6 DICEMBRE
Memoria del nostro padre tra i santi Nicola, arcivescovo
di Mira di Licia, il taumaturgo.
Al Grande Vespro.
La prima stasi del primo kàthisma del salterio (Beato l’uomo). Al Signore, a te ho gridato, sostiamo allo stico 6 e cantiamo le stichirà prosòmia
La prima stasi del primo kàthisma del salterio (Beato l’uomo). Al Signore, a te ho gridato, sostiamo allo stico 6 e cantiamo le stichirà prosòmia
Tono 2.
Quando dal legno.
imorando sensibilmente a Mira, davvero apparisti
myron, unto con profumata mirra spirituale,
san Nicola, gerarca di Cristo e profumi il volto di
chi con fede e affetto sempre festeggia la tua celebratissima
memoria, liberando da sventure, pericoli e
tribolazioni, o padre, con le tue preghiere al Signore.
Portandone davvero il nome, apparisti forte vittoria
nelle tentazioni per il popolo fedele, o san Nicola,
vero servo di Cristo: dovunque infatti sei invocato,
rapidamente previeni con affetto quanti accorrono
alla tua protezione, poiché tu, rendendoti giorno
e notte visibile alla fede, salvi da prove e sventure.
Apparisti all’imperatore Costantino e ad Avlavio
in sogno e riempiendoli di timore, così parlasti loro:
Liberate in fretta dal carcere i prigionieri che ingiustamente
trattenete, perchè non commisero nulla che
meriti tale iniqua condanna a morte; se poi non ubbidirai,
o sovrano, ricorrerò contro di te al Signore.
Grande e fervido soccorritore sei per quanti sono
nei pericoli, o glorioso san Nicola, sacro araldo di
Cristo: per quanti sono sulla terra e in mare, per i vicini
e i lontani, quale misericordiosissimo e potente
intercessore; per questo qui convenuti gridiamo:
prega il Signore di liberarci da ogni sventura.
Altri stichirà prosòmia.
Tono 2.
Con quali ghirlande di lodi.
on quali ghirlande di lodi coroneremo il gerarca?
Nella carne, a Mira e in spirito previene tutti
quelli che sinceramente lo amano: conforto di tutti
i tribolati, rifugio di tutti quelli che sono nei pericoli,
torre di pietà e difensore dei fedeli, per il quale Cristo,
che possiede la grande misericordia, ha abbattuto
l’alterigia dei nemici.
Con quali inni melodiosi loderemo il gerarca?
L’avversario dell’empietà e difensore della pietà, capo
nella Chiesa, grande combattente e maestro, che
svergognò tutti gli eterodossi, il distruttore e ardente
avversario di Ario, la cui alterigia Cristo, che possiede
la grande misericordia, per lui ha abbattuto.
Con quali canti profetici loderemo il gerarca? Lui
che prevedeva le cose lontane e chiaramente le preannunciava
vaticinando su di esse come presenti;
ricco di grande misericordia percorreva tutta la terra
e liberava tutti quelli che subivano ingiustizia; apparve
in sogno all’imperatore di senno divino e liberò
da ingiusta morte i prigionieri.
Gloria.
Tono pl. 2.
Convenuti insieme, o amici della festa, celebriamo
con lodi canore lo splendore dei gerarchi, la
gloria dei padri, la fonte dei prodigi, il grandissimo
soccorritore dei fedeli e diciamo: Salve, custode di
Mira, suo venerabile vescovo e sua salda colonna;
salve, astro fulgidissimo che fai risplendere di prodigi
i confini della terra; salve, divina gioia dei tribolati
e fervidissimo protettore di chi subisce ingiustizia;
anche ora, Nicola beatissimo, non cessare di
pregare Cristo Dio per quanti con fede e affetto
sempre onorano la tua lieta e solennissima memoria.
E ora. Proeòrtion. Stesso tono.
Preparati, o grotta: perchè viene l’agnella, portando
in grembo Cristo; ricevi, o greppia, colui che
con il verbo liberò noi abitanti della terra dal nostro
agire contro ragione; pastori che pernottate nei
campi, testimoniate il tremendo prodigio e voi, magi
dalla Persia, offrite al Re oro, incenso e mirra: perché
è apparso il Signore dalla Vergine Madre; inchinandosi
davanti a lui come serva, la Madre lo ha
adorato, dicendo a colui che portava fra le braccia:
Come fosti in me seminato, o come in me fosti generato,
mio Redentore e Dio?
Ingresso, Luce gioiosa, prokìmenon e letture.
Lettura dai Proverbi (passim).
Del giusto si fa memoria tra le lodi e la benedizione
del Signore è sul suo capo. Beato l’uomo
che ha trovato la sapienza e il mortale che conosce la
prudenza. Meglio è trafficare per essa che per tesori
d’oro e d’argento. Essa è più preziosa di pietre di
gran valore: nulla di malvagio può opporsi ad essa;
essa è ben nota a tutti coloro che le si accostano: nessun
oggetto pregiato può starle a fronte. Dalla sua
bocca infatti esce la giustizia e sulla lingua reca la
legge e la misericordia. Ascoltatemi dunque, o figli,
perchè dirò cose sante: e beato l’uomo che custodirà
le mie vie. Perchè le mie uscite, sono uscite di vita,
ed è pronta la benevolenza da parte del Signore.
Perciò vi esorto e alzo la voce verso i figli degli uomini:
Io, la sapienza, ho fondato il consiglio, la conoscenza
e la riflessione, io le ho chiamate. Mio è il
consiglio, mia la sicurezza, mia la prudenza, mia la
forza. Io amo coloro che mi amano: quelli che mi
cercano troveranno grazia. O semplici, imparate dunque la finezza e voi indotti, rendete assennato il
cuore. Ascoltatemi ancora e dirò cose sante, svelerò
con le mie labbra cose rette. La mia gola mediterà la
verità: sono abominevoli davanti a me le labbra
mendaci. Sono dette con giustizia tutte le parole della
mia bocca, nulla vi è in esse di tortuoso o di perverso.
Tutto è retto per chi comprende e diritto per
quelli che trovano la conoscenza. Poiché io vi insegno
cose vere, affinché la vostra speranza sia nel Signore
e siate ripieni di Spirito.
Lettura dai Proverbi (10,31-11,12).
