominciato, questo è il mutamento della destra dell’Altissimo.
Stico. Ho ricordato le opere del Signore: Sì, ricorderò dal principio le tue meraviglie.
Poi il diacono dice:
Ancora e ancora, piegando le ginocchia, preghiamo il Signore.
Mentre tutti si inginocchiano in terra a capo scoperto, il sacerdote, dal santuario, legge le preghiere ad alta voce, in modo da farsi sentire da tutti.
Immacolato, incontaminato, senza principio, invisibile, incomprensibile, imperscrutabile, immutabile, insuperabile, incommensurabile, paziente Signore, che solo possiedi l’immortalità e abiti la luce inaccessibile, che hai fatto il cielo, la terra e il mare e tutte le opere che sono in essi, che adempi le preghiere di tutti prima che siano formulate: noi ti preghiamo e ti supplichiamo, o Sovrano amico degli uomini, Padre del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli, s’incarnò per virtù dello Spirito santo da Maria, la sempre Vergine e gloriosa Madre di Dio; egli, insegnando prima con le parole e dimostrandolo poi con le opere, quando si sottopose alla passione salvifica, lasciò un esempio a noi miseri, peccatori e indegni servi suoi, perché offrissimo suppliche, piegando il collo e le ginocchia per i nostri peccati e ipeccati d’ignoranza del popolo.
Tu dunque, misericordiosissimo e amico degli uomini, ascoltaci nel giorno in cui t’invochiamo, particolarmente in questo giorno di pentecoste, in cui il Signore nostro Gesù Cristo, dopo esser asceso ai cieli ed essersi assiso alla destra di Dio Padre, inviò il santo Spirito sui suoi santi discepoli e apostoli ed egli si posò su ciascuno di loro e li colmò tutti della sua grazia inesauribile ed essi iniziarono a proclamare in altre lingue le meraviglie di Dio e a profetare. Or dunque, noi ti preghiamo, ascoltaci e ricòrdati di noi miseri e colpevoli e fa’ tornare dalla prigionia le anime nostre, perché intercede per noi la tua stessa compassione. Accoglici, mentre prostràti gridiamo: Abbiamo peccato. Su te siamo stati gettati sin dal grembo, dal seno di nostra madre tu sei il nostro Dio: ma sono venuti meno nella vanità i nostri giorni, siamo stati spogliati del tuo aiuto, siamo privi di ogni scusa. Confidando tuttavia nella tua pietà, gridiamo: Il peccato della nostra giovinezza e le nostre ignoranze non ricordare e purificaci dalle nostre colpe nascoste; non respingerci nel tempo della vecchiaia, al venir meno della nostra forza non abbandonarci; prima di farci tornare alla terra dacci di convertirci a te e guardaci con benevolenza e grazia. Misura le nostre iniquità col metro della tua pietà; opponi l’abisso della tua multiforme pietà alla moltitudine delle nostre colpe. Guarda, Signore, dall’alto del tuo santuario sul tuo popolo che ti circonda e attende da te la tua copiosa misericordia: visitaci
nella tua benevolenza, liberaci dalla tirannia del diavolo, rendi sicura la nostra vita con le tue sante e sacre leggi. Affida il tuo popolo a un fedele angelo custode; raccoglici tutti nel tuo regno; dona il perdono a quanti in te sperano; condona a loro e a noi i peccati; purificaci con l’energia del tuo santo Spirito; sventa le macchinazioni del nemico contro di noi.
Aggiunge anche la seguente preghiera:
Benedetto sei Signore, Sovrano onnipotente, che hai illuminato il giorno con la luce del sole e hai rischiarato la notte con i bagliori del fuoco: tu che ci hai concesso di percorrere tutta la giornata e di avvicinarci all’inizio della notte, ascolta la nostra supplica e quella di tutto il tuo popolo e perdona a noi tutti i peccati volontari e involontari; accogli le nostre preghiere vespertine e manda copiosa la tua misericordia e la tua compassione sulla tua eredità. Circondaci come di un baluardo dei tuoi santi angeli, armaci con le armi della tua giustizia, tienici nella roccaforte della tua verità, custodiscici con la tua potenza, liberaci da ogni sventura e da ogni assalto dell’avversario. Concedi che anche questa sera, con la notte che sopraggiunge, sia perfetta, santa, pacifica, senza peccato, senza inciampo, libera da fantasie notturne e così tutti i giorni della nostra vita: per l’intercessione della santa Madre di Dio e di tutti i santi che in tutti i tempi ti sono stati graditi.
Il diacono:
Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi, rialzaci e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.
Facendo memoria della tutta santa, immacolata, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, insieme a tutti i santi, affidiamo noi stessi, gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
Ekfònisis del sacerdote:
Poiché tuo è l’avere misericordia e salvarci…
Il diacono:
Diciamo tutti con tutta l’anima, con tutta la nostra mente diciamo:
Signore onnipotente, Dio, secondo la tua grande misericordia, ti preghiamo, esaudisci e abbi pietà di noi.
Pietà di noi, o Dio, secondo la tua grande misericordia, ti preghiamo, esaudiscici e abbi pietà di noi.
Ekfònisis del sacerdote:
Poiché tu sei Dio misericordioso e amico degli uomini, e a te  rendiamo gloria: al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il diacono:
Ancora e ancora, piegando le ginocchia, preghiamo il Signore.
E il sacerdote dice la preghiera:
Signore Gesù Cristo, nostro Dio, tu hai dato agli uomini la tua pace e, continuando ad esser presente a noi e alla nostra vita, sempre concedi ai fedeli il dono del tuo santissimo Spirito, per un’eredità inalienabile. Oggi hai inviato sui tuoi apostoli questa grazia in modo più manifesto e hai temprato le loro labbra con lingue di fuoco, per le quali noi tutti, da ogni stirpe umana, accogliendo con l’udito, ciascuno nella propria lingua, la conoscenza di Dio, siamo stati illuminati dalla luce dello Spirito e liberati dall’errore come da una tenebra. Con il dono delle lingue sensibili e ignee e l’energia soprannaturale siamo stati ammaestrati a credere in te e siamo stati illuminati per proclamare la tua divinità, con il Padre e il santo Spirito, in una sola divinità, potenza e potestà. Tu dunque, irradiazione del Padre, impronta della sostanza e dalla natura di lui, impronta immutabile e di perfetta somiglianza, fonte della sapienza e della grazia, apri anche le mie labbra di peccatore e insegnami come bisogna pregare e per che cosa. Tu infatti conosci la gran moltitudine dei miei peccati, ma le tue viscere di misericordia ne supereranno il numero smisurato, perché, ecco, a te mi presento con timore, gettando nell’oceano della tua misericordia la disperazione della mia anima. Governa la mia vita,  tu che con potenza governi tutto il creato con un’ineffabile parola di sapienza, tu, porto tranquillo per chi è sbattuto dai marosi e insegnami la via per la quale camminare. Concedi ai miei pensieri lo Spirito della tua sapienza, donando lo Spirito di intelligenza alla mia stoltezza. Adombra le mie opere con lo Spirito del tuo timore e rinnova nel mio intimo lo Spirito retto. Con lo Spirito che guida, rafforza la mia mente vacillante: affinché, guidato ogni giorno al bene dal tuo Spirito buono, sia reso degno di compiere i tuoi comandamenti e di ricordarmi sempre del tuo ritorno glorioso, quando esaminerai le nostre azioni. Non permettere che resti sedotto dalle mollezze corruttibili di questo mondo, ma rendimi capace di bramare il gaudio dei tesori futuri. Tu infatti hai detto, o Sovrano, che qualunque cosa uno chiederà nel tuo nome, la riceverà senza difficoltà da parte di Dio Padre tuo a te coeterno. Per questo anch’io peccatore, alla venuta del tuo santo Spirito, prego la tua bontà: Donami a mia salvezza tutto ciò per cui ti ho pregato. Sì, Signore, munifico datore buono di ogni energia: tu dai molto al di là di quanto chiediamo. Tu sei compassionevole, o misericordioso: sei senza peccato e sei divenuto partecipe della nostra carne e ti pieghi con ogni tenera compassione su chi piega il ginocchio davanti a te, divenuto propiziazione per i nostri peccati. Da’, Signore, al tuo popolo, la tua multiforme compassione, ascoltaci dal tuo cielo santo: santificalo con la potenza della tua destra salvifica; proteggilo all’ombra delle tue ali; non disprezzare l’opera delle tue mani. Contro te solo peccammo, ma a te solo anche rendiamo culto: non conosciamo adorazione di un dio estraneo, né si levano le nostre mani ad altro Dio, o Sovrano. Rimettici le nostre colpe e accogliendo le preghiere che ti rivolgiamo in ginocchio, stendi la mano in nostro aiuto. Accetta la preghiera di tutti come incenso gradito, che sale al cospetto della tua maestà piena di benevolenza.
