sabato 8 marzo 2014

I DOMENICA DI QUARESIMA: DELL'ORTODOSSIA ; 40 MARTIRI

      I DOMENICA DI QUARESIMA: DELL'ORTODOSSIA ; 40 MARTIRI



                                  Трожество Православия





VANGELO GIOVANNI 1, 43-62


L'indomani, Gesù decise di partire per la Galilea. Incontra Filippo e gli dice: Seguimi. Filippo era della città di Andrea e di Pietro. Filippo (che il Signore aveva già chiamato)incontra Natanaele e gli dice: Colui di cui scrissero Mosè nella legge e i profeti, l'abbiamo trovato: Gesù figlio di Giuseppe. Era chiamato figlio di Giuseppe, perché Giuseppe aveva sposato sua madre. Tutti i cristiani, infatti, sanno bene dal Vangelo che Gesù fu concepito e nacque da una vergine. Così disse Filippo a Natanaele, e aggiunse il luogo donde Gesù proveniva: Nazareth. Gli disse Natanaele: Da Nazareth può venire qualcosa di buono? Come si deve intendere questo, o fratelli? C'è chi intende questa frase non come un'affermazione, ma come un'interrogazione, e cioè: Da Nazareth può venire qualcosa di buono? Interviene infatti Filippo, il quale dice: Vieni e vedi (Gv 1, 43-46). Questo intervento si accorda con ambedue i toni: sia con quello affermativo: Da Nazareth può venire qualcosa di buono, confermato da Filippo che dice: Vieni e vedi; sia con quello dubitativo e interrogativo: Da Nazareth può venire qualcosa di buono? Vieni e vedi. Comunque si pronunci, in un modo o nell'altro, non è in contrasto con le parole che seguono; e a noi importa piuttosto sapere che cosa dobbiamo intendere con queste parole.
 Chi fosse questo Natanaele, lo apprendiamo da quel che segue. Sentite chi era; il Signore stesso gli rende testimonianza. Grande il Signore che la testimonianza di Giovanni ci fece conoscere; beato Natanaele che la testimonianza della Verità ci fece conoscere. Anche senza la testimonianza di Giovanni, il Signore poteva rendere testimonianza a se stesso, perché alla Verità basta la testimonianza di se stessa. Ma siccome gli uomini non potevano raggiungere la Verità, dovettero cercarla per mezzo della lucerna, e per questo fu inviato Giovanni, di cui il Signore si servì per manifestarsi. Ascoltate, dunque, il Signore che rende testimonianza a Natanaele: Gli disse Natanaele: Da Nazareth può venire qualcosa di buono. Gli dice Filippo: Vieni e vedi. Gesù vide venire a sé Natanaele e dice di lui: Ecco davvero un israelita, in cui non c'è finzione (Gv 1, 46-47). Quale testimonianza! Né di Andrea, né di Pietro, né di Filippo è stato detto ciò che è stato detto di Natanaele: Ecco davvero un israelita, in cui non c'è finzione.
[Il pescatore e l'imperatore.]