La bocca del giusto stilla sapienza, ma la lingua
dell’ingiusto perirà. Le labbra degli uomini giusti
conoscono grazie, ma la bocca degli empi va in
rovina. Le bilance false sono un abominio davanti al
Signore, mentre il peso giusto gli è gradito. Dove entra
la tracotanza, là entra anche il disonore, mentre
la bocca degli umili medita la sapienza. La perfezione
degli uomini retti li guiderà, ma l’inganno di
quelli che agiscono con perfidia li deprederà. Non
gioveranno le ricchezze nel giorno dello sdegno, ma
la giustizia libererà da morte. Quando muore un
giusto, lascia rammarico, mentre la perdizione degli
empi è sempre pronta e causa soddisfazione. La giustizia
dell’uomo senza macchia gli apre strade diritte,
mentre l’empietà incontra l’ingiustizia. La giustizia
degli uomini retti li libererà, mentre gli iniqui
sono condannati dalla sconsideratezza. Quando un
uomo giusto muore, non perisce la speranza, mentre
perisce il vanto degli empi. Il giusto sfugge al laccio e
al suo posto è consegnato l’empio. Nella bocca degli
empi c’è una trappola per i cittadini, ma l’intelligenza
dei giusti spiana il cammino. Coi beni dei giusti prospera
la città, mentre ci si rallegra per la perdizione degli empi. Con la benedizione degli uomini retti si
innalza la città, ma con la bocca degli empi viene
abbattuta. Chi manca di senno beffeggia i cittadini,
ma l’uomo prudente si tiene in silenzio.
Lettura dalla Sapienza di Salomone (4, 7-15).
Il giusto, quand’anche giunga a morire, sarà nel riposo:
poiché vecchiaia venerabile non è quella di
un lungo tempo di vita, né si misura col numero degli
anni. Ma la prudenza equivale per gli uomini alla
canizie ed età avanzata è una vita senza macchia. Divenuto
gradito a Dio, è stato da lui amato e poiché
viveva tra peccatori, è stato trasferito. E’ stato rapito
perché la malizia non alterasse la sua intelligenza e
l’inganno non sviasse la sua anima. Poiché il cattivo
fascino del male oscura il bene e l’agitarsi della concupiscenza
guasta la mente innocente. Reso in breve
perfetto, ha portato a termine un lungo corso: la sua
anima era infatti gradita al Signore, per questo si è affrettato
a toglierlo di mezzo alla malvagità. I popoli
hanno visto, ma non hanno compreso, né hanno posto
mente a questo fatto: che grazia e misericordia
sono con i suoi santi ed egli visita i suoi eletti.
Alla Litì. Stichirà Idiòmela. Tono 1.
Fissato lo sguardo al vertice della conoscenza e
conosciuto l’insondabile abisso della sapienza,
arricchisti oltre misura il mondo con i tuoi insegnamenti,
o padre: supplica sempre Cristo per noi, o gerarca
Nicola.
Uomo di Dio e suo fedele servo, nonché amministratore
dei suoi misteri e uomo dei voleri dello Spirito,
colonna animata, icona vivente, la Chiesa di
Mira compiaciuta ti ha posseduto qual divino tesoro
e ambasciatore delle nostre anime.
Tono 2.
Canone di fede e icona di mitezza ti ha manifestato
al tuo gregge Cristo Dio, o gerarca Nicola: infatti,
ungendo di myron i Miresi, risplendi fulgido per le
tue divine e rette azioni, o protettore degli orfani e
delle vedove; non cessare dunque d’intercedere per
la salvezza delle nostre anime.
Padre Nicola, l’urna aromatica delle tue reliquie
protegge Mira, per cui quanti furono ingiustamente
condannati al carcere, liberasti da morte, catene e
prigione apparendo in sogno all’imperatore; perciò
anche ora, come un tempo e sempre, mostrati con la
tua apparizione, intercedendo per le nostre anime.
Padre Nicola, anche se Mira tacesse, il mondo intero,
da te illuminato e il profumo del tuo myron così
come la gran quantità dei tuoi miracoli griderebbe,
sciogliendo inni d’esultanza con i condannati da
te salvati; con i Miresi anche noi cantando gridiamo:
intercedi per la salvezza delle nostre anime.
Tono 4
Padre Nicola, tu che sei urna aromatica del santissimo
Spirito, cospargi unguenti come lieta primavera
dei divini aromi di Cristo; divenuto, infatti, imitatore
degli apostoli, percorri l’universo con i messaggi
delle tue meraviglie; pertanto, apparendo in sogno
ai lontani e ai vicini, hai riscattato da morte quanti
con ingiusta sentenza stavano per essere uccisi, salvando
in modo straordinario da molti pericoli chi ti
aveva invocato; libera, dunque, per le tue intercessioni,
da eventuali maltrattamenti anche noi, che
senza sosta a gran voce a te ricorriamo.
Tono pl. 2.
Bene, servo buono e fedele; bene, operaio della
vigna di Cristo: hai portato il peso del giorno, hai
moltiplicato il talento che ti era stato dato e non eri
invidioso di quanti venivano dopo di te; per questo
ti è stata aperta la porta dei cieli: entra nella gioia
del tuo Signore e intercedi per noi, san Nicola.
Tono pl. 4.
Corresti verso la lode del Signore, o Nicola, in
questa vita passeggera ed egli ti glorificò nella celeste
e vera vita: perciò, essendoti acquistata la sua confidenza,
intercedi per la salvezza delle nostre anime.
Gloria.
Tono pl. 4.
Il frutto delle tue gesta di uomo forte, o beato padre,
rallegrò le anime dei fedeli: chi, infatti, sentendo
la tua smisurata umiltà, non è rimasto meravigliato
della tua perseveranza e della benevolenza per
i poveri e compassione per gli afflitti? Tutti divinamente
ammaestrasti, o gerarca Nicola e ora, cinto di
immarcescibile corona, preghi per le nostre anime.
E ora. Prefestivo. Stesso tono.
Betlemme, preparati, si appresti la mangiatoia, sia
accogliente la grotta: è venuta la verità, l’ombra
si è dileguata e Dio, nato dalla Vergine, si è manifestato
agli uomini, prendendo le nostre sembianze e
divinizzando quanto assunto, per cui Adamo è rinnovato
con Eva e assieme gridano: sulla terra è apparsa
la benevolenza per salvare la nostra stirpe.
Allo stico, stichirà prosòmia.
Tono pl. 1.