Aggiunge anche la seguente preghiera:
Signore, Signore, che ci hai liberati da ogni freccia che vola di giorno, liberaci anche da tutto ciò che si aggira nelle tenebre. Accetta il sacrificio vespertino, le nostre mani a te innalzate. Concedici di trascorrere senza macchia questo spazio di riposo notturno, senza sperimentare alcun male e liberaci da ogni turbamento e paura suscitati dal diavolo contro di noi. Dona alle anime nostre la compunzione e ai nostri pensieri di preoccuparsi dell’esame che farai nel tremendo e giusto tuo giudizio. Inchioda col tuo  timore le nostre carni e mortifica le nostre membra che sono sulla terra: affinché anche nella quiete del sonno siamo illuminati dalla contemplazione dei tuoi giudizi. Allontana da noi ogni fantasia sconveniente e ogni dannosa concupiscenza. Destaci per il tempo della preghiera, corroborati nella fede e pronti a progredire nei tuoi decreti.
Il diacono:
Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi, rialzaci e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.
 Facendo memoria della tutta santa, immacolata, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, insieme a tutti i santi, affidiamo noi stessi, gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
Ekfònisis del sacerdote:
Per la benevolenza e la grazia del tuo unigenito Figlio, col quale sei benedetto, insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Segue il Degnati, Signore, Quindi il diacono:
Ancora e ancora, piegando le ginocchia, preghiamo il Signore.
E il sacerdote dice la preghiera:
O sorgente di vita e luce, sempre zampillante, Potenza creatrice coeterna al Padre, che compisti stupendamente tutta l’economia di salvezza per i mortali, Cristo, nostro Dio, che spezzasti i vincoli indissolubili della morte e i catenacci dell’ ade, calpestando la moltitudine degli spiriti maligni; tu hai offerto te stesso quale vittima immacolata per noi, dando in sacrificio il tuo purissimo corpo, non toccato da nessun peccato e inaccessibile al peccato e con questa tremenda e inenarrabile azione sacra ci hai gratificati della vita eterna. Discendesti nell’ ade infrangendone le sbarre eterne e mostrando la via del ritorno a quanti sedevano nella tenebra; prendesti all’amo, con un’esca divinamente sapiente, il cupo drago origine del male, lo legasti nel tartaro con catene di tenebra e l’imprigionasti nel fuoco inestinguibile e nella tenebra esteriore con la tua forza d’infinita potenza, o gloriosa sapienza del Padre. Tu ti mostri grande soccorritore di chi subisce insolenza e illumini quanti siedono nella tenebra e nell’ombra di morte, o Signore d’eterna gloria e Figlio diletto del Padre altissimo, eterna luce da eterna luce: o sole di giustizia, ascolta le nostre suppliche e da’ riposo alle anime dei tuoi servi, ai nostri padri e fratelli già addormentati, agli altri nostri parenti secondo la carne e a tutti i nostri congiunti secondo la fede, che ora ricordiamo, perché in te è il potere su tutti e reggi in tua mano tutti i confini della terra. Sovrano onnipotente, Dio dei padri e Signore di misericordia, Creatore della stirpe mortale e immortale e d’ogni natura umana che si compone e di nuovo si dissolve, della vita e della morte, del tempo che trascorriamo qui in terra e del nostro transito nell’aldilà, tu misuri i tempi ai viventi e stabilisci l’ora della morte, conduci all’ade e ne riconduci, con l’infermità ci leghi e ci sciogli col vigore; tu amministri le cose presenti secondo l’utilità e governi le future per il profitto; tu vivifichi con la speranza della risurrezione quanti sono colpiti dal pungiglione della morte. Tu stesso, Sovrano dell’universo, Dio e Salvatore nostro, speranza degli estremi della terra e di quanti sono lontano nel mare, in quest’ultimo, grande e salvifico giorno di pentecoste ci ha mostrato il mistero della santa, consustanziale, coeterna, indivisibile e in confusa Trinità e hai effuso, con la sua discesa e la sua presenza, il tuo santo Spirito vivificante, sotto forma di lingue di fuoco, sui tuoi santi apostoli, costituendoli evangelizzatori della nostra pia fede e rendendoli confessori e araldi della vera teologia; in questa conclusiva festa di salvezza, ti sei degnato d’accogliere le suppliche espiatorie per quanti sono trattenuti nell’ ade e ci hai dato grandi speranze che sia dato ai defunti sollievo dalle pene che li stringono e refrigerio da parte tua. Esaudisci dunque le preghiere che ti rivolgiamo nella nostra deplorevole meschinità: alle anime dei tuoi servi già addormentati da’ riposo nel luogo luminoso e verdeggiante del refrigerio da cui sono fuggiti dolore, tristezza e lamento e colloca i loro spiriti nelle tende dei giusti e concedi loro pace e sollievo: non i morti ti loderanno, Signore, né quanti sono nell’ ade hanno il coraggio di offrirti la lode, ma noi, i viventi ti benediciamo, ti supplichiamo e ti offriamo per le loro anime preghiere e sacrifici di propiziazione.
Aggiunge anche la seguente preghiera:
Dio grande ed eterno, santo e amico degli uomini, che ci hai fatti degni di stare in quest’ora al cospetto della tua inaccessibile gloria per cantare e lodare le tue meraviglie, sii propizio a noi, indegni tuoi servi e concedici la grazia di offrirti con cuore contrito, liberi da distrazioni la dossologia del trisagio e il ringraziamento per i grandi doni che ci hai fatto e che sempre ci fai. Ricòrdati, Signore, della nostra debolezza e non permettere che ci perdiamo per le nostre iniquità, ma usa la tua grande misericordia con la nostra piccolezza affinché, fuggendo il buio del peccato, camminiamo nel giorno della giustizia e rivestiti delle armi della luce, giungiamo al termine senza esser insidiati da alcuna insolenza del maligno e con franchezza rendiamo per tutto gloria a te, solo Dio vero e amico degli uomini. È infatti un tuo mistero in verità davvero grande, o Sovrano di tutti e Creatore, questo temporaneo dissolversi delle tue creature, che in seguito di nuovo si ricompongono e in eterno riposano. Per tutto ti rendiamo grazie: per il nostro ingresso in questo mondo e per il nostro esodo da esso, che, in virtù della tua verace promessa, ci induce a sperare la risurrezione e la vita intatta: possiamo noi goderne al tuo secondo futuro avvento. Perché tu sei anche l’autore della nostra risurrezione, giudice imparziale e amico degli uomini per ciò che riguarda le azioni della vita, Sovrano e Signore della ricompensa, tu che, come noi, hai partecipato di carne e sangue, nella tua somma condiscendenza e delle nostre passioni non colpevoli, sottomettendoti volontariamente alla tentazione, rivestendoti di viscere di compassione, divenendo spontaneamente nostro aiuto nelle tentazioni, in forza di ciò che hai sofferto venendo tu stesso tentato. È così che hai condotto anche noi alla tua stessa impassibilità. Ricevi dunque, o Sovrano, le nostre