venerdì 17 giugno 2016

LA GRANDISSIMA IMPORTANZA DELL’UNITA’ DELLA CHIESA ORTODOSSA ANCHE DOPO GLI ULTIMI SVILUPPI di Sua Eminenza Reverendissima il Metropolita Gennadios Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta


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LA GRANDISSIMA IMPORTANZA
DELL’UNITA’ DELLA CHIESA ORTODOSSA
ANCHE DOPO GLI ULTIMI SVILUPPI
di Sua Eminenza Reverendissima il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta




Per gentile invito del Centro Studi Ecumenici, Missionari e sull’ambiente “Metropolita Panteleimon Papageorgiou”

Il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa è destinato a diventare un avvenimento storico di portata mondiale, rappresentando una pietra miliare di prima grandezza; nella tragica corruzione di questo mondo secolarizzato e indifferente, in cui gli uomini si dimostrano insensibili alla vita del prossimo, nonostante problemi, difficoltà, guerre e richieste inopportune e contrasti assurdi, nonostante le fantasie e le ricerche “cervellotiche di alcune personalità” di spicco, nonostante le affermazioni insensate, ovviamente senza fondamento, nonostante tutte le previsioni e proiezioni, l’unica voce che viene ascoltata come forza di unità è la voce dell’Ortodossia, unità che però in sostanza non esiste, visti alcuni recenti avvenimenti paradossali, tragici, ingiustificabili e inaccettabili. La voce dell’Ortodossia, nonostante tutto, commuove, promuove lo stesso con forza e coraggio la convocazione del Sinodo nel sacro e da Dio protetto territorio della Chiesa di Creta.
Protagonista di questo avvenimento è il Vertice della Chiesa Ortodossa, Sua Santità il Patriarca Ecumenico, il Patriarca dell’Ortodossia, la cui reputazione in certi luoghi viene ingiuriata e calpestata, mentre da altre parti viene onorata e rispettata e considerata tra le Dieci principali Personalità del mondo per il suo inestimabile impegno e contributo a favore dell’umanità. Come spiegare la “miseria”, la pochezza spirituale di questi infermi, i quali hanno occhi, ma non vedono, hanno orecchie e non ascoltano?
Sfortunatamente ci siamo allontanati dalla verità e dal discernimento e abbiamo abbracciato un sogno falso, inutile e pericoloso: ci consideriamo Basili, Gregori e Crisostomi, ci consideriamo grandi luminari e teologi, sappiamo tutto, ci siamo fatti dottori, padri e maestri nelle campagne, nei paesi e persino nelle città, provocando divisioni e anomalie nel seno della Chiesa; tale comportamento egoista danneggia l’unità della Chiesa Ortodossa, valore e realtà importantissima con cui essa esprime la sua vita; e solo attraverso la “πνευματική Συνοδικότητα” essa funziona degnamente, giustamente e sapientemente. Se mancano rispetto e ordine nelle Chiese Ortodosse Locali, se la tradizione non è vissuta realmente nei fatti, se teoria e insegnamento non hanno conseguenza nelle anime dei chierici e del popolo di Dio, se chi insegna non ha a sua volta amore e pace nel cuore, inevitabilmente i risultati saranno del tutto negativi, indipendentemente dalla dominazione dell’unità che tutta l’umanità attende dall’unica voce dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, la Chiesa Ortodossa. Essa oggi ufficialmente e con ogni solennità convoca il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa per proclamare in tutto il mondo che è attenda in ascolto e vuole ricevere la luce e la vita.
Il mondo attende questo messaggio. Tuttavia vivono, si muovono e agiscono per la rovina dell’unità forze maligne chiaramente visibili nell’intransigenza e nelle irregolarità canoniche deliberatamente provocate in un’atmosfera inaccettabile di avversione contro tutto ciò che è realmente Ortodosso. Non è la prima volta! Così, dunque, avvicinandoci al Santo e Grande Sinodo, il male peggiore che la sua convocazione affronta è questa chiarissima incomunicabilità e intransigenza mentale, lontana dalla sinergia con lo Spirito Santo; chi assume tale atteggiamento pone la sua fiducia nelle sole forze umane di una mente limitata; triste conseguenza di ciò è la fine dell’unità non solo tra alcune Chiese Ortodosse Locali, ma anche tra gli stessi gerarchi.
