DOMENICA 15 DICEMBRE 2013
Progenitori del Signore
San Eleuterio martire
Lettura della domenica
15 Dicembre 2013
*********
Apostolo
2 Timoteo 1,8-18
Fratelli ... no vergognarti dunque della testimonianza del Signor nostro, né di me suo prigioniero, ma soffri anche tu con me per il vangelo, sostenuto dalla potenza di Dio, che ci ha salvati e ci ha chiamati con una santa vocazione, non in base alle nostre opere, ma secondo il suo scopo e grazia, che ci è stata data in Cristo Gesù prima dell'inizio dei tempi, ed ora è stata manifestata con l'apparizione del Salvator nostro Gesù Cristo, che ha distrutto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo, di cui io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore dei gentili. Per questo motivo io soffro anche queste cose, ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono persuaso che egli è capace di custodire il mio deposito fino a quel giorno. Ritieni il modello delle sane parole che hai udito da me nella fede e nell'amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci il buon deposito che ti è stato affidato mediante lo Spirito Santo che abita in noi. Tu sai che tutti quelli che sono nell'Asia, fra i quali Figello ed Ermogene, mi hanno abbandonato. Conceda il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo, perché spesse volte egli mi ha confortato e non si è vergognato delle mie catene; anzi, venendo a Roma, mi ha cercato con molta sollecitudine e mi ha trovato. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso di lui in quel giorno. Tu sai molto bene quanti servizi egli mi abbia reso in Efeso.
Vangelo
Luca 14, 16-24
Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».
Nessun commento:
Posta un commento