Salve, tu che sei veramente. salve, sacro capo, puro ricettacolo delle virtù, divino
canone del divinissimo sacerdozio, grande pastore, fulgidissima fiaccola, tu che porti il nome
della vittoria, che ti chini compassionevole su chi
prega, che ti pieghi alle suppliche dei deboli, liberatore
sempre pronto, presidio di salvezza per tutti
quelli che onorano con fede la tua augustissima memoria:
implora Cristo, perchè sia donata alle nostre
anime la grande misericordia.
Stico. Preziosa davanti al Signore la morte del suo
santo.
Salve, intelletto sacratissimo, pura dimora della
Trinità, colonna della Chiesa, sostegno dei fedeli,
soccorso degli oppressi, astro che con i fulgori delle
tue preghiere accette sempre dissolvi la tenebra delle
tentazioni e tribolazioni, gerarca Nicola: porto placidissimo
in cui trovano salvezza quanti, circondati dai
marosi della vita, in esso si rifugiano; supplica Cristo
di donare alle nostre anime la grande misericordia.
Stico. I tuoi sacerdoti, Signore, si rivestiranno di
giustizia e i tuoi santi esulteranno.
Salve, tu che, pieno di zelo divino, liberasti dalla
maligna accusa quanti stavano per morire ingiustamente,
presentandoti in modo terribile in sogno; o
Nicola, fonte che a Mira zampilla copiosamente unguenti
profumati irrigando le anime e rimuovendo
il fetore delle passioni; spada che recidi la zizzania
dell’inganno; ventilabro che disperdi il pulviscolo
degli insegnamenti di Ario; supplica Cristo di mandare
sulle nostre anime la grande misericordia.
Gloria. Tono pl. 2.
Uomo di Dio e fedele suo servo, ministro del Signore,
uomo dilettissimo, strumento di elezione,
colonna e sostegno della Chiesa, erede del regno,
non cessare di gridare per noi verso il Signore. E ora. Prefestivo. Stesso tono.
Vergine senza nozze, donde vieni? Chi ti ha generata?
Chi è tua madre? Come puoi portare il Creatore
tra le braccia? Come il tuo grembo è rimasto incorrotto?
Vediamo compiersi in te sulla terra, o santissima,
grandi, straordinari e tremendi misteri e
prepariamo come cosa a te dovuta sulla terra la
grotta, mentre chiediamo al cielo di apprestare la
stella; vengono anche i magi dall’oriente della terra
all’occidente per contemplare la salvezza dei mortali,
un fanciullino che viene allattato.
Apolytìkion. Tono 4. C
Canone di fede, icona di mitezza, maestro di continenza
ti ha mostrato al tuo gregge la verità dei
fatti; per questo con l’umiltà hai acquisito la gloria,
con la povertà la ricchezza, o padre e gerarca Nicola.
Prega Cristo Dio di salvare le nostre anime.
Theotokìon .
Il mistero dall’eternità nascosto e ignoto agli angeli
grazie a te, Madre di Dio, fu rivelato agli abitanti
della terra: Dio incarnato, in unione senza confusione,
Dio che per noi volontariamente accettò la
croce e risuscitando con essa il primo uomo creato,
salvò dalla morte le nostre anime.
Al Mattutino.
Dopo la prima sticologia, kàthisma.
Tono 1. I soldati a guardia.
Rifulgi sulla terra con i raggi dei prodigi, Nicola
sapiente e muovi ogni lingua a glorificare e lodare
colui che ti glorificò sulla terra: supplicalo di
liberare da ogni angustia quanti con fede e affetto
onorano la tua memoria, oracolo dei padri.
Theotokìon. Stesso tono.
Maria, augusta dimora del Sovrano, facci risorgere
dalla voragine di tremenda disperazione, colpe e
tribolazioni in cui siamo caduti: perchè tu sei salvezza,
aiuto, potente difesa dei peccatori e salvi i
tuoi servi.
Dopo la seconda sticologia, kàthisma.
Tono 4. Sei apparso oggi.
Difendi i fedeli, proteggendoli e custodendoli, o
beato e manifestamente liberandoli da ogni tribolazione,
o splendido vanto e gloria dei gerarchi, o
Nicola santo.
Theotokìon. Stesso tono.
Invincibile difesa di quanti sono nelle angustie,
pronta intercessione per quanti in te sperano, liberami
dai pericoli e non trascurarmi, soccorso di tutti.
Dopo il polyèleos, kàthisma.
Tono 4. Presto intervieni.
Divenisti fervidissimo difensore della Chiesa di
Cristo, distruggendo con franchezza le empie
dottrine delle eresie, o Nicola e ti rivelasti a tutti come
canone d’ortodossia, pregando per tutti quelli che
si fanno guidare dai tuoi divini insegnamenti.
Theotokìon, stessa melodia.
Presto accogli, o Sovrana, le nostre suppliche e
presentale al tuo Figlio e Dio, o Signora purissima;
sciogli le difficoltà di quanti a te accorrono, sventa le
insidie e gli attacchi sfrontati, o Vergine, di quanti
ora si armano contro i tuoi servi.
Anavathmì. Antifona 1 del tono 4.
Prokìmenon. Tono 4.
Preziosa davanti al Signore la morte del suo santo.
Stico. Che cosa renderemo al Signore per tutto
ciò che ci ha dato?
Ogni spirito e il vangelo secondo Giovanni (10,1-9).
Disse il Signore ai giudei venuti da lui: In verità,
in verità vi dico, chi non entra nel recinto delle
pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte è un
ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è
il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore
ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore
una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto
fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro e
le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.
Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno
via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei.
Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi
non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: In verità, in verità
vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro
che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti;
ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la
porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà
e uscirà e troverà pascolo.
Salmo 50. Gloria. Per l’intercessione del gerarca. E
ora. Per l’intercessione della Madre di Dio.
Poi lo stico:
Pietà di me, o Dio.
Idiòmelon. Tono pl. 2.
Bene, servo buono e fedele; bene, operaio della
vigna di Cristo: hai portato il peso del giorno,
hai moltiplicato il talento che ti era stato dato e non
sei stato invidioso di quanti venivano dopo di te per
questo ti è stata aperta la porta dei cieli; entra nella
gioia del tuo Signore e intercedi per noi, san Nicola.
Il canone della madre di Dio con gli Irmì per sei tropari
e del santo per 8 tropari.
Canone della Madre di Dio.
Ode 1. Tono 1. Irmòs.
Un inno di vittoria cantiamo tutti a Dio, che ha
operato meravigliosi prodigi con braccio potente
e ha salvato Israele, perché si è glorificato.