La preghiera, l’amore e la fede non riescono a intervenire e a soccorrere. Queste tre grandi meraviglie, opere e inestimabili tesori della Chiesa Ortodossa, forse li rispettiamo e onoriamo nella forma, ma da come si vede, non sembrano in grado di giovare all’unità delle Chiese Ortodosse Locali e degli stessi gerarchi. Che cosa succede? Come correggere questa situazione irregolare? In che modo aprire la strada alla convocazione, affinché guidi pacificamente all’unità? Come predicare degnamente e credibilmente il messaggio dell’unità? Il mondo stesso, sconvolto da conflitti e scontri, protesta: “Com’è possibile accettare amore, speranza e pace dal Santo e Grande Sinodo quando, tra le stesse Chiese Ortodosse Locali ci sono divisioni, quando una giudica e condanna l’altra e giunge persino al punto estremo di cercare di dimostrare che l’altra è caduta nell’eresia e nell’irregolarità canonica?”.
Questo disgustoso, indisponente e incerto clima innaturale di sfida e provocazione, creato a livello locale per iniziativa individuale, attraverso azioni di disturbo, depistaggio, disordini e pressioni internazionali, persino con mezzi squallidi, risulta assai faticoso e prelude a cose peggiori. E’ cos’ che viene ascoltata la voce dell’Ortodossia, l’invito, cioè, del grande Patriarca Atenagora, figura pura e dinamica, che nell’isola di Rodi, Chiesa fondata da san Paolo, lottò per l’unità e la collaborazione facendo il possibile perché fosse ascoltata e accettata la sacratissima idea di convocare il Santo e Grande Sinodo? Era settembre del 1961. Nonostante i problemi politici e sociali dell’epoca allora fu ascoltata la voce di quell’uomo pieno di spirito di sapienza e prudenza. Il suo invito diede nuova vita e futuro per il progresso e la rinascita della Chiesa Ortodossa, che uscì dalla Conferenza Pan-ortodossa di Rodi (settembre 1961) unita nella speranza; un nuovo spirito e nuovi orizzonti e soprattutto una rinnovata unione e fraterna collaborazione furono il glorioso trofeo che tutti i rappresentanti riportarono alle rispettive Chiese Ortodosse Locali. Con la guida della bussola della conoscenza e del rispetto reciproco, la voce della Chiesa Ortodossa in quegli anni esigenti e molto discussi incoraggiava, univa, accoglieva, cercava il meglio e la stabilità. Al contrario in questi nostri giorni prendono spazio certe assurdità che provocano disordine, non dialogo e nemmeno comprensione. E poi si vedono alcuni che cercano di mettere freno affinché non si tenga il Santo e Grande Sinodo, perché non ne hanno fiducia e altri che corrono da un luogo all’altro per convincere e dimostrare che la convocazione del Sinodo sarà la rovina del pleroma Ortodosso.
Dobbiamo far presente che l’operato di quanti non vogliono che il Sinodo venga riunito non colpiscono il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, non colpiscono la sua iniziativa prodigiosa; queste inammissibili iniziative non riescono a vincere il suo sovrumano impegno nel salvare la nostra irreprensibile fede e testimoniarla.
Questi recenti contrasti e opposizioni, queste note periodiche riunioni e gli scontri ostili di cui siamo informati dai mezzi di pubblicazione, mirano a impedire la convocazione del Sinodo; con orgoglio si tenta l’impossibile per dimostrare di aver ragione a insistere contro la convocazione del Sinodo; si afferma che quanti invece la desiderano sono fuori di fatto e dai Sacri Canoni. Tutto ciò senza dubbio frantuma l’unità dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, in quanto la discussione non avvenga in modo pacifico e secondo i canoni e non cercando il vero interesse della Chiesa e dei nostri fratelli Ortodossi.
È pura verità il fatto che nella vigna del Signore ci sono alcuni che giudicano e condannano, frenano e impediscono il progresso mistagogico e lo sviluppo etico dell’uomo, tentano di separare e contribuiscono alla divisione, e l’unità è una vanità e utopia. Tuttavia Dio è grande! Egli è presente e compie meraviglie, incorona il perseverante, il fervente e la preghiera del cuore, le iniziative sovrumane e le suppliche del pleroma Ortodosso; dal momento che desidera che abbia successo la convocazione del Sinodo, non abbandonerà il popolo di Dio, l’immortale e sempre viva ortodossia, salvezza dell’uomo.
