sabato 1 novembre 2014

V Domenica di Luca - 2 Novembre 20134 - dei Santi Elpidoforo, Pegasio, Aftonio, Acindino, Anempodisto

 V Domenica di Luca 

dei Santi Elpidoforo, Pegasio, Aftonio, Acindino, Anempodisto 




Lettura della Domenica
2 Novembre 2014

Apostolo

Gal 2, 16-20 

 Fratelli ....come sono grandi le tue opere, Signore! Tutto hai fatto con sapienza. 
Benedici, anima mia, il Signore. Signore Dio mio, ti sei grandemente esaltato! (Sal 103, 24. 1) 
Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma solo in forza della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo, per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge, poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. Se poi, cercando di essere giustificati in Cristo, siamo trovati peccatori anche noi, Cristo sarebbe ministro del peccato? No davvero! Se infatti io riedifico ciò che ho demolito, mi dimostro trasgressore. Quanto a me, per mezzo della legge, sono morto alla legge affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso insieme con Cristo, e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. La vita che ora io 
vivo nella carne, la vivo nella fede, quella nel Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me. 
Avanza, trionfa e regna per la verità, la mitezza e la giustizia; e ti guiderà mirabilmente la tua destra. 
Hai amato la giustizia e odiato l’iniquità: per questo ti ha unto, o Dio, il tuo Dio con olio di esultanza più dei tuoi compagni.
(Sal 44, 5. 8) 
Vangelo 

 Lc 16, 19-31 

Il Signore ha detto: "C'era un uomo ricco, che indossava vesti di porpora e di lino finissimo e ogni giorno teneva splendide feste. Un povero, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, tutto coperto di piaghe, e desiderava sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco, ma anche i cani venivano a leccargli le ferite. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel grembo di Abramo. Poi morì anche il ricco, e fu sepolto; e alzando negli inferi i suoi occhi, trovandosi tra tormenti, vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 
Allora gridando disse: ‘Padre Abramo! Abbi pietà di me e manda Lazzaro perché immerga la punta del suo dito nell'acqua e mi rinfreschi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma!’. Ma Abramo rispose: ‘Figlio! Ricordati che in vita tu hai ricevuto i tuoi beni, e parimenti Lazzaro i suoi mali. 
Ma ora lui qui è consolato e tu invece sei tormentato. Per di più, tra noi e voi è stato posto un grande abisso; coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, e chi da voi vuole venire di qua, non può’. E quello replicò: ‘Ti prego, padre! Manda Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli: li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento!’. Abramo rispose: ‘Hanno Mosè e i Profeti; 
ascoltino loro!’. Egli replicò: ‘No, padre Abramo! Ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si convertiranno’. Abramo rispose: ‘Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non si lascerebbero convincere neppure se qualcuno risorgesse dai morti’.” 



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