venerdì 16 marzo 2012



III DOMENICA DI QUARESIMA DELLA CROCE

<< Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me >> (Gv 12.32)
L'elevazione sulla croce significa e annuncia dell'Ascensione al cielo. Essa ne è l'inizio. Gesù Cristo, l'unico Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza, <<non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo..., ma nel cielo stesso, per comparire al cospetto di Dio in nostro favore>>. (Eb 9,24).
La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo <<mediatore tra Dio e gli uomini>> (1 Tim 2,5). Ma poiché nella sua Persona divina incarnata <<si è unito in certo modo ad ogni uomo>> egli offre << a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale>>. Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché noi ne seguiamo le orme.
Al di fuori della croce non vì è altra scala per salire al cielo.

Oggi, di innamorati del suo regno celeste, Gesù Cristo ne trova molti; pochi invece ne trova a portare la sua croce. Trova molti desiderosi di consolazione , pochi desiderosi della tribolazione; molti disposti a sedere a mensa, pochi disposti a digiunare.
Tutti desiderano godere con lui, pochi vogliono soffrire per lui. Molti seguono Gesù Cristo fino alla distribuzione, pochi invece fino al momento di bere il calice della passione. Molti guardano con venerazioni ai suoi miracoli, pochi seguono l'ignominia della sua croce. Molti amano Iddio fin tanto che non succedono avversità. Molti lo lodano e lo benedicono soltanto mentre ricevono da lui qualche consolazione; ma se Gesù Cristo si nasconde e li abbandona per un poco, cadono in lamentazione e in grande abbattimento.
Invece coloro che amano Gesù Cristo per Gesù Cristo, non già per una qualche consolazione propria, lo benedicono nella tribolazione e nell'angustia del loro cuore, come nel maggior gaudio spirituale. E anche se Gesù Cristo non volesse mai dare loro una consolazione, ugualmente vorrebbero sempre lodarlo e ringraziarlo. Anche se uno si spogliasse di tutte le sue sostanze (Ct. 8,7), non è ancora nulla; anche se facesse grande penitenza, è ancora poca cosa; anche se avesse appreso tanta scienza, egli è ancora ben lungi dalla meta; anche se avesse grande virtù e fervente devozione, ancora gli manca molto; cioè la sola cosa che gli è massimamente necessaria.
Che cosa dunque? Che abbandonato tutto, abbandoni anche sé ed esca totalmente da sé, senza che gli rimanga un briciola di amore per sé, che, dopo aver compiuto tutto quello che riconosco suo dovere, sia persuaso di non aver fatto niente; che non faccia gran conto di ciò che pur possa sembrare grande, ma sinceramente si proclami servo inutile, come dice la Verità stessa: << Quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, dite: siamo servi inutili>> (Lc 17,10).
Allora sì che uno potrà essere davvero povero e nudo spiritualmente e dire col profeta: <<Sono abbandonato e povero>> (Sal 24,16). Ma nessuno è più ricco, nessuno più potente, nessuno più libero di costui, che sa abbandonare se stesso e ogni cosa e porsi all'ultimo posto.

La via maestra della santa Croce

Per molti è questa una parola dura: rinnega te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù Cristo (Mt 16,24). Ma sarà molto più duro sentire , alla fine questa parola : <<allontanatevi da me maledetti, nel fuoco eterno (Mt 25,41). In verità coloro che ora accolgono, volenterosamente la parola della croce avranno timore di sentire, in quel momento, la condanna eterna.
Ci sarà nel cielo questo segno, quando il Signore verrà a giudicare. In quel momento si avvicineranno, con grande fiducia, a Cristo giudice di tutti i servi della croce, quelli che in vita si conformano al Croce di Gesù Cristo. Perché, dunque, hai paura di prendere la croce, che è la via per il regno?
Nella croce è la salvezza; nella croce è la vita; nella croce è la difesa dal nemico; della croce è il dono soprannaturale delle dolcezze del cielo; nella croce sta la forza della mente e la letizia dello spirito; nella croce si assommano le virtù e si fa perfetta la santità. Soltanto nella croce si ha la salvezza dell'anima e la speranza della vita eterna.
Prendi, dunque, la tua croce e segui Gesù Cristo; così entrerai nella vita eterna. Ti ha preceduto lui stesso, portando la sua croce (Gv 19,17) ed è morto in croce per te, affinché anche tu portassi la tua croce e desiderassi di essere anche tu crocifisso. Infatti, se sarai morto con lui, con lui e come lui vivrai. Se gli sarai stato compagno nella sofferenza, gli sarai compagno anche nella gloria.


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