Domenica III di Pasqua
delle Mirofore
LETTURA DELLA DOMENICA
04/05/2014
Apolitikion
Quando Tu, vita immortale, discendesti incontro alla morte, allora annientasti l’Inferno col fulgore della Divinità; ma allorché risuscitasti i morti dai luoghi sotterranei, tutte le potenze sovracelesti esclamarono: Cristo, Dio nostro, datore di vita, gloria a Te!
* * * * *
Il nobile Giuseppe, deposto dalla Croce l'immacolato tuo corpo, l'avvolse in un bianco lenzuolo e cosparsolo di aromi, gli rese i funebri onori e lo depose in un sepolcro nuovo. Ma tu il terzo giorno sei risorto o Signore per donare al mondo la grande misericordia.
* * * * *
Fermatosi dinnanzi alla tomba, l'Angelo alle donne recanti aromi gridò: gli aromi si addicono ai mortali, Cristo invece s'è mostrato alieno da ogni corruzione. E voi gridate dunque: è risorto il Signore per donare al mondo la grande misericordia.
Kondakion
Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all'incontro hai distrutta la potenza dell'inferno e sei risorto qual vincitore; o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, tu che dai ai peccatori la risurrezione.
Apostolo
Atti 6, 1-7
Fratelli .... in quei giorni, mentre aumentava il numero dei
discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei,
perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione
quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e
dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per
il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette
uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai
quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla
preghiera e al ministero della parola». Piacque questa proposta a
tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito
Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un
proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali,
dopo aver pregato, imposero loro le mani.
Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava
grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un
gran numero di sacerdoti aderiva alla fede.
Vangelo
Marco 15, 43 - 16, 8
Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che
aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente
da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò
che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se
fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la
salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò
giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un
sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso
contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e
Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva
deposto. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di
Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a
imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il
sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano
tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del
sepolcro?». Ma, guardando, videro che il masso era già
stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel
sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito
d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro:
«Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il
crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano
deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli
vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». Ed
esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di
timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché
avevano paura.
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