lunedì 24 dicembre 2018

MESSAGGIO PATRIARCALE PER IL NATALE 2018 data: 25-12-2018 - Messaggio di S.S. il Patriarca Ecumenico Messaggio di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo in occasione della Festa di Natale 2018

MESSAGGIO PATRIARCALE PER IL NATALE 2018

data: 25-12-2018 - Messaggio di S.S. il Patriarca Ecumenico

Messaggio di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo
in occasione della Festa di Natale 2018




+ B A R T O L O M E O
PER MISERICORDIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI
NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO
A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA
GRAZIA, MISERICORDIA E PACE
DA CRISTO SALVATORE NATO A BETLEMME
* * *

Eminentissimi ed Eccellentissimi fratelli, amatissimi figli nel Signore,

Glorifichiamo il Dio Tutto Santo e Clementissimo, poiché siamo stati resi degni anche quest’anno di giungere al giorno panegirico di Natale, la festa della incarnazione del Figlio pre-eterno e Verbo di Dio “per noi uomini e per la nostra salvezza”. Attraverso il “mistero di sempre” e il “grande miracolo” della divina Umanizzazione, il “grande sconfitto”, l’uomo seduto nel buio e nell’ombra, si rende “figlio della luce e figlio del giorno” , si apre per lui la benedetta via della divinizzazione per grazia. Nel mistero divino-umano della Chiesa ed attraverso i suoi sacri misteri, Cristo nasce ed prende forma nella nostra anima e nella nostra esistenza. “Il Logos di Dio” teologizza San Massimo il Confessore “nato allo stesso tempo secondo la carne, sempre nasce e vuole secondo lo spirito per filantropia, per coloro che lo desiderano; è divenuto bambino, rivestendo di virtù e manifestando se stesso in essi, tanto quanto conosce bene che, colui che lo accetta, comprenderebbe.” Non è un “Dio-Idea”, come il dio dei filosofi, né un dio chiuso nella sua trascuratezza assoluta ed inavvicinabile, ma è l’ “Emmanuele”, il “Dio con noi” , si trova più vicino a noi, di quanto lo siamo noi con il nostro io, è “più familiare di noi stessi”.
La fede nella Divinità irraggiungibile e immateriale non trasforma la vita dell’uomo, non porta la polarizzazione tra materia e spirito, non riconcilia il baratro tra cielo e terra. La Incarnazione del Logos di Dio è la manifestazione della verità riguardo a Dio e all’uomo, che salva il genere umano dai labirinti oscuri, tanto del materialismo e dall’antropomonismo, quanto anche dell’idealismo e del dualismo. La condanna del nestorianesimo e del monofisismo da parte della chiesa segnala il rifiuto di due tendenze più che universali dell’animo umano e precisamente da una parte l’assoluto sviluppo dell’antropocentrismo, e dall’altra la idealizzazione della interpretazione idealistica della vita e della verità, deviazioni particolarmente diffuse anche nella nostra epoca.
L’attuale “nestorianesimo” si manifesta come uno spirito di secolarizzazione, come uno scientismo ed una assoluta priorità di conoscenza pratica, come un assoluto predominio dell’economia, come una arroganza autosalvifica e atea, come la “non cultura” dell’individualismo e dell’eudemonismo, come legalismo e moralismo, come “fine del pudore” e immedesimazione dell’amore sacrificale e della conversione con la cosiddetta “etica delle cose impossibili”. Il “monofisismo” di nuovo è rappresentato oggi dalle tendenze a demonizzare il corpo e l’uomo naturale, dal puritanesimo e dalla sindrome “di purezza”, da una spiritualità introversa infruttuosa e da misticismi vari, da un disprezzo della ragione, della tecnica e della cultura, dal rifiuto del dialogo e dal rigetto del diverso, con un pericoloso rappresentante, in nome della “sola ed esclusiva verità”, il fondamentalismo religioso, che viene nutrito da sviluppi assoluti e rifiuti e alimenta la violenza e la disunione. E’ evidente che, la apoteosi nestorianeggiante del mondo, quanto la sua demonizzazione monofisiteggiante, lasciano il mondo e la storia, la civiltà e le culture, esposte alle forze del “momento” e consolidano in tal modo il loro essere autonome ed il loro stallo.