 E con questo, o fratelli? Dobbiamo concludere che Natanaele doveva essere lui il primo degli Apostoli? Non solo Natanaele non risulta il primo nella lista degli Apostoli, ma nemmeno a metà, neppure l'ultimo. Eppure è a lui che il Figlio di Dio ha reso una così grande testimonianza dicendo: Ecco davvero un israelita, in cui non c'è finzione. Ci si domanda perché. Per quel tanto che il Signore ci concede di capire, possiamo saperlo. Dobbiamo tener presente, infatti, che Natanaele era uno studioso e un esperto della legge; per questo il Signore non volle annoverarlo tra i suoi discepoli, perché aveva scelto dei semplici, per confondere il mondo. Ascoltate cosa dice l'Apostolo: Guardate la vostra chiamata, o fratelli: non sono molti tra voi i potenti, non molti i nobili, ma Dio ha scelto ciò che è debole del mondo per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che è ignobile nel mondo e ciò che è disprezzato e ciò che non esiste, quasi esistesse, per annientare ciò che esiste (1 Cor 1, 26-28). Se Dio avesse scelto un uomo dotto, questi avrebbe potuto pensare d'essersi meritato la chiamata per la sua dottrina. Il Signore nostro Gesù Cristo, volendo piegare la cervice dei superbi, non volle servirsi del retore per andare in cerca del pescatore, ma si servì di un pescatore per conquistare l'imperatore. Verrà Cipriano un grande oratore, ma prima c'è Pietro il pescatore, per mezzo del quale crederà non soltanto l'oratore ma anche l'imperatore. Nessun nobile, nessun dotto fu scelto per primo: perché Dio scelse ciò che secondo il mondo è debole, per confondere ciò che è forte. Natanaele, dunque, era un uomo importante e senza finzione; e questo è il solo motivo per cui non fu scelto, affinché nessuno credesse che il Signore era venuto a scegliere i dotti. Che proveniva dalla scuola della legge lo dimostra il fatto che appena quest'uomo molto esperto nella legge sentì da Nazareth (egli aveva studiato a fondo le Scritture, e sapeva che da Nazareth sarebbe potuto venire il Salvatore, cosa che non così facilmente gli altri scribi e farisei conoscevano); e sentì dire da Filippo: Colui di cui scrissero Mosè nella legge e i profeti, l'abbiamo trovato: Gesù di Nazareth, figlio di Giuseppe; quest'uomo che conosceva molto bene le Scritture, dunque, udito il nome di Nazareth, si sentì animare e sollevare dalla speranza, ed esclamò: Da Nazareth può venire qualcosa di buono.
 E vediamo il resto che si riferisce a lui: Ecco davvero un israelita, in cui non c'è finzione. Che significa in cui non c'è finzione? che era senza peccato? che non era malato? che non aveva bisogno del medico? Nulla di tutto ciò. Nessuno che nasce sulla terra può fare a meno di quel medico. Che significa dunque in cui non c'è finzione? Cerchiamo un po' più attentamente, e con l'aiuto del Signore vedremo chiaro. Il Signore parla di finzione. Chi conosce il latino, sa che c'è finzione quando si fa una cosa e se ne simula un'altra. M'intenda, vostra Carità. Dolo non è lo stesso che dolore. Dico questo perché molti, inesperti in latino, usano espressioni come questa: "Il dolo lo fa soffrire", mentre si tratta di dolore. Il dolo è frode, è finzione. Quando uno dice una cosa diversa da quella che nasconde in cuore, finge; ed è come se avesse il cuore doppio, il cuore con due pieghe: una piega in cui vede la verità, l'altra in cui concepisce la menzogna. La prova che in ciò consiste la finzione l'avete in un salmo che parla di labbra ingannatrici. Che significa labbra ingannatrici? Il salmo continua: In cuore e cuore hanno detto cose cattive (Sal 11, 3). Che significa cuore e cuore, se non cuore doppio? Se dunque in Natanaele non c'era finzione, ciò significava che il medico lo considerava guaribile, non sano. Una cosa infatti è essere sano, un'altra guaribile, un'altra ancora inguaribile: chi è malato e si spera guarirlo, lo si dice guaribile; chi è malato e si dispera di guarirlo, lo si ritiene inguaribile; chi è già sano, non è bisognoso del medico. Il medico che era venuto per guarire, vide che quest'uomo era guaribile, perché in lui non c'era finzione. In che senso non c'era finzione in Natanaele? Perché, se è peccatore, si confessa tale. Se, invece, è peccatore e si professa giusto, allora sulla sua bocca c'è finzione. In Natanaele, quindi, il Signore lodò la confessione del peccato, non disse che non era un peccatore.