preghiere e suppliche, da’ riposo al padre, alla madre, ai fratelli, alle sorelle e ai figli di ciascuno e a qualunque altro parente o congiunto e a tutte le anime che già riposano in attesa della risurrezione per la vita eterna. Colloca i loro spiriti e i loro nomi nel libro della vita, nel seno di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nella regione dei viventi, nel regno dei cieli, nel paradiso di delizie, introducendole tutte, tramite i tuoi angeli luminosi, nelle tue sante dimore. Risuscita anche i nostri corpi nel giorno da te stabilito, secondo le tue sante e veraci promesse. Non vi è dunque morte, Signore, per noi tuoi servi alla dipartita dal corpo per venire a te, o Dio: è piuttosto il passaggio dalle sofferenze alla dolcezza, alla felicità, un passaggio al riposo e alla gioia; e se anche peccammo contro di te, sii propizio tanto a noi quanto a loro, perché nessuno è puro da macchia davanti a te, nemmeno se la sua vita fosse di un giorno, perché tu solo sulla terra sei apparso senza peccato, Signore nostro Gesù Cristo e grazie a te tutti speriamo d’ottenere misericordia e remissione dei peccati. Perciò, tu che sei buono e amico degli uomini, o Dio, condona, assolvi, perdona, a noi e a loro tutte le colpe, volontarie o involontarie, conosciute e sconosciute, manifeste e nascoste, in opere, pensieri o parole, in qualsiasi nostro comportamento e movimento. A chi ci ha preceduto dona liberazione e sollievo; a noi qui presenti da’ la tua benedizione, concedendo a noi e a tutto il tuo popolo una fine buona, nella pace e alla tua tremenda e terribile venuta, apri per noi viscere di misericordia e di amore per gli uomini e facci degni del tuo regno.
Ancora la seguente preghiera:
Dio grande ed eccelso, che solo abiti la luce inaccessibile e possiedi l’immortalità, che hai fatto tutto il creato con sapienza, che hai separato la luce dalla tenebra, che hai posto il sole a dominio del giorno e la luna e le stelle a dominio della notte, che anche oggi hai concesso a noi peccatori d’accostarci al tuo volto nella confessione e offrirti la liturgia vespertina, tu stesso, Signore amico degli uomini, dirigi la nostra preghiera come incenso davanti a te e accoglila come soave profumo. Concedici sera e notte pacifiche; rivestici con le armi della luce; liberaci dallo spavento notturno e da tutto ciò che si aggira nella tenebra. Fa’ che sia libero da ogni fantasia diabolica il sonno che hai donato a ristoro della nostra debolezza; sì, Sovrano di tutti, che concedi ogni bene, affinché anche sul nostro letto, nella compunzione, ci ricordiamo nella notte del tuo santissimo nome e illuminàti dalla meditazione dei tuoi precetti, ci leviamo nell’esultanza dell’anima per glorificare la tua bontà, offrendo preghiere e suppliche alla tua amorosa compassione per i nostri peccati e per quelli di tutto il tuo popolo, che ti chiediamo di voler visitare, nella tua misericordia, per intercessione della santa Madre di Dio.
Il diacono:
Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi, rialzaci e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.
 Facendo memoria della tutta santa, immacolata, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra, la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, insieme a tutti i santi, affidiamo noi stessi, gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.
Ekfònisis del sacerdote:
Poiché tu sei il riposo della nostra anima e del nostro corpo e a te rendiamo gloria: al Padre, al Figlio
e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il diacono:
Completiamo la nostra preghiera vespertina...
Ekfònisis del sacerdote:
Poiché tu sei Dio buono e amico degli uomini...
Pace a tutti.
Il popolo: E al tuo spirito.
Il diacono:
Chinate il capo davanti al Signore.
Il popolo: A te, Signore.
Il sacerdote, sottovoce:
Signore, nostro Dio, che hai inclinato i cieli e sei sceso a salvezza del genere umano, guarda sui tuoi servi e sulla tua eredità. A te, infatti, Giudice temibile e amico degli uomini, i tuoi servi che hanno chinato il capo e curvato sottomessi la nuca, senza attendere aiuto dagli uomini, ma aspettando la tua misericordia e attendendo la tua salvezza. Custodiscili in ogni tempo, in questa sera e nella notte che si avvicina, da ogni nemico, da ogni energia avversa del diavolo, da ragionamenti vani e pensieri cattivi.
Poi ad alta voce:
Sia benedetto e glorificato il potere del tuo regno: del Padre, del Figlio e del santo Spirito, ora e sempre
e nei secoli dei secoli. Amìn.
Si cantano i 3 prosòmia dello stico. Tono 3.
Ecco ora le lingue, segno manifesto per tutti: i giudei infatti, dai quali è Cristo secondo la carne, sono decaduti dalla divina grazia perché malati d’incredulità e noi, che proveniamo dalle genti, siamo stati resi degni della divina luce, confermati dalle parole dei discepoli, proclamanti la gloria di Dio, benefattore di tutti; con loro anche noi, piegando  cuore e ginocchia, prostriamoci con fede al Salvatore delle anime nostre, confermati dal santo Spirito.
Stico. Un cuore puro crea in me, o Dio e uno spirito retto rinnova nelle mie viscere.
Ora lo Spirito Paràclito è stato effuso su ogni carne: cominciando infatti dal coro degli apostoli, ha esteso ai fedeli la grazia, comunicandola tramite loro; egli conferma la sua potente venuta distribuendo ai discepoli le lingue in forma di fiamma, perché possano cantare e glorificare Dio; col cuore spiritualmente illuminato, corroborati nella fede dal santo Spirito, imploriamo la salvezza delle anime nostre.
Stico. Non rigettarmi dal tuo volto e il tuo Spirito santo non togliere da me.
Ora gli apostoli di Cristo sono rivestiti di potenza dall’alto, perché il Paràclito li rinnova, rinnovandosi in loro con mistica novità di scienza: ed essi, annunziandola in lingue straniere e sublimi, c’insegnano a render culto alla natura eterna, semplice e trisipostatica del Dio benefattore di tutti;  illuminati dunque dai loro insegnamenti, adoriamo il Padre, il Figlio e lo Spirito, implorando la salvezza delle anime nostre.
Gloria. E ora. Tono pl. 4.
Idiòmelon dell’imperatore Leone.
Venite, popoli, adoriamo la Divinità trisipostatica: il Figlio nel Padre con il santo Spirito; il Padre infatti ha intemporalmente generato il Figlio coeterno e con lui regnante e lo Spirito santo era nel Padre, glorificato col Figlio; una sola potenza, una sola sostanza, una sola divinità che noi tutti adoriamo dicendo: Santo Dio, che tutto hai creato mediante il Figlio, con la sinergia del santo Spirito; Santoforte, per il quale abbiamo conosciuto il Padre e per il quale lo Spirito santo venne nel mondo; Santo immortale, Spirito Paràclito, che dal Padre procedi e nel Figlio riposi; Trinità santa, gloria a te.
Poi: Ora lascia, trisagio e apolytìkion della festa.
Apolytìkion. Tono pl. 4.
Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro, che sapientissimi hai reso i pescatori, mandando loro lo Spirito Santo e per mezzo loro hai pescato l’universo. Amico degli uomini, gloria a te (3).
Quindi il sacerdote fa il congedo come segue:
Colui che, dal seno del Padre si è annientato, ha assunto la nostra natura, l’ha divinizzata ed èpoi risalito ai cieli, sedendosi alla destra di Dio Padre e di là ha mandato sui suoi santi discepoli e apostoli lo Spirito divino, santo, consustanziale, di eguale potenza, di eguale gloria, coeterno e per mezzo suo li ha illuminati, illuminando quindi tramite loro tutta la terra, Cristo, nostro vero Dio, per intercessione della purissima, santa Madre sua senza macchia, dei santi e gloriosi apostoli pneumatofori e araldi di Dio, degni di ogni lode e di tutti i santi, abbia pietà di noi e ci salvi per la sua bontà. Amìn.