Soltanto se unita la Chiesa Ortodossa (sarebbe bene non solo nel Sinodo, ma anche prima dell’inizio delle sessioni) dimostrerà al mondo cristiano e contemporaneo che essa non è statica; non è ostile al progresso, è reale nello sviluppo dell’uomo; dimostrerà, anzi, che le Chiese Ortodosse Locali, che hanno lo stesso pensiero e la stessa fede, collaboreranno per offrire a tutti gli uomini, nostri fratelli cose buone, gradevoli e utili.
Come un nuovo Cireneo per la Chiesa Ortodossa, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, illuminato da Dio, lotta e combatte per custodire l’unità, questo bene divino di cui si nutre la Chiesa Ortodossa, contribuendo a rinvigorirne la vita. Nell’unità l’istituzione della Chiesa Ortodossa è salva.
Non è una piccola cosa il fatto che la Chiesa Ortodossa, cioè che le Chiese Ortodosse Locali compaiano ufficialmente e si rivelino in modo Ortodosso; specialmente in questi anni possiamo dire che si tratta di un esame: dopo 11 secoli viene esaminata la loro unità e comunione. Il primo e fondamentale esame per la Chiesa Ortodossa è dimostrare la propria unità, dimostrare praticamente ciò in cui crediamo e che professiamo, di essere cioè l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa. Umilmente penso che è il momento di dirlo e di predicare in tutto il mondo questo eccelso ed eterno messaggio. Non c’è bisogno di avere molti titoli accademici per capire l’importanza dell’unità delle Chiese Ortodosse Locali per tutto il mondo, cristiano e contemporaneo.
Non dobbiamo limitarci solo a discorsi e teorie. Se affermiamo ad esempio che “la Divina Liturgia è fondamento dell’unità”, certamente, affermiamo una grandissima verità, tuttavia è altrettanto necessario vivere questa unità prima, durante e dopo la Divina Liturgia. Pensando e ragionando in questo modo pregando e bussando alla porta e avendo nella nostra vita, come l’Alfa e l’Omega, l’amore e la pace di Dio, l’insicuro e inquieto giovane contemporaneo, stanco di tempeste fisiche, spirituali e sociali, con le sue tremende domande, ascolterà la voce unita del Sinodo. Il Dio filantropo tramandò a pochi operai il suo verbo e la sua verità; esistono sempre operai di questo tipo, sempre sono pronti a evangelizzare. E i nuovi operai, impegnandosi nella buona, santa e giusta lotta dell’evangelizzazione e della salvezza, salvano anime nel seno della Chiesa Ortodossa.
Che dire mai di certi inopportuni commenti negativi da parte di alcuni, scettici nei confronti della riunione del Sinodo e delle sue decisioni? Abbiamo ascoltato con vergogna questi indegni schiamazzi.
Sono rimasti pochi giorni per festeggiare la gioiosa solennità della fondazione della Chiesa. Sono rimasti pochi giorni per riunire il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa.
Il popolo di Dio, il gregge amato da Dio delle Chiese Ortodosse Locali aspetta di vedere nel Santo e Grande Sinodo, viva e luminosa, la Luce della Risurrezione, da cui proviene la Luce dell’Ortodossia, anzi integra, forte e salvifica; non debole e conflittuale. Sta per iniziare un giorno di speranza storico e indimenticabile, l’inaugurazione di questo Sinodo, da secoli aspettato e programmato.
In Italia chierici di ogni rango e laici (professori, politici ecc.), monaci e monache, tutti attendono di udire la voce dell’unità, la voce dell’amore, la voce della pace e della speranza, la voce dell’Ortodossia.
Gli stranieri stessi non sono indifferenti di fronte a questo celebrissimo avvenimento, non sono curiosi, né impreparati, ma pregano e chiedono a Dio la buona riuscita del Santo e Grande Sinodo, giacché sanno molto bene che la sua voce rimane, quieta e piena di grazia, verrà ascoltata, influenzando, aiutando e illuminando governanti e popoli. Preghiamo la Ss. Trinità che la stessa è Luce: “Luce il Padre, Luce il Figlio, Luce anche lo Spirito Santo”.