Tu che generasti l’infinita Sapienza, mandami
una goccia di sapienza, o maestosa fonte sgorgante
grazie, per poter inneggiare al mare dei tuoi favori.
Sciolgo inni a te, da tutti magnificata, cui inneggiano
le schiere degli angeli quale Genitrice del
Dio, da tutti grandemente magnificato e a cui inneggia
tutto il creato, perché si è glorificato.
Canone del santo il cui acrostico è: A te, Nicola, canto
una divina melodia. Poema di Teofane
Ode 1. Tono 2. Irmòs.
L'immane potenza travolse nell’abisso un tempo
tutte le schiere del faraone; ma il Verbo incarnato
ha annientato il peccato nefando, lui, il Signore
glorioso, perché grandemente si è glorificato.
Tu che, incoronato dinanzi al tribunale di Cristo,
o sapientissimo Nicola, sei presente con le schiere
degli angeli, fammi dono della luce che rischiari
l’oscurità dell’anima mia, per poter celebrare nella
gioia la tua festa, o beatissimo.
Il Signore che glorifica tutti quelli che lo glorificano,
ha dato te ai fedeli come rifugio, per liberare dalle tentazioni
quanti ricorrono al tuo aiuto e t’invocano con
fede e devozione, gloriosissimo Nicola.
Theotokìon.
Suscitandomi il desiderio di essere simile
al Creatore, il maligno serpente mi rapì schiavo;
per tuo mezzo ora, o purissima, sono stato chiamato
ad essere realmente divinizzato: tu, infatti, Madre di
Dio, generasti colui che mi ha divinizzato.
Altro canone del santo il cui acrostico segue l’alfabeto
eccetto negli inni triadikà e nei theotokìa.
Ode 1. Tono 1. Irmòs.
Cristo nasce, glorificate; Cristo scende dai cieli,
andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi.
Cantate al Signore da tutta la terra e con letizia
celebratelo, o popoli, perché si è glorificato.
Alla tua sublimità ispirata a Dio, o Nicola, con
lingua e labbra imbarazzate vengo a presentare un
breve elogio e una supplica; e tu, munifico qual sei,
donami il Salvatore e clemente Dio.
Benché mortale, sulla terra sei apparso celeste
come un angelo: grandissimo difensore delle vedove,
vindice degli affranti, di tutti gli afflitti aiuto nei
pericoli, o padre Nicola.
Sono note a tutti quelli che stanno sotto il sole, o
beatissimo Nicola, le tue meraviglie, l’oceano dei
tuoi meriti: difensore dei poveri, nutritore di orfani
e vedove, guida dei ciechi e protettore di tutti.
Triadikòn. Adoro la Trinità increata: Padre e Figlio
e Spirito, semplice sostanza divina, natura indivisa
essenzialmente, tre ipòstasi distinte, ma indivise.
Theotokìon. Concepisti misteriosamente il Verbo,
uno della Trinità o purissima e lo generasti nella
carne, rimanendo dopo il parto come prima: supplica
sempre per noi il tuo Figlio e Dio.
Katavasia. Cristo nasce, glorificate; Cristo scende
dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi.
Cantate al Signore da tutta la terra e con letizia
celebratelo, o popoli, perché si è glorificato.
Canone della Madre di Dio. Ode 3. Irmòs.
Si rinsaldi il mio cuore nella tua volontà, o Cristo
Dio, che sulle acque consolidasti il secondo cielo
e sulle acque stabilisti la terra, o Onnipotente.
Venga da me lodata la Madre di Dio, cielo purissimo,
reggia del Re, paradiso colmo di vere attrattive
ed olezzante, speranza dei cristiani.
Con il verbo generasti il Verbo, che con il verbo
chiamò all’essere ogni natura ragionevole e irragionevole,
liberando dall’irragionevolezza i mortali, o
Benedetta.
Canone del santo. E’ fiorito come giglio.
beato Nicola, tu che divenisti autentico discepolo
del Signore, salvi dai gravi pericoli e da
morte crudele quanti a te ricorrono.
Sii propizio ai tuoi servi concedendo, o Buono, il
perdono delle colpe, per intercessione del tuo servo
Nicola, o misericordiosissimo.
Theotokìon.
Calma il tumulto delle mie passioni e
governa la mia vita, o Signora santissima, che generasti
Cristo, in cui si è confermato il mio cuore.
Altro canone del santo. Al Figlio che prima. Dotato il tuo cuore, o divinamente sapiente,
dell’attestato di molte virtù, segnato dal dito
immortale e immacolato di Cristo Dio, o Nicola, stilli
nelle tue parole scelto favo e dolce miele.
La grazia evidenziò su di te straordinarie meraviglie:
la tua luminosa condotta, o Nicola, rifulge e
illumina le anime più di qualunque oggetto aureo,
per il fulgore del divino Spirito.
Tu zelante, vivi anche dopo la morte; apparso in
sogno veridico, salvasti da morte in modo inatteso i
giovani, gridando energicamente all’imperatore: Non
essere ingiusto con gli uomini accusati per invidia.
Triadikòn. Trinità santissima, Dio nostro, Padre e
Figlio e Spirito vivificante, sii mi propizio: con colpe incommensurabili ho macchiato la mia vita; custodiscimi
in ogni luogo e sempre immune da afflizione.
Theotokìon.
Concedi, o Madre di Dio, la speranza
della salvezza ai tuoi servi ed apprestati a custodirli
e ad aiutarli con la tua premurosa intercessione nelle
necessità e nei pericoli; tu, infatti, sei il vanto di noi
fedeli, o sposa divina.
Katavasia. Al Figlio che prima dei secoli immutabilmente
dal Padre è stato generato e negli ultimi
tempi dalla Vergine, senza seme, si è incarnato, a
Cristo Dio acclamiamo: Tu che hai innalzato la nostra
fronte, santo tu sei, Signore.
Kàthisma. Tono pl. 4. Ineffabilmente concepita.
Fiume colmo di rimedi e fonte inesauribile di meraviglie
ti rivelò, o Nicola, l’abisso della misericordia;
quanti, infatti, sono oppressi duramente da
gravi malattie e provati crudelmente dalle disgrazie
della vita, trovano nella tua fervida protezione un
farmaco che lenisce ogni afflizione; per questo a te
gridiamo; prega Cristo Dio di donare remissione
delle colpe a quanti festeggiano con affetto la tua
santa memoria.
Gloria. E ora. Theotokìon. Stesso tono.