Domenica di Pentecoste - 19/06/2016

Domenica di Pentecoste





LETTURA DELLA DOMENICA

19/06/2016



Apolitikion

Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro, che sapientissimi hai reso i pescatori, mandando loro lo Spirito Santo e per mezzo loro hai pescato l’universo. Amico degli uomini, gloria a te.

Risultati immagini per Κυριακή της Πεντηκοστής

Kontakion

Quando discese a confondere le lingue, l’Altissimo divise le genti; quando distribuì le lingue di fuoco convocò tutti all’unità. E noi glorifichiamo ad una sola voce lo Spirito Santissimo

Ikos

 Dà conforto pronto e stabile, o Gesù, ai tuoi servi quando i nostri spiriti sono prostrati; dalle anime nostre non separarti nelle tribolazioni; dai nostri cuori nelle avversità non allontanarti, ma previenici sempre; avvicinati a noi, avvicinati, tu che sei ovunque; come stavi sempre coi tuoi apostoli, così unisciti anche a quelli che ti amano, o misericordioso, affinché, uniti a te, celebriamo e glorifichiamo lo Spirito tuo santissimo.





Apostolo

 At 2, 1-11

Al compiersi del giorno della Pentecoste, tutti gli apostoli erano insieme nello stesso luogo. D’improvviso ci fu dal cielo un suono, come l’irrompere di un soffio violento, che riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro. Tutti furono ripieni di Spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei e uomini devoti da tutte le nazioni che sono sotto il cielo. Al prodursi di quella voce, si radunò una gran folla, turbata perché ognuno li udiva parlare nella propria lingua. Fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono Galilei? Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua nativa? Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle regioni della Libia presso Cirene, Romani residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li sentiamo parlare nelle nostre lingue della grandezza di Dio?” 