Tutti con amore, fede e speranza preghiamo per l’unità dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, cioè per la nostra Chiesa Ortodossa, preghiamo e supplichiamo l’Onnipotente Dio Filantropo per vedere e avere una nuova Pentecoste della Chiesa Ortodossa, realizzata sulla base, dall’Alfa all’Omega, dell’unità delle Chiese Ortodosse Locali. Che siamo santificati da una Chiesa Ortodossa Unita, la quale ama ed è amata, viene rispettata e abbraccia con il perdono e la benevolenza, ma è anche onorata e stimata, salvando e risuscitando.
Lo Spirito Santo illumina e guida, dal momento che esiste e soffia, come anche nei primi secoli dei martiri e delle persecuzioni. Lo Spirito Santo “ha chiamato tutti all’unità”; tutti abbiamo il fervidissimo desiderio di viverlo e di goderne, di ottenerlo con l’anima e la mente per la nostra salvezza. Certamente, siamo liberi di ascoltare la dolcissima voce di unità della Chiesa Ortodossa, ma abbiamo l’urgente necessità e dovere di lasciare a un certo punto le provocazioni, i particolarismi, l’individualismo perché si realizzi finalmente ciò che Dio ha deciso e desidera.
Il Santo e Grande Sinodo deve realizzarsi. E’ la sua benedizione, il suo dono, il suo amore verso la Chiesa Ortodossa. E’ un’occasione felice e divina per dimostrare la sua unità. Unita, l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa prenderà decisioni in pace, fede, amore e speranza, proclamerà al mondo cristiano contemporaneo, a ciascun uomo di buona volontà e buona azione gli eterni e salvifici messaggi evangelici dei santi Apostoli e dei Padri della nostra fede irreprensibile.
Milioni di Ortodossi e altre persone desiderano vedere la sua unità e vitalità anche prima della sua convocazione e per questo pregano, ma soffrono ascoltando le già note inammissibili e ingiustificabili argomentazioni dei “cosiddetti veri ortodossi”. Vengano nei luoghi dove prestiamo servizio per abbracciare e baciare il corpo di Cristo Salvatore e vedano in pace e amore la luce e la gioia e l’esultanza della Risurrezione, messaggi che adornano la nostra Madre Chiesa.
Il Patriarcato Ecumenico, con pensiero nobile, inesausta fonte d’amore e comprensione progredisce inarrestabile verso la convocazione del Sinodo. Certamente, conosce tutte le difficoltà pratiche nazionali e locali, da parte religiosa e sociale. Non teme e non attribuisce alcuna importanza alle questioni ecclesiastiche umane e soprattutto alle istituzioni mondane; anzi, in serenità e grazia di Dio perdona e agisce e con gli stessi carismi con cui la stessa Divinità Trisipostatica lo ha dotato per il ristabilimento dell’ordine, il restauro della fiducia e richiede che avvenga l’unità di tutti gli Ortodossi, vita e forza di tutte le Chiese Ortodosse Locali prima ancora della convocazione del Sinodo, giacché lo Spirito Santo “ha chiamato tutti all’unità” e quindi con questo fondamento, cioè con la forza e la grazia dello Spirito Santo, esse progrediranno nella loro sublime e divina opera. Non c’è altra soluzione, non esiste altra circostanza, non esiste altra risposta, non c’è altra linea. Il Patriarca va avanti verso la convocazione del Sinodo. Il Sinodo si farà. Il Patriarca giungerà in porto, lo vogliamo o non lo vogliamo, perché è volere di Dio; non abbiamo il diritto negare la benedizione e la grazia del Dio Trino, il dono della nuova Pentecoste. Il Patriarca non fa nulla di diverso da quello che tutti gli altri predecessori hanno fatto. Disperata appare la misera e povera condizione di oggi: guerra a tutti i livelli, sabotaggio, contrasto, scontro, ingiustizia e danneggiamento irresponsabile; tutte queste cose non saranno così nocive e pericolose per la vita spirituale del fedele Ortodosso? Ma i santi Primati delle Chiese Ortodosse Locali che non verranno al Sinodo, come affronteranno la grave responsabilità delle firme e l’assenso dei loro unanimi alla convocazione del Santo e Grande Sinodo? Le loro coscienze, i loro cuori avranno pace? Non guardano alla storia?