Ineffabilmente concepita in grembo la Sapienza, il
Verbo, Madre di Dio, partoristi al mondo colui che
regge il mondo e tenesti tra le braccia colui che sostiene
l’universo, che tutti nutre, l’Artefice del creato; per
questo ti scongiuro, Vergine santissima, di liberarmi
dalle colpe per il giorno in cui dovrò presentarmi al
mio Creatore: Sovrana, Vergine pura, dammi allora il
tuo aiuto, perchè tu puoi tutto ciò che vuoi, o degna
d’ogni canto.
Canone della Madre di Dio. Ode 4. Irmòs. Prevedendo in ispirito, o profeta Avvacùm, l’incarnazione
del Verbo, hai annunziato gridando:
quando si avvicineranno gli anni sarà reso noto,
quando giungerà il tempo verrà fatto rivelare. Gloria
alla tua potenza, o Signore.
Per suggerimento del serpente, o castissima, Eva
diviene causa di morte per gli uomini; tu, invece, o
Vergine, che con il verbo generasti il Verbo, ti rivelasti
difesa ospitale di immortalità e vita; perciò giustamente
ti inneggiamo.
In ispirito i profeti ti previdero, o casta: monte,
porta, altare, arca santa, candelabro, trono di vita, vaso
e scanno per commensali, Madre di Dio, manifestandoti
nei simboli, di cui vediamo il compimento.
Canone del santo. Sei venuto dalla Vergine.
Avendo conversato castamente con i raggi dello
Spirito, divenisti portatore di luce, illuminando
i confini del mondo, presente a tutti e salvando quanti
a te ricorrono con fede.
Come apparisti una prima volta, liberando da
morte i giovani, o beato, così anche ora salvami da
ogni difficoltà, tentazioni e pericoli, o beatissimo.
Hai fatto rifulgere lo splendore delle virtù, o beatissimo,
divenendo insuperabile imitatore del tuo
Sovrano; invocato, quindi, salva quanti ti glorificano
con pietà e fervore.
Theotokìon.
Su di te scese il Sovrano e Signore,
prendendo corpo in te e salvò nella sua infinita misericordia
tutta l’umanità: per questo a te grido: Salve,
Madre di Dio pura!
Altro canone del santo. Virgulto dalla radice. Prontamente salvò la mia sola invocazione a te
rivolta, fra tutte le insinuazioni dei nemici,
quanti a te gridarono con fervore, o Nicola: come
prima liberasti i condottieri, anche ora salva noi da
ogni crudele circostanza.
Posto dinanzi al trono divino, non cessare di intercedere
senza sosta, o sapiente, per tutti noi, tuoi
fedeli devoti, o ammirabile Nicola, affinchè possiamo
essere liberati dal fuoco eterno e dai nemici, dal
negativo giudizio e dal danno.
In ogni luogo fai sgorgare guarigioni per quanti
con fede a te accorrono e liberi tutti dalle catene; per
questo cambia la nostra tristezza in gaudio, o luminoso
Nicola, per le bene accette suppliche, annientando
l’orgoglio dei nostri nemici.
Triadikòn. Onoro il principio della Divinità senza
principio, Padre, Figlio e Spirito santissimo; venero
l’artefice di tutte le cose, uno indiviso, sempre distinto
in tre fattezze e ipòstasi, unico regno indivisibile.
Theotokìon. Apparisti, o fanciulla, Genitrice di Dio
al di sopra dei mortali, superiore agli stessi angeli:
concepisti infatti nel tuo grembo il Fattore di tutto,
rivestito della natura umana, generandolo senza concorso
umano: oh straordinaria nuova visione!
Katavasìa. Virgulto dalla radice di Iesse e fiore che
da essa procede, o Cristo, dalla Vergine sei germogliato,
dal boscoso monte adombrato, o degno di lode:
sei venuto incarnato da una Vergine ignara
d’uomo, tu, immateriale e Dio. Gloria alla tua potenza,
Signore.
Canone della Madre di Dio. Ode 5. Irmòs.
Fai brillare la tua splendente inaccessibile luce su di
noi, che dal mattino meditiamo sulle disposizioni
P
F
18
dei tuoi comandamenti, Signore amico degli uomini,
Cristo nostro Dio.
Quale maestosa arca di santificazione, fiammeggiante
santo trono e reggia santificata, o Sovrana,
hai portato in te Dio onnipotente.
Apparisti ineffabilmente, o sola purissima, Madre
ignara di uomo tra le vergini e poi nuovamente
Vergine tra le madri: generasti, infatti, Dio che può
mutare le nature.
Canone del santo. Tu sei mediatore.
Brillando con una condotta degna di Dio, o beatissimo,
apparendo loro liberasti i condannati a
morte con ingiusta sentenza, che gridavano a Cristo
Signore: all’infuori di te non conosciamo altro Dio.
Contemplando ora nei cieli la gloria eterna e deliziandoti
della luce brillantissima dell’indicibile e divino
splendore, proteggimi con il tuo aiuto, o augusto
santo servo di Cristo.
Theotokìon. Per restituire l’antico splendore alla
tua immagine, o Salvatore, presa carne, all’insaputa
delle potenze celesti, dalla Vergine, con sofferenze
apparisti a quanti a te gridano: altro Dio all’infuori
di te non conosciamo.
Altro canone del santo. Dio della pace.
Proclamano ora le tue meraviglie, o padre, la
grande metropoli di Mira e la regione della Licia
e tutti i popoli i tuoi prodigi, per i quali liberasti
tutti da afflizioni e dolori, o ammirabile Nicola.
Libera anche noi da ogni pericolo per la tua intercessione,
o Nicola, rifugio delle vedove, padre degli
orfani, ottimo aiuto degli afflitti, consolatore di quanti
sono in lutto, pastore e guida di tutti gli erranti. Dalla terra fosti trasferito in dimore immateriali,
dove, divenuto emulo delle angeliche schiere, contempli
l’indicibile bellezza di Cristo; per questo, esultando
con gli apostoli e i martiri, o padre Nicola,
supplica con insistenza per noi il Salvatore.
Triadikòn. Desidero esaltare in modo manifesto le
tre ipòstasi coeterne, dello stesso trono dell’unica
indivisibile Divinità, dalla quale dal nulla sono stato
tratto all’esistenza, esclamando con gli angeli: santo,
santo, santo sei, Signore.