Vangelo 

Gv 7, 37- 8, 12

 Nell’ultimo giorno, quello della grande festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: “Se qualcuno ha sete venga a me e beva, chi crede in me; come ha detto la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo grembo”. Questo egli disse dello Spirito che i credenti in lui stavano per ricevere: infatti non c’era ancora lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato ancora glorificato. All’udire queste parole, alcuni tra la folla dicevano: “Questi è davvero il profeta!”; altri dicevano: “Questi è il Cristo!”; altri invece dicevano: “Ma il Cristo viene dalla Galilea? Non ha detto la Scrittura che il Cristo viene dal seme di Davide?” E ci fu dissenso tra la folla a causa di lui. Alcuni di loro volevano prenderlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono allora dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: ”Perché non lo avete condotto?” Risposero le guardie: “Mai un uomo ha parlato così!” Ma i farisei replicarono loro: “Anche voi siete stati ingannati? Gli ha creduto qualcuno fra i capi o fra i farisei? Ma questa folla che non conosce la Legge, è maledetta!” Nicodemo, uno di loro, che era andato da Gesù di notte, disse loro: “La nostra legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere cosa fa?” Gli risposero: “Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedi che non sorge profeta dalla Galilea!” E Gesù parlava di nuovo, dicendo: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.





venerdì 17 giugno 2016

LA GRANDISSIMA IMPORTANZA DELL’UNITA’ DELLA CHIESA ORTODOSSA ANCHE DOPO GLI ULTIMI SVILUPPI di Sua Eminenza Reverendissima il Metropolita Gennadios Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta


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LA GRANDISSIMA IMPORTANZA
DELL’UNITA’ DELLA CHIESA ORTODOSSA
ANCHE DOPO GLI ULTIMI SVILUPPI
di Sua Eminenza Reverendissima il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta




Per gentile invito del Centro Studi Ecumenici, Missionari e sull’ambiente “Metropolita Panteleimon Papageorgiou”