Esiste anche un’altra strategia ostile e invisibile: consiste nel cercare in qualche modo di sminuire il prestigio del Sinodo: La non partecipazione di tutti i Metropoliti delle Arcidiocesi canoniche al Sinodo; umilmente ritengo che è degno e giustificato che esistano, anche al di fuori dei lavori del Santo e Grande Sinodo, Metropoliti come anche presbiteri, diaconi, monaci e monache, autorità e il popolo stesso di Dio il cui unico impegno è pregare per l’unità della Chiesa Ortodossa prima della convocazione, durante e anche dopo. E’ un dovere morale di amore e dedizione alla Chiesa Ortodossa, nostra Madre. La preghiera di costoro sia continua, paziente, semplice, sia preghiera di anima e di cuore per l’appianamento delle inadeguatezze o inopportunità di parola nella stesura dei documenti e delle decisioni in questo storico importantissimo evento. La preghiera è l’arma più potente che Cristo ci ha dato, insieme con la sua presenza, per custodire da ogni male… da ogni energia avversa… Quanti non si troveranno ai lavori del Sinodo non dovranno restare come semplici spettatori, ascoltando e trasmettendo le cose buone e le contrarie, ma come le membra delle Chiese Ortodosse Locali rappresentate hanno l’impellente dovere di partecipare al Sinodo, così anche noi, che non siamo stati scelti per partecipare al Sinodo, abbiamo la responsabilità, ma anche il dovere di pregare. Soprattutto in questa ora in cui è stato colpita e ferita l’unità, il carattere divino della Chiesa Ortodossa; l’unità che è lo splendore della grazia del Santo Spirito, rigenera e rivitalizza l’uomo, lo rinnova e gli dona nuova vita, nuova forza, nuova disposizione, mentre il Dio Trino benedice e santifica il cammino di amore e risurrezione della Chiesa Ortodossa. L’Innografia della nostra Chiesa, straordinario tesoro, non commuove i nostri cuori? Le sue parole pneumatofore non sono forse anche per noi un divino testamento per un cammino verso la dimostrazione dell’unità della fede comune della Chiesa, nostra Madre? Questa non è la nostra eredità Patristica: una spinta mossa da Dio verso la luce e la verità dell’unità della Chiesa Ortodossa? In questi ultimi tragici giorni, in cui essa viene stimata più di ogni altra religione, realtà religiosa e comunità ecclesiastica, giunge alla celebrazione di questo celebrissimo e storico evento come una tappa della sua vita di consacrazione e offerta di sé? Come dunque si possono cantare senza preghiera e senza compunzione queste esortazioni celesti e salvifiche della divina Innografia, ispirata dallo Spirito Santo?
La grandiosità della nostra fede risplende nella famosissima Isola di Creta e procede in avanti grazie alle infocate preghiere e indicazioni del Patriarca Ecumenico Bartolomeo, operaio e custode instancabile e inarrestabile della Chiesa Militante, il cui amore per il genere umano e la divina creazione commuove il popolo di Dio e lo muove verso il bene, l’utile e il giusto, preparando la “Grande Cena”, la sua veneratissima e divina festa, la Pentecoste della Chiesa Ortodossa.
Anche Creta e il suo popolo fedele si preparano sapientissimamente per la convocazione del Sinodo e diventano ancora un’altra volta oggetto di offerta, di discussione e sublime ospitalità e accoglienza. E’ il segno pieno, puro, luminoso e felice del cammino verso la convocazione del Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa, la quale in modo tutto ortodosso testimonierà l’unità dell’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, la Chiesa Ortodossa, nostra Madre. Da ciò si apprende la necessità dei dialoghi teologici e il rapporto della Chiesa Ortodossa con il mondo cristiano e contemporaneo. La buona riuscita del Sinodo, oltre al perdono e all’amore che la Chiesa Madre darà agli ultimi operai, i quali, secondo il discorso catechetico Pasquale di San Giovanni Crisostomo, Arcivescovo di Costantinopoli, non saranno surclassati dai primi, sarà come una scure pesante contro i sogni di primato di nuove cattedre e la diplomazia ecclesiastica delle nuove teorie moderne secolarizzate, le quali nella sostanza sono nocive, dal momento che quanti progettano e richiedono la realizzazione di questi progetti sono spiritualmente e moralmente morti, nutrendosi del male della secolarizzazione e dell’indifferenza.