 Perciò, quando i Farisei, che si consideravano giusti, rimproverarono il Signore perché, come medico, si mescolava ai malati, e dissero: Ecco con chi mangia: con i pubblicani e i peccatori, il medico rispose a quei pazzi: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori (Mt 9, 11-13). Era come dire: Voi vi chiamate giusti, e siete peccatori; vi proclamate sani, e siete malati; rifiutate la medicina, e non avete salute. Così, quel fariseo che aveva invitato il Signore a pranzo, si riteneva sano; mentre quella donna ammalata che irruppe nella casa, ove non era stata invitata, e fatta ardita dal desiderio della salute, si accostò, non al capo del Signore, non alle mani, ma ai suoi piedi: li lavò con le lacrime, li asciugò con i capelli, li baciò, li unse con unguento profumato e, peccatrice, fece pace con i passi del Signore. Il fariseo, che sedeva a quella tavola, quasi fosse stato sano, rimproverò il medico dicendo tra sé: Costui, se fosse profeta, saprebbe chi è la donna che gli tocca i piedi. Egli pensava che il Signore non la conoscesse, perché non l'aveva scacciata, quasi ad evitare che lo toccassero mani immonde. Ma il Signore la conosceva, e permise che lo toccasse affinché quel contatto la guarisse. Leggendo nel cuore del fariseo, il Signore gli propose questa parabola: Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da pagare, condonò il debito ad ambedue. Chi, dunque, di essi lo amerà di più? Simone rispose: Colui al quale condonò di più, suppongo. E, rivolto alla donna, disse a Simone: Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua: non mi hai versato acqua sui piedi; essa, invece, mi ha bagnato i piedi con le sue lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Non mi hai dato un bacio; essa, invece, da che sono entrato non ha smesso di coprirmi i piedi di baci. Non mi hai unto il capo con olio; costei, invece, mi unse i piedi con unguento. Perciò, ti dico, i suoi peccati, i suoi molti peccati le sono perdonati perché ha dimostrato molto amore. Ma colui al quale si perdona poco, dimostra poco amore (Lc 7, 36-47). Era come dire: tu sei più malato di questa e credi di essere sano; credi che poco ti debba essere condonato, mentre in realtà sei più debitore. Ben ha meritato questa donna la medicina, perché in lei non c'era finzione; e non c'era finzione perché ha confessato i suoi peccati. E' per questo motivo che il Signore loda Natanaele: perché in lui non c'era finzione. Molti farisei, invece, che erano carichi di peccati, si ritenevano giusti e ricorrevano alla finzione, e perciò non potevano essere guariti.
 Il Signore, dunque, vide quest'uomo, nel quale non c'era finzione, e disse: Ecco davvero un israelita, in cui non c'è finzione. Gli dice Natanaele: Come mi conosci? Gli rispose Gesù: Prima che Filippo ti chiamasse, quand'eri sotto il fico - cioè, sotto l'albero di fico - io ti ho veduto. Gli rispose Natanaele: Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re di Israele (Gv 1, 47-49). Natanaele intravide qualcosa di grande in queste parole: Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho veduto, che stavi sotto il fico; per questo uscì in tale esclamazione: Tusei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele, quale soltanto in seguito Pietro pronunciò, quando il Signore gli disse: Beato sei tu Simone Figlio di Giovanni, perché non te l'ha rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è in cielo (Mt 16, 17). E fu allora che lo denominò Pietra, esaltando in questa fede il fondamento della Chiesa. Qui Natanaele esclama: Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele. E donde è nata questa esclamazione? Da ciò che gli è stato detto: Prima che Filippo ti chiamasse, quand'eri sotto il fico, io ti ho veduto.
[Anche noi siamo stati cercati.]