Il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa è destinato a diventare un avvenimento storico di portata mondiale, rappresentando una pietra miliare di prima grandezza; nella tragica corruzione di questo mondo secolarizzato e indifferente, in cui gli uomini si dimostrano insensibili alla vita del prossimo, nonostante problemi, difficoltà, guerre e richieste inopportune e contrasti assurdi, nonostante le fantasie e le ricerche “cervellotiche di alcune personalità” di spicco, nonostante le affermazioni insensate, ovviamente senza fondamento, nonostante tutte le previsioni e proiezioni, l’unica voce che viene ascoltata come forza di unità è la voce dell’Ortodossia, unità che però in sostanza non esiste, visti alcuni recenti avvenimenti paradossali, tragici, ingiustificabili e inaccettabili. La voce dell’Ortodossia, nonostante tutto, commuove, promuove lo stesso con forza e coraggio la convocazione del Sinodo nel sacro e da Dio protetto territorio della Chiesa di Creta.
Protagonista di questo avvenimento è il Vertice della Chiesa Ortodossa, Sua Santità il Patriarca Ecumenico, il Patriarca dell’Ortodossia, la cui reputazione in certi luoghi viene ingiuriata e calpestata, mentre da altre parti viene onorata e rispettata e considerata tra le Dieci principali Personalità del mondo per il suo inestimabile impegno e contributo a favore dell’umanità. Come spiegare la “miseria”, la pochezza spirituale di questi infermi, i quali hanno occhi, ma non vedono, hanno orecchie e non ascoltano?
Sfortunatamente ci siamo allontanati dalla verità e dal discernimento e abbiamo abbracciato un sogno falso, inutile e pericoloso: ci consideriamo Basili, Gregori e Crisostomi, ci consideriamo grandi luminari e teologi, sappiamo tutto, ci siamo fatti dottori, padri e maestri nelle campagne, nei paesi e persino nelle città, provocando divisioni e anomalie nel seno della Chiesa; tale comportamento egoista danneggia l’unità della Chiesa Ortodossa, valore e realtà importantissima con cui essa esprime la sua vita; e solo attraverso la “πνευματική Συνοδικότητα” essa funziona degnamente, giustamente e sapientemente. Se mancano rispetto e ordine nelle Chiese Ortodosse Locali, se la tradizione non è vissuta realmente nei fatti, se teoria e insegnamento non hanno conseguenza nelle anime dei chierici e del popolo di Dio, se chi insegna non ha a sua volta amore e pace nel cuore, inevitabilmente i risultati saranno del tutto negativi, indipendentemente dalla dominazione dell’unità che tutta l’umanità attende dall’unica voce dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, la Chiesa Ortodossa. Essa oggi ufficialmente e con ogni solennità convoca il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa per proclamare in tutto il mondo che è attenda in ascolto e vuole ricevere la luce e la vita.
Il mondo attende questo messaggio. Tuttavia vivono, si muovono e agiscono per la rovina dell’unità forze maligne chiaramente visibili nell’intransigenza e nelle irregolarità canoniche deliberatamente provocate in un’atmosfera inaccettabile di avversione contro tutto ciò che è realmente Ortodosso. Non è la prima volta! Così, dunque, avvicinandoci al Santo e Grande Sinodo, il male peggiore che la sua convocazione affronta è questa chiarissima incomunicabilità e intransigenza mentale, lontana dalla sinergia con lo Spirito Santo; chi assume tale atteggiamento pone la sua fiducia nelle sole forze umane di una mente limitata; triste conseguenza di ciò è la fine dell’unità non solo tra alcune Chiese Ortodosse Locali, ma anche tra gli stessi gerarchi.
La preghiera, l’amore e la fede non riescono a intervenire e a soccorrere. Queste tre grandi meraviglie, opere e inestimabili tesori della Chiesa Ortodossa, forse li rispettiamo e onoriamo nella forma, ma da come si vede, non sembrano in grado di giovare all’unità delle Chiese Ortodosse Locali e degli stessi gerarchi. Che cosa succede? Come correggere questa situazione irregolare? In che modo aprire la strada alla convocazione, affinché guidi pacificamente all’unità? Come predicare degnamente e credibilmente il messaggio dell’unità? Il mondo stesso, sconvolto da conflitti e scontri, protesta: “Com’è possibile accettare amore, speranza e pace dal Santo e Grande Sinodo quando, tra le stesse Chiese Ortodosse Locali ci sono divisioni, quando una giudica e condanna l’altra e giunge persino al punto estremo di cercare di dimostrare che l’altra è caduta nell’eresia e nell’irregolarità canonica?”.
Questo disgustoso, indisponente e incerto clima innaturale di sfida e provocazione, creato a livello locale per iniziativa individuale, attraverso azioni di disturbo, depistaggio, disordini e pressioni internazionali, persino con mezzi squallidi, risulta assai faticoso e prelude a cose peggiori. E’ cos’ che viene ascoltata la voce dell’Ortodossia, l’invito, cioè, del grande Patriarca Atenagora, figura pura e dinamica, che nell’isola di Rodi, Chiesa fondata da san Paolo, lottò per l’unità e la collaborazione facendo il possibile perché fosse ascoltata e accettata la sacratissima idea di convocare il Santo e Grande Sinodo? Era settembre del 1961. Nonostante i problemi politici e sociali dell’epoca allora fu ascoltata la voce di quell’uomo pieno di spirito di sapienza e prudenza. Il suo invito diede nuova vita e futuro per il progresso e la rinascita della Chiesa Ortodossa, che uscì dalla Conferenza Pan-ortodossa di Rodi (settembre 1961) unita nella speranza; un nuovo spirito e nuovi orizzonti e soprattutto una rinnovata unione e fraterna collaborazione furono il glorioso trofeo che tutti i rappresentanti riportarono alle rispettive Chiese Ortodosse Locali. Con la guida della bussola della conoscenza e del rispetto reciproco, la voce della Chiesa Ortodossa in quegli anni esigenti e molto discussi incoraggiava, univa, accoglieva, cercava il meglio e la stabilità. Al contrario in questi nostri giorni prendono spazio certe assurdità che provocano disordine, non dialogo e nemmeno comprensione. E poi si vedono alcuni che cercano di mettere freno affinché non si tenga il Santo e Grande Sinodo, perché non ne hanno fiducia e altri che corrono da un luogo all’altro per convincere e dimostrare che la convocazione del Sinodo sarà la rovina del pleroma Ortodosso.
Dobbiamo far presente che l’operato di quanti non vogliono che il Sinodo venga riunito non colpiscono il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, non colpiscono la sua iniziativa prodigiosa; queste inammissibili iniziative non riescono a vincere il suo sovrumano impegno nel salvare la nostra irreprensibile fede e testimoniarla.
Questi recenti contrasti e opposizioni, queste note periodiche riunioni e gli scontri ostili di cui siamo informati dai mezzi di pubblicazione, mirano a impedire la convocazione del Sinodo; con orgoglio si tenta l’impossibile per dimostrare di aver ragione a insistere contro la convocazione del Sinodo; si afferma che quanti invece la desiderano sono fuori di fatto e dai Sacri Canoni. Tutto ciò senza dubbio frantuma l’unità dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, in quanto la discussione non avvenga in modo pacifico e secondo i canoni e non cercando il vero interesse della Chiesa e dei nostri fratelli Ortodossi.
È pura verità il fatto che nella vigna del Signore ci sono alcuni che giudicano e condannano, frenano e impediscono il progresso mistagogico e lo sviluppo etico dell’uomo, tentano di separare e contribuiscono alla divisione, e l’unità è una vanità e utopia. Tuttavia Dio è grande! Egli è presente e compie meraviglie, incorona il perseverante, il fervente e la preghiera del cuore, le iniziative sovrumane e le suppliche del pleroma Ortodosso; dal momento che desidera che abbia successo la convocazione del Sinodo, non abbandonerà il popolo di Dio, l’immortale e sempre viva ortodossia, salvezza dell’uomo.
