giovedì 17 settembre 2015

Universale Esaltazione della Croce Preziosa e Vivificante - 14 Settembre 2015

 Universale Esaltazione della Croce Preziosa e Vivificante 






Lettura del giorno
14 Settembre 2015

Apostolo 
 I Cor 1, 18-24

 Fratelli, la parola della croce è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che vengono salvati, per noi, è potenza di Dio; sta scritto infatti: “Distruggerò la sapienza dei sapienti e annienterò l’intelligenza degli intelligenti”. Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il sottile ragionatore della nostra epoca? Non ha forse Dio reso stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, piacque a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.

  Vangelo
Gv 19, 6-11; 13-20; 25-28; 30-35 

In quel tempo, i capi dei sacerdoti e le guardie videro Gesù, con la corona di spine e il mantello di porpora, e gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!” Pilato disse loro: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui alcuna colpa”. I Giudei gli risposero: “Noi abbiamo una legge, e secondo questa legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”. Quando Pilato udì questo discorso, ebbe ancor più paura e, rientrato nel pretorio, disse a Gesù: “Di dove sei tu?”. Ma Gesù non gli rispose. Allora Pilato gli disse: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di liberarti e il potere di metterti in croce?”. Gesù gli rispose: “Tu non avresti alcuna autorità su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto; perciò chi mi ha consegnato nelle tue mani, ha una colpa più grande”. Pilato condusse fuori Gesù, e sedette nel tribunale nel luogo detto Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: “Ecco il vostro re!”. Ma quelli gridarono: “Via, via, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Metterò in croce il vostro re?”. Risposero i sommi sacerdoti: “Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare”. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città. Era scritta in ebraico, in latino e in greco. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Dopo avere ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.

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