sabato 22 febbraio 2025

23/02/2025 - DOMENICA DI CARNEVALE - SAN POLICARDO DI SMIRNE

                                Domenica di Carnevale






   San Policarpo di Smirne 



Lettura della Domenica
23 febbraio 2025 

Apostolo- 
I Cor 8,8 – 9,2

 Fratelli, non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio: se non ne mangiamo, non veniamo a mancare di qualcosa, né, mangiandone, ne abbiamo un vantaggio. Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di caduta per i deboli. Se uno infatti vede te, che hai la conoscenza, stare a tavola in un tempio di idoli, la debole coscienza di questi non sarà spinta a mangiare le carni immolate agli idoli? Ed ecco, per la tua conoscenza va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro debole coscienza, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello! Non sono forse libero? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? E non siete voi la mia opera nel Signore? Se per altri non sono apostolo, almeno per voi lo sono; voi siete il sigillo del mio apostolato nel Signore. 


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 Vangelo
Mt 25, 31- 46

 Il Signore ha detto: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli santi, siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutti i popoli, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il Re dirà a quelli alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? E il Re risponderà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato, forestiero, nudo, malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Allora egli risponderà loro: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna”.


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sabato 15 febbraio 2025

Domenica XVII di Luca- del Dissoluto - 16/02/2025 - SAN FLAVIANO E SAN PANFILO

 Domenica XVII di Luca- del Dissoluto 





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San Flaviano, patriarca di Costantinopoli; 

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San Panfilo martire 

Lettura della Domenica
16 febbraio 2025

Apostolo
I Cor 6, 12- 20

Fratelli, “tutto mi è lecito”, ma non tutto giova; “tutto mi è lecito”, ma io non mi lascerò dominare da nulla. “I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi”, ma Dio distruggerà questo e quelli! Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! O non sapete voi che chi si unisce a una prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno –è detto- un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori dal suo corpo; ma chi si dà all’impudicizia pecca contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo! Glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che sono di Dio! 

Vangelo
Lc 15, 11- 32

 Il Signore ha detto questa parabola: "Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".

sabato 8 febbraio 2025

9 Febbraio 2025 - Domenica del pubblicano e del fariseo

Domenica del pubblicano e del fariseo




Lettura della Domenica
9 Febbraio 2025


Apostolo
2 Tim 3, 10-15

 Fratelli....tu invece mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nella condotta, nei propositi, nella fede, nella magnanimità, nell'amore del prossimo, nella pazienza, nelle persecuzioni, nelle sofferenze, come quelle che incontrai ad Antiochia, a Icònio e a Listri. Tu sai bene quali persecuzioni ho sofferto. Eppure il Signore mi ha liberato da tutte.  Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.  Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannatori e ingannati nello stesso tempo.  Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso  e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù.    



Vangelo
 Lc 18, 10-14

 «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.  Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.  Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.  Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»

sabato 1 febbraio 2025

2 Febbraio 2025 - INCONTRO DEL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO

                   INCONTRO DEL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO


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Lettura della Domenica
 2 Febbraio 2025



 Apostolo
Eb 7, 7-17

Fratelli, senza dubbio l’inferiore viene benedetto dal superiore. Qui riscuotono le decime uomini mortali, là invece colui di cui si attesta che vive. Anzi, per così dire, anche Levi –che pur riscuote le decime- ha versato la sua decima in Abramo, perché egli si trovava ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchisedek. Se dunque la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico –sotto di esso infatti il popolo ha ricevuto la Legge- che bisogno c’era che sorgesse un altro sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek, e non fosse detto, invece, secondo l’ordine di Aronne? Infatti, se viene cambiato il sacerdozio, necessariamente avviene anche un cambiamento della legge. Colui del quale si dicono queste cose, ha fatto parte di un’altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all’altare. È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda, e di tale tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. Ciò risulta ancora più evidente dal momento che sorge un altro sacerdote a somiglianza di Melchisedek, costituito tale non secondo la legge di un ordine carnale, ma per una forza di vita indistruttibile. Gli è stata resa infatti questa testimonianza: Tu sei sacerdote per l’eternità, secondo l’ordine di Melchisedek.

Vangelo
Lc 2, 22-40 

In quel tempo i genitori portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: "Ogni maschio che apre la matrice, sarà sacro al Signore", e per offrire un sacrificio, secondo ciò che è detto nella Legge del Signore: "Una coppia di tortore o due pulcini di colombi". Ed ecco, c'era in Gerusalemme un uomo chiamato Simeone; quest'uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d'Israele e lo Spirito Santo era su di lui. Egli aveva ricevuto il responso dallo Spirito Santo che non avrebbe visto morte prima d'aver visto il Cristo Signore. Mosso dallo Spirito venne nel tempio e mentre i genitori facevano entrare il bambino Gesù per compiere a suo riguardo quanto ordinava la Legge, egli lo prese tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: "Ora, o Sovrano, congedi il tuo servo, secondo la tua parola, in pace; perché i miei occhi hanno visto il tuo Salvatore, che hai preparato davanti a tutti i popoli, luce di rivelazione per le genti e gloria del tuo popolo Israele". Giuseppe e sua madre erano meravigliati di quanto era stato detto di lui. Simeone li benedisse e a Maria, la madre di lui, disse: "Ecco, egli è posto per caduta e risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione - una spada ti trapasserà l'anima - affinché vengano svelati i pensieri di molti cuori". C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuìl, della tribù di Asìr. Essa era molto avanti negli anni, avendo vissuto con il marito sette anni dalla sua verginità, poi era rimasta vedova sino a ottantaquattro anni, non si allontanava dal tempio e rendeva culto notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quello stesso momento, rendeva grazie a Dio e parlava di lui a tutti quelli che aspettavano la redenzione d'Israele. Quando ebbero compiuto tutto secondo la Legge del Signore, ritornarono in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.