Soltanto se unita la Chiesa Ortodossa (sarebbe bene non solo nel Sinodo, ma anche prima dell’inizio delle sessioni) dimostrerà al mondo cristiano e contemporaneo che essa non è statica; non è ostile al progresso, è reale nello sviluppo dell’uomo; dimostrerà, anzi, che le Chiese Ortodosse Locali, che hanno lo stesso pensiero e la stessa fede, collaboreranno per offrire a tutti gli uomini, nostri fratelli cose buone, gradevoli e utili.
Come un nuovo Cireneo per la Chiesa Ortodossa, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, illuminato da Dio, lotta e combatte per custodire l’unità, questo bene divino di cui si nutre la Chiesa Ortodossa, contribuendo a rinvigorirne la vita. Nell’unità l’istituzione della Chiesa Ortodossa è salva.
Non è una piccola cosa il fatto che la Chiesa Ortodossa, cioè che le Chiese Ortodosse Locali compaiano ufficialmente e si rivelino in modo Ortodosso; specialmente in questi anni possiamo dire che si tratta di un esame: dopo 11 secoli viene esaminata la loro unità e comunione. Il primo e fondamentale esame per la Chiesa Ortodossa è dimostrare la propria unità, dimostrare praticamente ciò in cui crediamo e che professiamo, di essere cioè l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa. Umilmente penso che è il momento di dirlo e di predicare in tutto il mondo questo eccelso ed eterno messaggio. Non c’è bisogno di avere molti titoli accademici per capire l’importanza dell’unità delle Chiese Ortodosse Locali per tutto il mondo, cristiano e contemporaneo.
Non dobbiamo limitarci solo a discorsi e teorie. Se affermiamo ad esempio che “la Divina Liturgia è fondamento dell’unità”, certamente, affermiamo una grandissima verità, tuttavia è altrettanto necessario vivere questa unità prima, durante e dopo la Divina Liturgia. Pensando e ragionando in questo modo pregando e bussando alla porta e avendo nella nostra vita, come l’Alfa e l’Omega, l’amore e la pace di Dio, l’insicuro e inquieto giovane contemporaneo, stanco di tempeste fisiche, spirituali e sociali, con le sue tremende domande, ascolterà la voce unita del Sinodo. Il Dio filantropo tramandò a pochi operai il suo verbo e la sua verità; esistono sempre operai di questo tipo, sempre sono pronti a evangelizzare. E i nuovi operai, impegnandosi nella buona, santa e giusta lotta dell’evangelizzazione e della salvezza, salvano anime nel seno della Chiesa Ortodossa.
Che dire mai di certi inopportuni commenti negativi da parte di alcuni, scettici nei confronti della riunione del Sinodo e delle sue decisioni? Abbiamo ascoltato con vergogna questi indegni schiamazzi.
Sono rimasti pochi giorni per festeggiare la gioiosa solennità della fondazione della Chiesa. Sono rimasti pochi giorni per riunire il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa.
Il popolo di Dio, il gregge amato da Dio delle Chiese Ortodosse Locali aspetta di vedere nel Santo e Grande Sinodo, viva e luminosa, la Luce della Risurrezione, da cui proviene la Luce dell’Ortodossia, anzi integra, forte e salvifica; non debole e conflittuale. Sta per iniziare un giorno di speranza storico e indimenticabile, l’inaugurazione di questo Sinodo, da secoli aspettato e programmato.
In Italia chierici di ogni rango e laici (professori, politici ecc.), monaci e monache, tutti attendono di udire la voce dell’unità, la voce dell’amore, la voce della pace e della speranza, la voce dell’Ortodossia.
Gli stranieri stessi non sono indifferenti di fronte a questo celebrissimo avvenimento, non sono curiosi, né impreparati, ma pregano e chiedono a Dio la buona riuscita del Santo e Grande Sinodo, giacché sanno molto bene che la sua voce rimane, quieta e piena di grazia, verrà ascoltata, influenzando, aiutando e illuminando governanti e popoli. Preghiamo la Ss. Trinità che la stessa è Luce: “Luce il Padre, Luce il Figlio, Luce anche lo Spirito Santo”.
Tutti con amore, fede e speranza preghiamo per l’unità dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, cioè per la nostra Chiesa Ortodossa, preghiamo e supplichiamo l’Onnipotente Dio Filantropo per vedere e avere una nuova Pentecoste della Chiesa Ortodossa, realizzata sulla base, dall’Alfa all’Omega, dell’unità delle Chiese Ortodosse Locali. Che siamo santificati da una Chiesa Ortodossa Unita, la quale ama ed è amata, viene rispettata e abbraccia con il perdono e la benevolenza, ma è anche onorata e stimata, salvando e risuscitando.
Lo Spirito Santo illumina e guida, dal momento che esiste e soffia, come anche nei primi secoli dei martiri e delle persecuzioni. Lo Spirito Santo “ha chiamato tutti all’unità”; tutti abbiamo il fervidissimo desiderio di viverlo e di goderne, di ottenerlo con l’anima e la mente per la nostra salvezza. Certamente, siamo liberi di ascoltare la dolcissima voce di unità della Chiesa Ortodossa, ma abbiamo l’urgente necessità e dovere di lasciare a un certo punto le provocazioni, i particolarismi, l’individualismo perché si realizzi finalmente ciò che Dio ha deciso e desidera.
Il Santo e Grande Sinodo deve realizzarsi. E’ la sua benedizione, il suo dono, il suo amore verso la Chiesa Ortodossa. E’ un’occasione felice e divina per dimostrare la sua unità. Unita, l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa prenderà decisioni in pace, fede, amore e speranza, proclamerà al mondo cristiano contemporaneo, a ciascun uomo di buona volontà e buona azione gli eterni e salvifici messaggi evangelici dei santi Apostoli e dei Padri della nostra fede irreprensibile.
Milioni di Ortodossi e altre persone desiderano vedere la sua unità e vitalità anche prima della sua convocazione e per questo pregano, ma soffrono ascoltando le già note inammissibili e ingiustificabili argomentazioni dei “cosiddetti veri ortodossi”. Vengano nei luoghi dove prestiamo servizio per abbracciare e baciare il corpo di Cristo Salvatore e vedano in pace e amore la luce e la gioia e l’esultanza della Risurrezione, messaggi che adornano la nostra Madre Chiesa.
Il Patriarcato Ecumenico, con pensiero nobile, inesausta fonte d’amore e comprensione progredisce inarrestabile verso la convocazione del Sinodo. Certamente, conosce tutte le difficoltà pratiche nazionali e locali, da parte religiosa e sociale. Non teme e non attribuisce alcuna importanza alle questioni ecclesiastiche umane e soprattutto alle istituzioni mondane; anzi, in serenità e grazia di Dio perdona e agisce e con gli stessi carismi con cui la stessa Divinità Trisipostatica lo ha dotato per il ristabilimento dell’ordine, il restauro della fiducia e richiede che avvenga l’unità di tutti gli Ortodossi, vita e forza di tutte le Chiese Ortodosse Locali prima ancora della convocazione del Sinodo, giacché lo Spirito Santo “ha chiamato tutti all’unità” e quindi con questo fondamento, cioè con la forza e la grazia dello Spirito Santo, esse progrediranno nella loro sublime e divina opera. Non c’è altra soluzione, non esiste altra circostanza, non esiste altra risposta, non c’è altra linea. Il Patriarca va avanti verso la convocazione del Sinodo. Il Sinodo si farà. Il Patriarca giungerà in porto, lo vogliamo o non lo vogliamo, perché è volere di Dio; non abbiamo il diritto negare la benedizione e la grazia del Dio Trino, il dono della nuova Pentecoste. Il Patriarca non fa nulla di diverso da quello che tutti gli altri predecessori hanno fatto. Disperata appare la misera e povera condizione di oggi: guerra a tutti i livelli, sabotaggio, contrasto, scontro, ingiustizia e danneggiamento irresponsabile; tutte queste cose non saranno così nocive e pericolose per la vita spirituale del fedele Ortodosso? Ma i santi Primati delle Chiese Ortodosse Locali che non verranno al Sinodo, come affronteranno la grave responsabilità delle firme e l’assenso dei loro unanimi alla convocazione del Santo e Grande Sinodo? Le loro coscienze, i loro cuori avranno pace? Non guardano alla storia?
