V Domenica di Pasqua, della Samaritana
Memoria dei Patriarchi di Costantinopoli
Lettura della Domenica
6 Maggio 2018
Apostolo
At 11, 19- 30
In quel tempo quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di
Stefano erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola
a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirene, giunti ad
Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore
Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al
Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò
Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da
uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito santo e di fede, esortava tutti a perseverare con
cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi
partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e, trovatolo, lo condusse ad Antiochia. Rimasero
insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la
prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani. In quei giorni alcuni profeti scesero ad
Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per
impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra, cosa che di
fatto avvenne sotto l'impero di Claudio. Allora i discepoli si accordarono, ciascuno secondo
quello che possedeva, di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero,
indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e Saulo.
Vangelo
Gv 4, 5- 42
In quel tempo, Gesù arrivò in una città della Samaria detta Sichar, vicino al terreno che
Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: là c’era la sorgente di Giacobbe. Gesù dunque,
stanco del cammino, stava a sedere presso il pozzo: era circa l’ora sesta. Venne una donna
di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli infatti erano
andati in città a comprare da mangiare. Ma la donna samaritana gli disse: “Come mai tu,
che sei Giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?” Giudei e Samaritani
infatti non hanno rapporti. Gesù rispose e le disse: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è
che ti dice Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato dell’acqua
viva”. Gli dice la donna: “Signore, tu non hai un vaso per attingere e il pozzo è profondo;
da dove hai dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe,
che ci diede il pozzo e da esso bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?” Rispose Gesù
dicendole: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che
io gli darò, non avrà più sete in eterno”. Gli disse la donna: “Signore, dammi quest’acqua,
perché non abbia sete e non venga qui ad attingere acqua”. Le rispose Gesù: “Va’, chiama
tuo marito e vieni qui”. Rispose la donna e gli disse: “Non ho marito!” Le disse Gesù: “Hai
detto bene: Non ho marito; hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in
questo hai detto il vero”. Gli disse la donna: “Signore, vedo che sei un profeta. I nostri padri
hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che il luogo in cui bisogna adorare è a
Gerusalemme”. Gesù le disse: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte, né in
Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello
che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora, ed è adesso, in cui i
veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio
è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Gli disse la donna: “So
che viene il Messia chiamato Cristo: quando egli verrà ci annuncerà ogni cosa”. Le disse
Gesù: “Sono io, che ti parlo”. In quel momento arrivarono i suoi discepoli e si
meravigliarono che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: “Che cerchi?”
oppure: “Perché parli con lei?” La donna intanto lasciò la giara, andò in città e disse agli
uomini: “Venite a vedere l’uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il
Cristo?” Uscirono allora dalla città e andarono da lui. Intanto i discepoli lo pregavano:
“Maestro, mangia!” Ma egli rispose loro: “Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete”.
E i discepoli si domandavano l’un l’altro: “Forse qualcuno gli ha portato da mangiare?”
Gesù disse loro: “Mio cibo è fare la volontà di chi mi ha inviato e compiere la sua opera.
Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Alzate i vostri
occhi e contemplate i campi che biondeggiano per la mietitura. Già il mietitore riceve salario
e raccoglie il frutto per la vita eterna, affinché chi semina si rallegri insieme a chi miete. In
questo, è vero il detto: Uno è chi semina e altro è chi miete. Io vi ho inviato a mietere ciò che voi
non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica”. Molti
Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che attestava: “Mi ha
detto tutto quello che ho fatto”. E quando i Samaritani vennero da lui, lo pregarono di
rimanere con loro ed egli rimase lì due giorni. Credettero molto di più per la sua parola e
dicevano alla donna: “Non è più per la tua parola che noi crediamo, ma perché noi stessi
abbiamo udito e sappiamo che questi è il vero salvatore del mondo, il Cristo”.
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