Conclusione: Il Sinodo deve essere fatto. Il Patriarca dell’Ortodossia, “colonna irremovibile” e “ornamento ispirato da Dio” ha una tale fede e amore per il Signore della Gloria, che la sua fiducia nella volontà di Dio, giorno dopo giorno, si rafforza e aumenta la sua sovrumana forza, predisponendolo ad affrontare con vigore i problemi fino ad oggi insanabili all’interno della Chiesa Ortodossa: le nuove aspettative di potere accompagnate dal pensiero farisaico di falsa giustificazione: Altrimenti sarà una specie di “giurisdizione - amministrazione papista”. Tutte queste cose diminuiscono il prestigio e la grandezza della Chiesa Ortodossa.
Non vogliamo entrare nella politica, perché se lo facessimo, allora vedremmo la nostra fede, che è luce, verità, vita, salvezza ed eternità e noi stessi, suoi strumenti, usati da schiamazzi, paure, situazioni e interessi locali e nazionali, mettendo alla fine in dubbio tutto. E ciò che è peggio, dopo un po’ di tempo dimenticato il bene e i beni ricevuti grazie all’amore e al sacrificio del nostro prossimo, la benevolenza e la gratitudine diventerebbero estranee alla nostra vita, e ciò perché manca la vera in Cristo unità eucaristica, pubblica testimonianza della fede comune e della nostra tradizione. Sarebbe il più grave e peggiore di tutti i mali, che accerchiano il Sinodo, perché si giustifica la sua non convocazione col fatto che non si incontrano tutte le Chiese Ortodosse Locali. Il Sinodo deve essere fatto perché è volontà di Dio, perché la Chiesa ha bisogno di un Sinodo.
È soprattutto un momento donato da Dio per dimostrare l’unità divina della Chiesa Ortodossa e la sua vivificante forza e, principalmente, per proclamare ufficialmente dopo 11 secoli che essa è “l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa”. L’apostolo Paolo con il suo straordinario insegnamento delle membra del corpo viene soltanto letto? Non è nostro insegnamento, vita e forza nelle nostre lotte spirituali?
Il Sinodo si farà con ogni sacrificio ed è imperativo che si faccia perché non seguirà un'altra riunione dei primati delle Chiese Ortodosse Locali che decida che questa convocazione non si faccia.
Il prestigio dell’Ortodossia è pieno di ferite per questi inammissibili eventi che mirano al rinvio o all’annullamento del Sinodo. Al contrario, come già detto, la sua convocazione sarà per la Comunità Internazionale un trionfo, dal momento che con l’unità dimostrerà a tutte le nazioni che la Chiesa Ortodossa è l’Una, Santa Cattolica e Apostolica Chiesa. Lo Spirito santo è la grazia e la forza del Santo e Grande Sinodo: l’umile e ardente preghiera è la nostra comunione con esso! E’ possibile che le Chiese Ortodosse Locali ne escano come sorelle più unite nella verità e nell’amore. Preghiamo anche lo Spirito Santo affinché illumini tutte le Chiese Ortodosse Locali per una testimonianza di unità, di fede comune secondo lo spirito e la sostanza della Pentecoste: la Chiesa Ortodossa è l’Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa. La preghiera è fede e la fede muove le montagne.
Preghiamo senza sosta per tutti: la nostra preghiera è in primo luogo per il venerabile e sapiente Patriarca Ecumenico Bartolomeo al quale come figli auguriamo la grazia del Dio Trino perché lo protegga e lo salvi da ogni male, inquietudine e ostacolo per il proseguimento della sua sublime offerta apostolica in favore dell’uomo, fatto a immagine di Dio; Egli nacque, fu crocifisso e risorse per restaurare l’icona caduta di Adamo e perfezionarlo con la grazia infinita e la grande misericordia.
“Quale Dio è grande come il nostro Dio? Tu sei il nostro Dio, che solo compie meraviglie”!

Il Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta

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