sabato 16 maggio 2015

Domenica del cieco nato - 17/05/2015

Domenica del cieco nato



 

Lettura della Domenica

17/05/2015



Ο ΧΡΙΣΤΟΣ ΙΩΜΕΝΟΣ ΤΟΝ ΕΚ ΓΕΝΕΤΗΣ ΤΥΦΛΟΝ_4


Apolitikion

Fedeli,  inneggiamo  ed  adoriamo  il Verbo, coeterno  al  Padre e allo  Spirito, 
che per la nostra salvezza è nato dalla Vergine. Egli si compiacque con la sua carne salire  sulla croce  e subire la morte  e far  risorgere  i   morti con  la sua gloriosa risurrezione.
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Sei disceso nella tomba, o Immortale, e all'incontro hai distrutta la potenza dell'inferno e sei risorto qual vincitore; o Cristo Dio, esclamando alle donne che ti recavano aromi: salve! e hai concesso la pace ai tuoi Apostoli, tu che dai ai peccatori la risurrezione.

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 Apostolo 
At 16, 16-34

In quei giorni, mentre noi apostoli ci recavamo alla preghiera, ci venne incontro una schiava che era posseduta da uno spirito divinatorio e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l’indovina. Essa seguiva Paolo e gridava dicendo di noi: “Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunziano la via della salvezza”. Così fece per molti giorni finché Paolo, seccato, si rivolse allo spirito dicendo: “In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei!” E all’istante lo spirito uscì. Ma i padroni di lei, vedendo che era svanita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono in piazza davanti alle autorità; presentandoli ai magistrati dissero: “Questi uomini provocano disordine nella nostra città; sono Giudei e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare”. La folla allora insorse contro di loro; i magistrati, fatte strappare loro le vesti, ordinarono che fossero bastonati e, dopo aver dato loro molte vergate, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di sorvegliarli bene. Egli, ricevuto quest’ordine, li chiuse nella cella più interna e assicurò i loro piedi nei ceppi. Verso mezzanotte, Paolo e Sila pregavano cantando inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte da scuotere le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si spezzarono le catene di tutti. Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: “Non farti del male, siamo tutti qui”. Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e, tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: “Signori, cosa devo fare per essere salvato?” Gli risposero: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato, tu e la tua famiglia”. E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. Egli li prese allora con sé e a quell’ora di notte lavò le loro piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi. Poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio. 


Vangelo
Gv 9, 1-38

 In quel tempo, passando, Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono dicendo: “Maestro, chi ha peccato: lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo fare le opere di chi mi ha inviato finché è giorno: poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe” (che si traduce inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che prima avevano visto che era cieco dicevano: "Non è quello che stava seduto a mendicare?" Alcuni dicevano: “È lui!” Altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!” Allora gli chiesero: “Come dunque ti si aprirono gli occhi?” Egli rispose: “Quell’uomo chiamato Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ alla piscina di Siloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ci ho visto”. Gli dissero: “Dov‘è quel tale?” Rispose: “Non lo so”. Allora condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato il giorno che Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse il loro: “Mi ha messo fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo”. Allora alcuni dei farisei dicevano: “Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato”. Altri dicevano: “Come può un uomo peccatore fare segni simili?” E c’era dissenso tra loro. Allora chiesero di nuovo al cieco: “Tu che dici di chi ti ha aperto gli occhi?” Egli rispose: “È un profeta!” Ma i Giudei non vollero credere che prima lui era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: ”È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?”

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