sabato 6 febbraio 2016

Domenica XVI di Matteo - 7 febbraio 2016 - San Partenio di Lampsaco; San Luca di Stirio; San Giorgio di Creta nm.

 Domenica XVI di Matteo

 San Partenio di Lampsaco; 


San Luca di Stirio;

 
San Giorgio di Creta nm


Lettura della Domenica

7 Febbraio 2016




Apostolo
II Cor 6, 1-10

 Fratelli, poiché siamo collaboratori di Dio, vi esortiamo a non ricevere invano la sua grazia. Egli dice infatti: Nel tempo favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ecco adesso il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! A nessuno diamo motivo di scandalo, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta pazienza, nelle afflizioni, nelle necessità, nelle angustie, nelle percosse, nelle carceri, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, longanimità, bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero; con la parola di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia nella destra e nella sinistra; nella gloria e nell’umiliazione, nella cattiva e nella buona fama; ritenuti impostori e invece veritieri; come sconosciuti, eppure ben conosciuti; moribondi, eppure eccoci viventi; puniti, ma non messi a morte; afflitti, eppure sempre lieti; poveri, eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa! 

Vangelo
Mt 25, 14-30

Il Signore ha detto questa parabola: "Un uomo in procinto di partire, chiamò i propri servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Senza perdere tempo, quello che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Allo stesso modo quello che ne aveva ricevuti due ne guadagnò altri due. Ma quello che ne aveva ricevuto uno solo andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò quello che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnato altri cinque. Gli disse il padrone: Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Si presentò poi quello dei due talenti e disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnato altri due. Gli disse il padrone: Bene, servo buono e fedele; sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Infine si presentò anche quello che aveva ricevuto un solo talento e disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per questo ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra. Ecco, prendi ciò che è tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e pigro! Tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto consegnare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei recuperato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Infatti a chi ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quel che ha. E gettate il servo inutile nella tenebra esterna: là sarà pianto e stridore di denti".


Nessun commento:

Posta un commento