Vediamo se quest'albero di fico ha qualche significato particolare. Ascoltate, o miei fratelli: abbiamo trovato l'albero di fico maledetto, perché aveva soltanto foglie, e non frutti(cf. Mt 21, 19). All'origine del genere umano, Adamo ed Eva, dopo il peccato, si fecero delle cinture con foglie di fico (cf. Gn 3, 7). Le foglie di fico rappresentano dunque i peccati. Ora, Natanaele si trovava sotto l'albero di fico, come all'ombra della morte. Lo vide il Signore, del quale è stato detto: La luce si è levata per coloro che erano seduti all'ombra della morte (Is 9, 2). Che cosa è stato detto a Natanaele? Tu chiedi a me, o Natanaele, dove ti ho conosciuto? Tu parli ora con me, perché Filippo ti ha chiamato. Ma, colui che il Signore chiamò per mezzo del suo apostolo, costui già prima lo aveva visto appartenente alla sua Chiesa. O tu Chiesa, o tu Israele, in cui non c'è finzione; se tu sei il popolo d'Israele in cui non c'è finzione, vuol dire che hai già conosciuto Cristo per mezzo degli Apostoli, come lo conobbe Natanaele per mezzo di Filippo. Ma la sua misericordia ti vide prima che tu lo conoscessi, quando ancora giacevi sotto il peso del peccato. Forse che noi per primi abbiamo cercato Cristo, o non è stato lui invece il primo a cercarci? Forse che siamo stati noi, i malati, a recarci dal medico, e non è stato invece il medico a venire dai malati? Non è stato forse il pastore a cercare la pecora che si era perduta, il pastore che, lasciate le novantanove, la cercò e la trovò, riportandola lieto a casa sulle sue spalle? Non si era forse perduta la dracma, e la donna, accesa la lucerna, non la cercò per tutta la casa finché non l'ebbe trovata? E come l'ebbe trovata, Rallegratevi con me, - disse alle vicine - perché ho trovato la dracma che avevo perduto (Lc 15, 4-9). Noi pure c'eravamo perduti come la pecora, come la dracma; e il nostro pastore ha ritrovato la pecora, non senza averla cercata; la donna ha ritrovato la dracma, ma solo dopo averla cercata. Chi è questa donna? E' la carne di Cristo. E la lucerna? Ho preparato la lucerna per il mio Unto (Sal 131, 17). Dunque, siamo stati cercati perché potessimo essere ritrovati; ritrovati, possiamo parlare. Non andiamo in superbia, perché prima d'essere ritrovati eravamo andati perduti, e siamo stati cercati. E quelli che amiamo, allora, e che vogliamo guadagnare alla pace della Chiesa, non ci dicano più: Perché volete farlo? perché ci venite a cercare, se siamo peccatori? Appunto per questo vi cerchiamo, perché non vi perdiate; vi cerchiamo perché anche noi siamo stati cercati; vogliamo ritrovarvi, perché anche noi siamo stati ritrovati.
 E così, alla domanda di Natanaele: Come mi conosci?, il Signore rispose: Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto l'albero del fico, io ti ho veduto. O tu Israele senza finzione, o popolo, chiunque tu sia, che vivi di fede, prima che io ti chiamassi per mezzo dei miei Apostoli, quando stavi ancora all'ombra della morte e ancora non mi vedevi, io ti ho veduto. Il Signore poi dice a Natanaele: Perché ti ho detto: Ti ho visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste! Che significa cose più grandi di queste? E gli dice: In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e discendere sopra il Figlio dell'uomo (Gv 1, 48-51). Fratelli, so di avervi parlato di cose più grandi che non sia questa, indicata dalle parole Ti ho visto sotto l'albero di fico. Che Dio ci abbia chiamati e giustificati, è certamente cosa più grande che l'averci visti giacere all'ombra di morte. A che cosa ci avrebbe giovato l'essere stati visti, se ci avesse lasciati dove ci ha visti? Non saremmo ancora là? Che è questa cosa più grande? Quando mai noi abbiamo visto gli angeli salire e discendere sopra il Figlio dell'uomo?