Theotokìon. Salvezza dei mortali e speranza di tutti,
che prontamente prevede e scampa, anche ora
muoviti a pietà di noi che a te gridiamo, o purissima
e che t’invochiamo in ogni circostanza: altra protezione,
infatti, dopo Dio, noi non abbiamo.
Katavasìa. Dio della pace, Padre delle misericordie,
tu ci hai inviato l’angelo del tuo gran consiglio
per donarci pace; guidati dunque alla luce della conoscenza
di Dio, vegliando sin dai primi albori, noi
ti glorifichiamo, amico degli uomini.
Canone della Madre di Dio. Ode 6. Irmòs.
Imitando il grande profeta Giona esclamo: libera
la mia vita dalla corruzione, o Buono e salva, o
Salvatore del mondo, me che grido: Gloria a te.
Protezione dei fedeli, gioia degli afflitti, riempi di
gaudio e letizia spirituale i tuoi servi che confidano
nella tua protezione.
Io canterò il cielo spirituale, il tempio puro, l’arca
santa, il delizioso paradiso di Dio, in cui si trova
l’albero della vita.
Canone del santo. Avvolto dall’abisso.
E' stata posta degnamente su di te la corona della
vittoria, per cui, quale ottimo vincitore, salva quanti t’invocano.
O beato, mostrandoti, salva me morto per le colpe
e sommerso dalle onde delle passioni, guidandomi
verso il porto del divino volere.
Theotokìon.
In te ho posto le speranze della salvezza,
Madre sempre vergine, te pongo quale sicura
e inconcussa protezione della mia vita.
Altro canone del santo. Il mostro marino. Novello Abramo ti rivelasti, avendo presentato al
tuo Signore, quale unigenito figlio, l’intelletto,
offrendo sempre sacrifici incruenti e pertanto sei stato
benedetto come ospitale e divenisti dimora divina
e irreprensibile della Trinità, o padre Nicola.
Operi insoliti e mirabili prodigi su tutta la terra e
nei mari lontani per i viandanti in pericolo, accogliendo
le suppliche: ti sei, infatti, mostrato medico
dei malati, sostenitore dei miseri, tu che porti come
nome “Vittoria del popolo” fedele contro i nemici.
Prevedendo il futuro con l’occhio dell’intelletto,
colmasti tutti di retti dogmi, annunziandoci il Figlio
consustanziale al Padre; annientasti così la frenesia
di Ario e proponesti i tuoi venerati insegnamenti
quale colonna dell’ortodossia.
Triadikòn. Venero e onoro la Trinità indivisibile,
distinta in tre ipòstasi, ma sempre unita nell’essenza
e nella natura, come unico principio: il Padre e il Figlio
e lo Spirito Santo, che domina tutto con onnipotenza
e che ogni realtà governa come vuole.
Theotokìon. O Purissima, chinando i cieli, Cristo di
sua volontà interamente dimorò nel tuo grembo: non
sopportò veder tiranneggiata dall’errore l’opera delle
proprie mani, per cui sotto forma di servo venne a liberare
la stirpe umana.
Katavasìa. Il mostro marino, dalle sue viscere, ha
espulso come embrione Giona, quale lo aveva ricevuto;
il Verbo, dopo aver dimorato nella Vergine e
avere assunto la carne, da lei è uscito, custodendola
incorrotta: poiché egli ha preservato la madre indenne
dalla corruzione cui non era sottostata.
Kontàkion. Tono 3. La Vergine oggi.
Mira, o santo, ti sei mostrato sacerdote: oggi
infatti, compiendo il vangelo di Cristo, hai dato
la vita per il tuo popolo, hai salvato gli innocenti
dalla morte. Per questo sei stato santificato, quale
grande iniziato della divina grazia.
Ikos.
Inneggiamo ora con cantici al gerarca, che in Mira,
o popoli, fu pastore e maestro, affinchè possiamo
risplendere per le sue intercessioni: ecco, infatti, egli
è apparso interamente illibato, puro di spirito, presentando
a Cristo un sacrificio immacolato, sincero
ed accetto a Dio, come sacerdote purificato nello
spirito e nel corpo. Egli pertanto appare interamente
patrono della Chiesa e difensore di essa, quale
grande iniziato ai misteri della divina grazia.
Sinassario.
Il sesto giorno di questo mese memoria del santo
nostro padre Nicola, arcivescovo di Mira di Licia, il
taumaturgo.
Stichi. O Nicola, in terra hai goduto grande stima
e separandoti dalla terra vivi per intercedere. Nel
sesto giorno avviene il termine della vita di Nicola.
Memoria del neomartire Nicola Karàmanos, che
subì il martirio a Smirne nel 1657.
Lo stesso giorno memoria della liberazione dal
terremoto avvenuta per amore del genere umano. Per le loro sante preghiere, o Dio, abbi pietà di
noi. Amìn.
Canone della Madre di Dio. Ode 7. Irmòs.
La fornace, o Salvatore, è colma di rugiada e i
fanciulli esultano cantando: benedetto sei tu,
Signore, Dio dei padri nostri.
L’Altissimo ti rivelò paradiso vivente, o casta, talamo
ricolmo di grazie, aurea veste purpurea e cielo.
Rendi salda la mia mente instabile e la mia ragione
turbata e collocami sulla salda roccia con la tua
protezione, Madre sempre vergine.
Canone del santo. L’empio decreto. Sono caduto gravemente colpito sul taglio delle
tentazioni e, cedendo allo scoraggiamento, sono
giunto alle porte degl’inferi; con le tue preghiere, o
beato, salvami e rialza colui che canta; benedetto sei
tu, Dio dei nostri padri.
Splendido per i bagliori immateriali della luce intramontabile,
libera quanti soffrono nelle tenebre
delle afflizioni e guida alla luce della letizia quanti
cantano: benedetto sei tu, Dio dei nostri padri.
Theotokìon.
O Genitrice di Dio, supplica Cristo,
tuo Figlio e Dio, di riscattare per il suo sangue prezioso
quanti si macchiarono di gravi colpe per gli
inganni del serpente, ma che ora cantano: benedetto
sei tu, Dio dei nostri padri.
Altro canone del santo. I fanciulli allevati. Padre Nicola, guarendo le infermità della mia anima
ti rivelasti il miglior medico di tutte le malattie
più difficili; concedimi di gridare con vigore:
Dio dei nostri padri, tu sei benedetto.
Riscattando da morte un tempo i condottieri, o
santo, li stimolasti a inneggiare e glorificare Cristo Salvatore e, con fede ardente, a gridare a te: o sapiente,
ti esaltiamo quale benefattore.