La fede cristiana è la certezza della salvezza dell’uomo sotto il Dio d’amore, il quale ha preso per l’amore per gli uomini, la nostra natura e ci ha donato di nuovo la “somiglianza”, persa con la caduta, rendendoci idonei alla vita secondo la verità, nel Suo Corpo, la Chiesa. La intera vita della Chiesa manifesta il mistero della divino-umanità. Il Salvatore Teantropo ha assunto “la carne della chiesa” e ha mostrato “primo e unico”, “il vero uomo e perfetto per i modi e per la vita e per tutte le altre cose. La Chiesa di Cristo è il luogo della “comune salvezza”, della “comune libertà” e della speranza del “comune Regno”, è il luogo del vivere la libertà che rende liberi, il cui nocciolo è il giungere alla verità nell’amore. Questo amore supera i confini della semplice azione umanistica, poiché la sua fonte e il suo modello sono la filantropia divina che supera la parola umana. “In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi… Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”. Dove c’è amore, lì è presente Dio.
Questa verità salvifica deve essere manifestata anche nel modo di festeggiare la venerabile Nascita del nostro Salvatore che viene a visitarci dall’alto. La festa è sempre “pienezza del tempo”, momento di autoconoscenza, di ringraziamento per la magnificenza del divino amore filantropico, testimonianza della verità della divino-umanità e della libertà in Cristo. Il festeggiamento gioioso della incarnazione del Logos di Dio è un fatto di resistenza alla globalizzazione, allo scolorimento della festa e alla sua trasformazione in un “Natale senza Cristo” e in una festa dell’Avere, del consumismo e della vanità ed in particolare resistenza ad un mondo pieno di tensioni sociali, di capovolgimento dei valori e di conflitto, di violenza e di ingiustizia, dove “Gesù bambino” si trova ancora una volta faccia a faccia con inesorabili interessi di svariati poteri.
Venerabili fratelli e figli amatissimi,
Una generazione passa ed una generazione viene e gli sviluppi che ne conseguono sono difficilmente prevedibili per l’uomo. La fede pura, tuttavia, non ha dilemmi. Il Logos è divenuto carne, la “verità è giunta” e “l’ombra è passata”, partecipiamo già del Regno nel cammino verso la perfezione dell’opera della Divina Economia incarnata. Abbiamo incrollabile la certezza, che il futuro appartiene a Cristo, il Quale è “ieri e oggi lo stesso e nei secoli” , che la Chiesa di Cristo rimarrà luogo di santificazione e di vita ispirata, di rinnovamento dell’uomo e del mondo, assaggio della gloria del Regno, che continuerà “a dare la testimonianza evangelica” e “a distribuire nell’ecumene i doni di Dio: il Suo amore, la pace, la giustizia, la riconciliazione, la forza della Resurrezione e l’attesa dell’eternità” . La attuale ideologizzazione riguardo ad un’epoca “post-cristiana” è assurda. “Dopo Cristo” tutto è e rimane nei secoli “in Cristo”.
Piegando pieni di rispetto le ginocchia davanti al Bambino Divino di Betlemme e della Sua Madre Santissima che regge il bimbo, e adorando il “Dio più che perfetto” che si è fatto uomo, accordiamo, dal sempre vivo Fanar, ai figli della Santa e Grande Chiesa di Cristo attraverso il mondo, la nostra benedizione Patriarcale per i Santi Dodici Giorni, augurando salutare, pieno di splendidi frutti e gioioso il nuovo anno di bontà del Signore.
Natale, 2018
Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo
Fervente intercessore presso Dio per tutti voi.

 + Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo,
diletto fratello in Cristo e fervente intercessore presso Dio

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