Già una volta vi ho parlato di questi angeli che salgono e discendono; ve lo ricordo brevemente, nel caso che ve ne siate dimenticati; ve ne parlerei più diffusamente se dovessi esporre, e non soltanto ricordare l'argomento. Giacobbe vide in sogno una scala, e sulla scala vide degli angeli salire e discendere; e unse la pietra su cui aveva posato il capo (cf. Gn 28, 12-18). Sapete che Messia vuol dire Cristo, che Cristo vuol dire Unto. Giacobbe non eresse la pietra unta per adorarla: l'avrebbe considerata un idolo, non un simbolo di Cristo. Rimanendo nei termini del simbolo, ne fece il simbolo di Cristo. Era una pietra unta, non un idolo: una pietra unta, ma perché una pietra?Ecco, io pongo in Sion una pietra scelta, preziosa, e chi crederà in essa non sarà confuso (Is 28, 16; 1 Pt 2, 6). E perché la unse? Perché Cristo deriva da crisma, da unzione. E che cosa vide Giacobbe sulla scala? Vide degli angeli che salivano e discendevano. Così è della Chiesa, o fratelli: gli angeli di Dio sono i buoni predicatori che annunciano Cristo: essi salgono e discendono sopra il Figlio dell'uomo. In che senso salgono, e in che senso discendono? Ne abbiamo un esempio in uno di loro: ascoltate l'apostolo Paolo; ciò che egli ci dice di sé possiamo applicarlo agli altri araldi della verità. Ecco Paolo che sale: So di un uomo in Cristo, il quale quattordici anni fa, fu rapito - se col corpo e se fuori del corpo non so: lo sa Iddio - fino al terzo cielo e udì parole ineffabili, che non è concesso a uomo di proferire (2 Cor 12, 2-4). Avete ascoltato l'Apostolo che sale; ascoltatelo ora, quando discende: Non potei parlare a voi come a uomini spirituali ma come a carnali, come a bimbi nel Cristo vi diedi a bere latte, non cibo solido (1 Cor 3, 1-2).Ecco come si abbassa colui che è asceso. Fin dove era asceso? Fino al terzo cielo. Fin dove è disceso? Fino a dare il latte ai bambini. Ascoltate perché è disceso. Sono diventato - dice - un pargolo in mezzo a voi, come una nutrice che circonda di cure i suoi piccoli (1 Thess 2, 7). Vediamo le nutrici e le mamme farsi piccole con i piccoli: se sanno parlare in latino, sminuzzano le parole tormentando la lingua erudita per costringerla ad esprimere carezzevoli accenti infantili; perché se non si sforzassero di adattarsi, il bambino non capirebbe e non trarrebbe alcun profitto. Anche un padre potrebbe essere colto e un tale oratore da far risuonare il foro e tremare la tribuna: quando rientra a casa, se ha un bambino piccolo che lo aspetta, mette da parte l'eloquenza forense con la quale era salito in alto, e con accenti infantili si accosta al suo piccolo. Ascoltate, in una medesima espressione, l'Apostolo che sale e discende: Se siamo usciti di senno è per Dio; se siamo ragionevoli, è per voi (2 Cor 5, 13). Che cosa vuol dire: Se siamo usciti di senno, è per Dio? Che contempliamo quelle cose che non è concesso a uomo di proferire. Che cosa vuol dire: Se siamo ragionevoli, è per voi? Mi sono proposto di non saper altro in mezzo a voi che Gesù Cristo, e Gesù Cristo crocifisso (1 Cor 2, 2). Se il Signore stesso è salito e disceso, vuol dire che anche i suoi predicatori devono salire mediante l'imitazione di lui, e discendere con la predicazione.
[La verità fonte di gaudio.]
 Se vi abbiamo trattenuti oggi un po' più a lungo, è stato col proposito di far passare i momenti cruciali; pensiamo che ora quelli abbiano terminato lo spettacolo delle loro vanità. Quanto a noi, o fratelli, dopo che abbiamo partecipato al banchetto della salvezza, cerchiamo di trascorrere solennemente il resto del giorno del Signore nella letizia dello spirito, preferendo le gioie della verità ai vani divertimenti; e se questi ci disgustano, dobbiamo sentir pena per quanti ne subiscono il fascino; la pena, poi, ci porterà a pregare per loro. Se pregheremo, saremo esauditi; se saremo esauditi, avremo guadagnato anche loro.

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