Sfiorando misticamente con le tue labbra il vaso
della sapienza, padre Nicola, vi hai succhiato zampilli
d’ambrosia, più che miele e favo, gridando ai
popoli: Dio dei nostri padri, tu sei benedetto.
Triadikòn. A te inneggiamo, Trinità tre volte santa,
Monade consustanziale trifulgente, Padre, Figlio
e Spirito Santo, a cui tutti noi battezzati cantiamo:
Dio dei nostri padri, tu sei benedetto.
Theotokìon. Accogliendo le preghiere di tutti, Madre
di Dio, supplica tuo Figlio e Dio di liberare dalla
condanna quanti giustamente ti venerano ed esclamano;
Dio dei nostri padri, tu sei benedetto.
Katavasìa. I fanciulli allevati nella pietà, disprezzando
un empio comando, non si lasciarono atterrire
dalla minaccia del fuoco, ma stando tra le fiamme
cantavano: O Dio dei padri, tu sei benedetto.
Canone della Madre di Dio. Ode 8. Irmòs.
Colui che gli angeli e tutte le schiere temono,
quale Creatore e Signore, inneggiate, o sacerdoti,
glorificate, o fanciulli, benedite, popoli ed esaltatelo
per tutti i secoli.
Quale vivente talamo, soffice veste purpurea, clamide
intessuta di porpora e d’oro, apparisti, o Vergine,
al Re dell’universo, quale porpora da cui venne
intessuta la carne del Verbo Dio e uomo.
Concepisti, o purissima, l’immutabile, che come
Creatore e Dio, ineffabilmente con la sua mano regge
tutto il creato e in modo incomprensibile diviene
mortale per noi e come noi.
Canone del santo. Un tempo a Babilonia.
Tu che sei benevolo e compassionevole, o beato,
libera quanti sono immersi nel profondo delle tentazioni dei mali che li opprimono, ottenendone
la liberazione in forza delle tue intercessioni a Cristo
Salvatore, o depositario dei sacri misteri.
Iniziatore delle realtà che oltrepassano ogni mente,
ministro delle realtà sante e celesti, divinamente
sapiente e fedele gerarca, domanda al Salvatore la
remissione delle nostre colpe, o gerarca santo.
Theotokìon. Caduto nel profondo dell’ignominia e
da qui travagliato da diversi mali, la mia mente ora
è indebolita, ma tu, Vergine circonfusa dalla luce
dell’impassibilità, risanami.
Altro canone del santo. La fornace che effondeva. Tutta la folla degli asceti, gli ordini dei patriarchi
e degli apostoli, la moltitudine dei sacerdoti e
dei martiri, l’assemblea dei profeti, esaltano la tua
divina condotta; con loro anche noi ti preghiamo:
non mancare di supplicare sempre il Signore perché
ci preservi da ogni danno.
Eccelso Verbo, Sovrano onnipotente, per le preghiere
del santo pastore, rendi serena la vita di tutti i
cristiani, concedendo al pio imperatore, ti preghiamo,
vittoria e forza contro i barbari, perché tutti inneggiamo
ed esaltiamo nei secoli la tua potenza.
Splendente luce inaccessibile, o padre, illumini le
anime degli afflitti, dileguando ogni oscurità e tenebra
delle tentazioni, facendo sempre rifulgere i raggi
della gioia, nei quali splendidamente raggianti
gridiamo; il creato benedica il Signore e lo esalti in
tutti i secoli.
Triadikòn. Celebriamo con fede la vita e l’esistenza
e l’una e trina luce, la Trinità, secondo gli insegnamenti
sommamente divini dei padri: il Padre e il Figlio
e il santo Spirito; con loro piamente cantiamo: tutto il creato benedica il Signore e lo esalti in tutti i
secoli.
Theotokìon. Il roveto prefigurò, o fanciulla pura, il
tipo di un fatto insolito, ardendo un tempo senza
consumarsi sul monte Sinai, prefigurando il mistero
del tuo parto: il fuoco della Divinità che abitò in te,
infatti, ti serbò incorrotta; per questo a te inneggiamo
in tutti i secoli.
Katavasìa. La fornace che effondeva rugiada è stata
immagine di una meraviglia che oltrepassa la natura:
essa infatti non bruciò i giovani che aveva ricevuto,
come neppure il fuoco della divinità bruciò il
grembo della Vergine in cui era disceso; noi dunque
inneggiando cantiamo: Tutta la creazione benedica
il Signore e lo sovresalti per tutti i secoli.
Canone della Madre di Dio. Ode 9. Irmòs. Magnifichiamo, o fedeli, la fonte perenne che ha
accolto la vita, la luminosa lampada aurea, il
tempio spirituale, l’arca immacolata, colei che è più
ampia del cielo e della terra, la Madre di Dio.
Con la fonte della tua grazia, irriga me, arso dalle
fiamme delle sventure e orribilmente ustionato, tu
che sei fonte zampillante grazie, avendo generato il
fiume delle grazie, da cui chi beve mai più avrà sete.
Quale splendido talamo dello Sposo, reggia spirituale
del Sovrano, porpora tessuta d’oro, dimora soave
di Cristo, Signore di tutti, salva me, tuo supplice.
Canone del santo. Il Figlio dell’eterno.
Illuminato dalle luci della grazia e divenuto chiaramente
luminare di pietà, salvi i tribolati dalle
tentazioni, liberi gli immersi nel profondo del mare
e nutri inaspettatamente i colpiti dalla carestia, o beatissimo
sapiente in Dio. Tu che ora dimori nel paradiso della delizia, che
puoi godere chiaramente l’indicibile gloria, riguarda
dalle volte celesti quanti ti inneggiano, liberandoli
dalle passioni, o beatissimo ispirato da Dio.
Theotokìon.
O castissima Madre di Dio, generasti il
Verbo, sapienza e forza consustanziale al Padre, che
dal tuo immacolato grembo si preparò il proprio
tempio, unendosi a questo con indissolubile vincolo.
Altro canone del santo. Vedo un mistero.
Rallegratevi in spirito, voi tutti che celebrate
questa festa, esultate raggianti, cieli e anche
voi, monti e colli, chiese e cori delle vergini e degli
asceti nel commemorare il beatissimo, per il quale
tutti qui convenuti magnifichiamo il Salvatore.
Sciolgano inni i confini tutti della terra e voi, che
con serti di lode ornate manifestamente il capo di
Nicola, servo di Cristo Dio, per il quale siamo liberati
dalle passioni e dai pericoli.
Degnati di accettare, o Nicola, l’inno di questo
breve lavoro così come Cristo gradì i due centesimi
della vedova: non disdegnare questa iniziativa, che
abbiamo osato affrontare, o beatissimo, non per vanagloria,
ma per zelo.
Triadikòn. Unita da consustanziale volontà, la
Trinità viene distinta di nuovo indivisibilmente nelle
ipòstasi, mantenendo sempre la potenza: il Padre
e il Figlio e lo Spirito vivificante, l’unico Dio in tre
ipòstasi, che noi magnifichiamo.
Theotokìon. Fu salvato tutto il creato nel tuo parto
e il Signore tolse in te pianto e gemito e ogni lacrima
in qualsiasi modo dal volto, o castissima Madre di
Dio purissima e noi debitamente ti ricambiamo.
Katavasìa. Vedo un mistero strano e portentoso:
cielo, la grotta, trono di cherubini, la Vergine e la greppia, spazio in cui è stato posto a giacere
l’Incontenibile Cristo Dio, che noi celebriamo e magnifichiamo.
Exapostilarion.
Udite, donne. Celebriamo tutti il grande pastore e gerarca Nicola,
Vescovo di Mira: ha salvato molti uomini
che ingiustamente dovevano morire ed è apparso in
sogno all’imperatore e ad Avlavio per annullare
l’iniqua sentenza.
Stesso tono.
Con i prodigi grandemente ti ha esaltato il Signore,
o gerarca Nicola e in questa vita e dopo; chi, infatti,
avendo solo invocato il tuo santo nome con tutta
fede, non è stato esaudito, trovando in te un fervido
protettore?
Theotokìon. Stessa melodia.
Tu che partoristi Cristo, sapienza enipostatica,
Verbo sovrasostanziale e medico di tutti, sana, o
Vergine, le dolorose piaghe e ferite croniche della
mia anima e fa’ cessare gli sconvenienti pensieri del
mio cuore.
Alle lodi sostiamo allo stico 4 e cantiamo le stichirà
prosòmia.
Tono 1. Esultanza delle schiere celesti.
Volando intorno ai fiori della Chiesa, come ape
del celeste alveare degli angeli, Nicola beatissimo,
gridi sempre a Dio per tutti noi, che siamo tra
le angustie, i pericoli e le prove e ci riscatti con la tua
intercessione.
Hai reso più luminoso lo splendore della veste
sacra con le virtù della vita attiva, o padre teoforo:
perciò tu compi per noi il divino ufficio dei portenti, o sacro ministro di celebrati miracoli, liberandoci
dalle sventure.
Aggirandoti tra le bellezze delle realtà invisibili,
hai contemplato quella tremenda gloria, o santo dei
santi: per questo ci annunci, o sacratissimo, le celesti
rivelazioni di quelle visioni perenni.
Come ti presentasti in sogno al pio imperatore e
liberasti i prigionieri dalla morte, o padre, così intercedi
senza sosta affinché, per le tue preghiere, anche
ora siamo liberati da tentazioni, pericoli e dolori, noi
che come conviene ti celebriamo.
Gloria. Tono pl. 1.
Diamo il segno con la tromba dei canti, tripudiamo
festosamente e danziamo esultanti per
l’annuale solennità del padre teoforo; re e principi
accorrano insieme e celebrino colui che, presentandosi
tremendamente in sogno, persuase l’imperatore a
liberare i tre condottieri tenuti in prigione innocenti;
pastori e maestri, conveniamo insieme per lodare il
pastore emulo del buon pastore; i malati facendo
l’elogio del medico, quanti sono nei pericoli, del liberatore,
i peccatori, dell’avvocato, i poveri, del tesoro,
gli afflitti, del conforto, i viaggiatori, del compagno
di viaggio, quanti sono in mare, del nocchiero:
tutti, facendo l’elogio del grandissimo gerarca,
che ovunque a noi fervido accorre, così diciamo:
santissimo Nicola, affrettati a liberarci dall’angustia
presente e con le tue suppliche salva il tuo gregge.
E ora. Theotokìon.
Diamo il segno con la tromba dei canti: perchè, affacciandosi
dall’alto, la Vergine Madre regina
dell’universo corona di benedizioni quanti a lei inneggiano;
re e principi accorrano insieme e acclamino con inni la Regina che partorì il Re che, nel suo amore
per gli uomini, si compiacque di liberare i prigionieri
della morte; pastori e maestri conveniamo
insieme per celebrare la purissima Madre del buon
pastore; facendo l’elogio, con canti ispirati, del candeliere
d’oro della nube luminosa, di colei che è più
ampia dei cieli, dell’arca vivente, del trono di fuoco
del Sovrano, dell’urna d’oro della manna, della porta
chiusa del Verbo, del rifugio di tutti i cristiani, così
diciamo: Reggia del Verbo, rendi degni noi miseri
del regno dei cieli: nulla è impossibile con la tua
mediazione.
Grande dossologia, apolytìkion e congedo.
Viene poi distribuito il santo olio ai fratelli dalla lampada
del santo, mentre vengono cantati questi idiòmela.
Tono pl. 2. Di Sergio.
Bene, servo buono e fedele; bene, operaio della
vigna di Cristo: hai portato il peso del giorno,
hai moltiplicato il talento che ti era stato dato e non
sei stato invidioso di quanti venivano dopo di te per
questo ti è stata aperta la porta dei cieli; entra nella
gioia del tuo Signore e intercedi per noi, san Nicola.
Tono pl. 4.
Corresti verso la lode del Signore, o Nicola, in
questa vita passeggera ed egli ti glorificò nella celeste
e vera vita: perciò, essendoti acquistata la sua confidenza,
intercedi per la salvezza delle nostre anime.
Gloria. Tono pl. 4.
Il frutto delle tue gesta di uomo forte, o beato padre,
ha allietato le anime dei fedeli: chi, infatti,
sentendo la tua smisurata umiltà, non è rimasto meravigliato
della tua perseveranza e della benevolenza
per i poveri e della compassione per gli afflitti? Tutti hai divinamente ammaestrato, o gerarca Nicola
e ora, cinto di immarcescibile corona, intercedi
per le nostre anime.
E ora. Stesso tono.
Sovrana, accetta le preghiere dei tuoi servi e liberaci
da ogni necessità e afflizione.
Alla Liturgia i Typikà dal canoni, odi 3 e 6.
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