Esiste anche un’altra strategia ostile e invisibile: consiste nel cercare in qualche modo di sminuire il prestigio del Sinodo: La non partecipazione di tutti i Metropoliti delle Arcidiocesi canoniche al Sinodo; umilmente ritengo che è degno e giustificato che esistano, anche al di fuori dei lavori del Santo e Grande Sinodo, Metropoliti come anche presbiteri, diaconi, monaci e monache, autorità e il popolo stesso di Dio il cui unico impegno è pregare per l’unità della Chiesa Ortodossa prima della convocazione, durante e anche dopo. E’ un dovere morale di amore e dedizione alla Chiesa Ortodossa, nostra Madre. La preghiera di costoro sia continua, paziente, semplice, sia preghiera di anima e di cuore per l’appianamento delle inadeguatezze o inopportunità di parola nella stesura dei documenti e delle decisioni in questo storico importantissimo evento. La preghiera è l’arma più potente che Cristo ci ha dato, insieme con la sua presenza, per custodire da ogni male… da ogni energia avversa… Quanti non si troveranno ai lavori del Sinodo non dovranno restare come semplici spettatori, ascoltando e trasmettendo le cose buone e le contrarie, ma come le membra delle Chiese Ortodosse Locali rappresentate hanno l’impellente dovere di partecipare al Sinodo, così anche noi, che non siamo stati scelti per partecipare al Sinodo, abbiamo la responsabilità, ma anche il dovere di pregare. Soprattutto in questa ora in cui è stato colpita e ferita l’unità, il carattere divino della Chiesa Ortodossa; l’unità che è lo splendore della grazia del Santo Spirito, rigenera e rivitalizza l’uomo, lo rinnova e gli dona nuova vita, nuova forza, nuova disposizione, mentre il Dio Trino benedice e santifica il cammino di amore e risurrezione della Chiesa Ortodossa. L’Innografia della nostra Chiesa, straordinario tesoro, non commuove i nostri cuori? Le sue parole pneumatofore non sono forse anche per noi un divino testamento per un cammino verso la dimostrazione dell’unità della fede comune della Chiesa, nostra Madre? Questa non è la nostra eredità Patristica: una spinta mossa da Dio verso la luce e la verità dell’unità della Chiesa Ortodossa? In questi ultimi tragici giorni, in cui essa viene stimata più di ogni altra religione, realtà religiosa e comunità ecclesiastica, giunge alla celebrazione di questo celebrissimo e storico evento come una tappa della sua vita di consacrazione e offerta di sé? Come dunque si possono cantare senza preghiera e senza compunzione queste esortazioni celesti e salvifiche della divina Innografia, ispirata dallo Spirito Santo?
La grandiosità della nostra fede risplende nella famosissima Isola di Creta e procede in avanti grazie alle infocate preghiere e indicazioni del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, operaio e custode instancabile e inarrestabile della Chiesa Militante, il cui amore per il genere umano e la divina creazione commuove il popolo di Dio e lo muove verso il bene, l’utile e il giusto, preparando la “Grande Cena”, la sua veneratissima e divina festa, la Pentecoste della Chiesa Ortodossa.
Anche Creta e il suo popolo fedele si preparano sapientissimamente per la convocazione del Sinodo e diventano ancora un’altra volta oggetto di offerta, di discussione e sublime ospitalità e accoglienza. E’ il segno pieno, puro, luminoso e felice del cammino verso la convocazione del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa, la quale in modo tutto ortodosso testimonierà l’unità dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, la Chiesa Ortodossa, nostra Madre. Da ciò si apprende la necessità dei dialoghi teologici e il rapporto della Chiesa Ortodossa con il mondo cristiano e contemporaneo. La buona riuscita del Sinodo, oltre al perdono e all’amore che la Chiesa Madre darà agli ultimi operai, i quali, secondo il discorso catechetico Pasquale di San Giovanni Crisostomo, Arcivescovo di Costantinopoli, non saranno surclassati dai primi, sarà come una scure pesante contro i sogni di primato di nuove cattedre e la diplomazia ecclesiastica delle nuove teorie moderne secolarizzate, le quali nella sostanza sono nocive, dal momento che quanti progettano e richiedono la realizzazione di questi progetti sono spiritualmente e moralmente morti, nutrendosi del male della secolarizzazione e dell’indifferenza.
Conclusione: Il Sinodo deve essere fatto. Il Patriarca dell’Ortodossia, “colonna irremovibile” e “ornamento ispirato da Dio” ha una tale fede e amore per il Signore della Gloria, che la sua fiducia nella volontà di Dio, giorno dopo giorno, si rafforza e aumenta la sua sovrumana forza, predisponendolo ad affrontare con vigore i problemi fino ad oggi insanabili all’interno della Chiesa Ortodossa: le nuove aspettative di potere accompagnate dal pensiero farisaico di falsa giustificazione: Altrimenti sarà una specie di “giurisdizione - amministrazione papista”. Tutte queste cose diminuiscono il prestigio e la grandezza della Chiesa Ortodossa.
Non vogliamo entrare nella politica, perché se lo facessimo, allora vedremmo la nostra fede, che è luce, verità, vita, salvezza ed eternità e noi stessi, suoi strumenti, usati da schiamazzi, paure, situazioni e interessi locali e nazionali, mettendo alla fine in dubbio tutto. E ciò che è peggio, dopo un po’ di tempo dimenticato il bene e i beni ricevuti grazie all’amore e al sacrificio del nostro prossimo, la benevolenza e la gratitudine diventerebbero estranee alla nostra vita, e ciò perché manca la vera in Cristo unità eucaristica, pubblica testimonianza della fede comune e della nostra tradizione. Sarebbe il più grave e peggiore di tutti i mali, che accerchiano il Sinodo, perché si giustifica la sua non convocazione col fatto che non si incontrano tutte le Chiese Ortodosse Locali. Il Sinodo deve essere fatto perché è volontà di Dio, perché la Chiesa ha bisogno di un Sinodo.
È soprattutto un momento donato da Dio per dimostrare l’unità divina della Chiesa Ortodossa e la sua vivificante forza e, principalmente, per proclamare ufficialmente dopo 11 secoli che essa è “l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa”. L’apostolo Paolo con il suo straordinario insegnamento delle membra del corpo viene soltanto letto? Non è nostro insegnamento, vita e forza nelle nostre lotte spirituali?
Il Sinodo si farà con ogni sacrificio ed è imperativo che si faccia perché non seguirà un'altra riunione dei primati delle Chiese Ortodosse Locali che decida che questa convocazione non si faccia.
Il prestigio dell’Ortodossia è pieno di ferite per questi inammissibili eventi che mirano al rinvio o all’annullamento del Sinodo. Al contrario, come già detto, la sua convocazione sarà per la Comunità Internazionale un trionfo, dal momento che con l’unità dimostrerà a tutte le nazioni che la Chiesa Ortodossa è l’Una, Santa Cattolica e Apostolica Chiesa. Lo Spirito santo è la grazia e la forza del Santo e Grande Sinodo: l’umile e ardente preghiera è la nostra comunione con esso! E’ possibile che le Chiese Ortodosse Locali ne escano come sorelle più unite nella verità e nell’amore. Preghiamo anche lo Spirito Santo affinché illumini tutte le Chiese Ortodosse Locali per una testimonianza di unità, di fede comune secondo lo spirito e la sostanza della Pentecoste: la Chiesa Ortodossa è l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa. La preghiera è fede e la fede muove le montagne.
Preghiamo senza sosta per tutti: la nostra preghiera è in primo luogo per il venerabile e sapiente Patriarca Ecumenico Bartolomeo al quale come figli auguriamo la grazia del Dio Trino perché lo protegga e lo salvi da ogni male, inquietudine e ostacolo per il proseguimento della sua sublime offerta apostolica in favore dell’uomo, fatto a immagine di Dio; Egli nacque, fu crocifisso e risorse per restaurare l’icona caduta di Adamo e perfezionarlo con la grazia infinita e la grande misericordia.
“Quale Dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il nostro Dio, che solo compie meraviglie”!

Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta