sabato 21 marzo 2015

Domenica IV dei Digiuni del nostro Santo Padre Giovanni Climaco - 22 Marzo2015

 Domenica IV dei Digiuni
 del nostro Santo Padre Giovanni Climaco


Lettura della Domenica
22 Marzo 2015





Apolitikion


Con lo scorrere delle tue lacrime, hai reso fertile la sterilità del deserto e con gemiti dal profondo hai fatto fruttare al centuplo le tue fatiche, e sei divenuto un astro che illumina e risplende su tutta la terra. Per i tuoi  prodigi, o santo padre nostro Giovanni, intercedi presso Cristo Dio per la salvezza delle anime nostre.

Kontakion

A te che, qual condottiera, per me combattesti, innalzo l’inno della vittoria; a te porgo i dovuti ringraziamenti io che sono la tua città, o Madre di Dio. Tu, per la invincibile tua potenza, liberami da ogni sorta di pericoli, affinché possa a te gridare: salve, o sposa sempre vergine.





Apostolo

Eb 6, 13-20

Fratelli, quando Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per qualcuno superiore a sé, giurò per se stesso, dicendo: Ti benedirò e ti moltiplicherò molto. Così, avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa. Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia. Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un forte incoraggiamento ad afferrare saldamente la speranza che ci è posta davanti. In essa noi abbiamo per la nostra anima un'ancora sicura e salda, che penetra fin nell'interno del velo del santuario, dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote per l’eternità secondo l’ordine di Melchisedek.

Vangelo

Mc 9,17-31

 In quel tempo un uomo si avvicinò a Gesù, si inginocchiò davanti a lui e disse: «Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora, in risposta, disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo e questi, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall'infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Signore, credo! Aiutami nella mia incredulità!» Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: «Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più». E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in disparte: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera e il digiuno». Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». 




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