sabato 31 ottobre 2020

Domenica V di Luca - 01 novembre 2020 - Santi Cosma e Damiano medici anargiri e la loro madre Theodoti


Domenica V di Luca

ΑΓΙΟΙ ΑΝΑΡΓΥΡΟΙ | Καλλής Νικόλαος - Εργαστήριο εικαστικών τεχνών ]::

Άγιοι Ανάργυροι 01/11/2017 – ΙΕΡΟΣ ΝΑΟΣ ΑΓΙΑΣ ΑΝΝΗΣ ΠΕΡΙΣΤΕΡΙΟΥ

Santi  Cosma e Damiano medici anargiri e la loro madre Theodoti

 

Lettura della Domenica

1 novembre 2020

 

Apostolo

I Cor 12,27 -13,8

 

Fratelli, voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Alcuni sono stati posti da Dio nella Chiesa anzitutto come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo come maestri; poi i poteri, i carismi delle guarigioni e dell’assistenza, del governo e della varietà di lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti hanno poteri? Forse hanno tutti i carismi delle guarigioni? Forse parlano tutti in lingue? Forse tutti interpretano? Aspirate ai carismi più grandi. Vi indico anche la via per eccellenza. Se anche parlo le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho l’amore, sono un bronzo sonante e un cembalo strepitante. E se ho la profezia, e conosco tutti i misteri e tutta la gnosi, e se ho tutta la fede, tanto da spostare le montagne, ma non ho l’amore, non sono niente. E se anche distribuisco in cibo tutte le mie sostanze e consegno il mio corpo per essere bruciato, ma non ho l’amore, non mi giova nulla. L’amore è paziente, è benevolo l’amore, non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta sconvenientemente, non cerca il suo interesse, non si adira, non calcola il male, non gode dell’ingiustizia ma si compiace della verità: tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore mai va in rovina.

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Vangelo

Lc 16, 19 – 31

 

Il Signore ha detto: "C'era un uomo ricco, che indossava vesti di porpora e di lino finissimo e ogni giorno teneva splendide feste. Un povero, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, tutto coperto di piaghe, e desiderava sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco, ma anche i cani venivano a leccargli le ferite. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel grembo di Abramo. Poi morì anche il ricco, e fu sepolto; e alzando negli inferi i suoi occhi, trovandosi tra tormenti, vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: ‘Padre Abramo! Abbi pietà di me e manda Lazzaro perché immerga la punta del suo dito nell'acqua e mi rinfreschi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma!’.

Ma Abramo rispose: ‘Figlio! Ricordati che in vita tu hai ricevuto i tuoi beni, e parimenti Lazzaro i suoi mali. Ma ora lui qui è consolato e tu invece sei tormentato. Per di più, tra noi e voi è stato posto un grande abisso; coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, e chi da voi vuole venire di qua, non può’. E quello replicò: ‘Ti prego, padre!

Manda Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli: li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento!’. Abramo rispose: ‘Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro!’. Egli replicò: ‘No, padre Abramo! Ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si convertiranno’. Abramo rispose: ‘Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non si lascerebbero convincere neppure se qualcuno risorgesse dai morti’.”

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